Gravina in Puglia, partono i laboratori di progettazione del Museo dell’acqua e della pietra


di Giuseppe Massari - I Laboratori sociali di progettazione del Museo dell’acqua e della pietra, il cui avvio è previsto a partire da venerdì 10, fino a mercoledì 15 maggio 2013, costituiti e banditi attraverso i Syssitia, pubblici banchetti durante i quali la cittadinanza sarà chiamata a discutere e a progettare le linee guida del nuovo polo e contenitore museale. Cosa sia questo momento particolare per la nostra città ce lo spiega l’architetto Pietro Laureano, coordinatore generale dell’intero progetto.

“I syssitia, esordisce il famoso architetto e progettista, erano l’usanza, riferita da Aristotele, dei pubblici convivi tipici degli antichi popoli meridionali in cui si prendevano le decisioni comuni. Italo, mitico re degli Enotri, pose i syssitia alla base del suo ordinamento giuridico dando impulso alla agricoltura e al progresso sociale. Da Italo prese il nome l’Italia intera, e la pratica dei syssitia fu assunta anche da Sparta a fondamento delle sue istituzioni. Enotrio, padre di Italo, era il fratello di Peucezio da cui deriva il nome dei popoli della attuale provincia di Bari fino alla fossa bradanica”. I syssitia, promossi dall’Assessore alla Cultura di Gravina in Puglia Laura Marchetti e voluti dal Sindaco Alesio Valente, vengono oggi riproposti a Gravina in Puglia per realizzare un laboratorio di progettazione partecipata.  Un nutrito gruppo di professionisti, tecnici ed esperti gravinesi sta già lavorando alla manifestazione che vedrà riuniti giovani, studiosi, operatori, amministratori a discutere e elaborare il futuro della propria città.

Tra le varie attività è previsto un banchetto in piazza aperto a tutti in cui ognuno porterà un contributo, riunioni tecniche la mattina, discussioni con tutta la comunità il pomeriggio e la sera e, inoltre, visite collettive ai luoghi di interesse culturale e ambientale della Gravina. L’obiettivo è, infatti, quello della progettazione del Museo dell’Acqua e della Pietra una proposta museale innovativa che esalti e valorizzi gli aspetti ambientali e storici di Gravina attraverso itinerari, visualizzazioni, esplicitazioni narrative, capaci di fondere natura, cultura e socialità.

Dice ancora Pietro Laureano: “Il Museo dell'Acqua e della Pietra è un museo del territorio dove non contano le esposizioni di oggetti ma l’esperienza diretta dello spazio e dei luoghi vissuta tramite l’itinerario e il viaggio e attraverso il rapporto intenso con la comunità. La convivialità, il modo di vivere, di abitare e di sentire il paesaggio è quindi parte integrante della realizzazione di un ecomuseo. Gravina in Puglia è una delle città al mondo che esprime nel modo più intenso queste potenzialità. Con il suo passato millenario è la prova straordinaria di come i luoghi delle Gravine, dai caratteri spettacolari, ma dalle condizioni non certo facili, sono stati nel tempo trasformati fondendo natura e cultura. L’acqua è stata captata, raccolta, trasportata, gestita e la pietra è stata scavata, trasportata, assemblata, lavorata.

La prima è l’elemento fondamentale per la vita la seconda ne ha costituito il riparo. Acqua e pietra, protagonisti di questo racconto insieme alla comunità che l’ha inscenato, si fondono insieme nell’abisso della Gravina dove si rivolgono, da un lato, il passato preistorico e antico con la collina di Botromagno, e dall’altro quello storico e contemporaneo, con l’attuale paesaggio urbano.

L’insieme è un teatro del mondo e della civiltà, racconto della vicenda umana visibile nei graffiti, nelle cavità, nei meandri sotterranei, nell’archeologia, nella trama urbana. Qui tracciato dall’acqua e scolpito nella pietra, tutto è ancora presente: le opere e il mito, la fatica e le aspirazioni, l’ingegno e i simboli. Sta a noi essere in grado di narrarlo ed evidenziarlo. Svolgerne la progettazione insieme alla comunità in un processo partecipato è già parte della sua realizzazione e ne costituisce un valore aggiunto. Coinvolgere i soggetti portatori di saperi locali, quelli che hanno ruoli decisionali, gli operatori e garantire la presenza attiva della città nelle scelte e nella realizzazione è una garanzia di operatività e di riuscita.

Il successo di grandi civiltà del passato è stato ottenuto grazie a istituzioni come i syssitia che hanno permesso la partecipazione, l’inclusione e l’identità comune. Quando queste sono state abbandonate le società sono collassate. Oggi di fronte ad una crisi globale economica, sociale e ambientale la storia di luoghi come Gravina ci insegna che è nella integrazione, la partecipazione, l’armonia e la qualità del paesaggio, la gestione comune dei beni e il risparmio delle risorse l’origine del progresso umano”.

1 Commenti

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