TARANTO - "Stiamo lavorando ad una norma primaria che riparta dall'elemento del commissariamento evocato dalla legge 231, in cui non è ben definito". Così il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, lasciando palazzo Chigi dopo l'incontro sull'Ilva tra governo e parti sociali. "Non è un intervento semplice, ci sono elementi di incompiutezza nella normativa attuale", ha sottolineato aggiungendo che il provvedimento non sara' sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato per domani.
“Ci vuole uno strumento nuovo che parta dalla realtà e la realtà è che, in tutti i modi, la proprietà non è stata un interlocutore affidabile. Occorre intervenire con modalità nuove. Confido che nei prossimi giorni possa essere scritto un decreto, un atto, una legge che può forse portarci, finalmente, a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dialogando con i giornalisti al termine dell’incontro, tra governo e parti sociali, svoltosi questo pomeriggio a Roma sulla vicenda Ilva.
“Si sta consolidano un orientamento che è quello di separare la sorte della famiglia Riva dal destino della fabbrica, del grande siderurgico nel capoluogo ionico – ha aggiunto Vendola - credo che, da parte del governo, ma anche delle forze sociali e politiche, ci sia una consapevolezza nuova, del fatto cioè che il decreto di sequestro della magistratura ha a che fare con la mancata applicazione delle prescrizioni dell’Aia in questi mesi, che c’è qualcosa che continua ad essere non regolare e non lecita. Da questo punto di vista, credo che noi dobbiamo sapere che il primato va assegnato all’esercizio del diritto alla salute e, dentro questo primato, si può garantire la salvezza della fabbrica. Cioè la salute è la principale, la fabbrica è la subordinata. Finora la fabbrica era la principale e la salute era una subordinata spesso calpestata”.
“Con questa impostazione – ha continuato Vendola - noi riusciamo, ciascuno, a fare il proprio mestiere. I giudici fanno i giudici, e lo fanno bene perchè scoperchiano un verminaio e il governo fa il suo mestiere, che non è né quello di andare alla guerra con i giudici, né quello di aggirare i provvedimenti giudiziari. Da questo punto di vista sono ottimista per l’atteggiamento che vedo oggi orientare tutti noi”.
Per Vendola esiste “la volontà, non solo formale, di evitare qualunque inappropriatezza. C’è stato un momento in cui è andato in scena il conflitto tra poteri dello stato e c’è stato un momento in cui il conflitto è diventato latente”.
“Il governo è consapevole - ha concluso Vendola - che bisogna rimuovere qualunque ragione di conflitto e che il punto di oggi non è la reiterazione delle storie vecchie perchè il decreto di sequestro dice che, da agosto ad oggi, non sono state applicate le prescrizioni dell’Aia e questo rende insufficiente la legge 231 a realizzare quegli obiettivi sacrosanti che ci eravamo prefissati”.
“Ci vuole uno strumento nuovo che parta dalla realtà e la realtà è che, in tutti i modi, la proprietà non è stata un interlocutore affidabile. Occorre intervenire con modalità nuove. Confido che nei prossimi giorni possa essere scritto un decreto, un atto, una legge che può forse portarci, finalmente, a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dialogando con i giornalisti al termine dell’incontro, tra governo e parti sociali, svoltosi questo pomeriggio a Roma sulla vicenda Ilva.
“Si sta consolidano un orientamento che è quello di separare la sorte della famiglia Riva dal destino della fabbrica, del grande siderurgico nel capoluogo ionico – ha aggiunto Vendola - credo che, da parte del governo, ma anche delle forze sociali e politiche, ci sia una consapevolezza nuova, del fatto cioè che il decreto di sequestro della magistratura ha a che fare con la mancata applicazione delle prescrizioni dell’Aia in questi mesi, che c’è qualcosa che continua ad essere non regolare e non lecita. Da questo punto di vista, credo che noi dobbiamo sapere che il primato va assegnato all’esercizio del diritto alla salute e, dentro questo primato, si può garantire la salvezza della fabbrica. Cioè la salute è la principale, la fabbrica è la subordinata. Finora la fabbrica era la principale e la salute era una subordinata spesso calpestata”.
“Con questa impostazione – ha continuato Vendola - noi riusciamo, ciascuno, a fare il proprio mestiere. I giudici fanno i giudici, e lo fanno bene perchè scoperchiano un verminaio e il governo fa il suo mestiere, che non è né quello di andare alla guerra con i giudici, né quello di aggirare i provvedimenti giudiziari. Da questo punto di vista sono ottimista per l’atteggiamento che vedo oggi orientare tutti noi”.
Per Vendola esiste “la volontà, non solo formale, di evitare qualunque inappropriatezza. C’è stato un momento in cui è andato in scena il conflitto tra poteri dello stato e c’è stato un momento in cui il conflitto è diventato latente”.
“Il governo è consapevole - ha concluso Vendola - che bisogna rimuovere qualunque ragione di conflitto e che il punto di oggi non è la reiterazione delle storie vecchie perchè il decreto di sequestro dice che, da agosto ad oggi, non sono state applicate le prescrizioni dell’Aia e questo rende insufficiente la legge 231 a realizzare quegli obiettivi sacrosanti che ci eravamo prefissati”.