di Egidio Franco - Serena Brancale, 24 anni appena compiuti, nasce a Bari da una famiglia di musicisti, studia pianoforte e poco dopo inizia a dedicarsi allo studio di canto jazz presso il Pentagramma. Un talento naturale che fa di lei un'artista versatile sia dal punto di vista musicale che per l'utilizzo degli strumenti: inizia la sua carriera suonando il violino, per poi dedicarsi al pianoforte e alle tastiere e multi pad; canta, ha studiato danza, compone e recita... tutti ingredienti per un successo garantito.D: Tante idee, tanti progetti ed anche un bel po' di esperienza alle spalle... ma in realta' cosa vuoi fare da grande?
R: A proposito, quando si diventa grandi!?! A parte gli scherzi, mi piacerebbe un giorno cantare solo mie composizioni. Mi piacerebbe "da grande" viaggiare col mio progetto e confrontarmi con altre realtà musicali per poter rubare il più possibile idee... E crescere.
D: Il tuo repertorio, durante i concerti, prevede bellissimi brani di artiste straniere. Come mai nessuna preferenza per artisti italiani? E' un caso o una scelta? Eppure tu canti e scrivi i tuoi brani in italiano...
R: La musica italiana è un pò quadrata, non puoi giocare molto con la metrica delle parole invece l'inglese lascia spazio per esprimersi. Ho da sempre preferito l'inglese perché trovo che la lingua sia più musicale. Per quanto riguarda la scrittura invece mi diverto più a scrivere in italiano.
D: Nel tuo gruppo, il Serena Brancale Quartet, sei l'unica ragazza, la piu' piccolina insomma... una grande famiglia in cui molto probabilmente ti senti al sicuro. Hai mai pensato che un domani per esigenze discografiche o altro potresti dover percorrere questa strada da sola... come ti sentiresti?
R: Questa è una bella domanda. In qualche modo bisogna sempre trovare il compromesso con la discografia, all'inizio non sarà mai perfettamente come desideri. Però avere già musicisti dietro di te che conoscono perfettamente quello che hai in testa, penso sia un traguardo.
D: Pare che per arrivare al successo una tappa obbligata sia quella di passare attraverso i talent show... che ne pensi? E' veramente cosi' o a tuo parere e' solo una scorciatoia? R: Il talent è una scorciatoia sicuramente, io ho provato X Factor varie volte e mi ha sempre eliminata Simona Ventura (sorride). Comunque per quel po' che ho vissuto è stata una bella esperienza, se presa nel modo giusto .
D: Di solito, chi canta provoca delle forti emozioni a chi ascolta... ma tu quando sei su un palco di fronte a tanta gente ricevi qualcosa, ti arriva qualcosa o sei solo concentrata a cercare di trasmettere emozioni?
R: Quando sono sul palco faccio caso a tante cose. La maggior parte delle volte sono concentrata, ma spesso mi perdo nei visi della gente e penso a cosa stiano pensando. Sono abbastanza curiosa e sensibile all'attenzione della gente. Se il pubblico non è particolarmente attento mi demoralizzo un po'. Con l'esperienza spero di creare uno scudo tra me e gli altri.
D: Parlaci un po di te: cosa ti piace fare nel tempo libero...?
R: Amo gli horror e i thriller, il gelato doppia panna, il pesce, i centrifugati e tutto ciò che è fruttoso e goloso.. Il tempo libero lo condivido col mio fidanzato con il quale ascolto musica, e condivido il lavoro e tutti i miei hobbies.
D: Pensi che basta essere belle, avere una gran voce, avere padronanza sul palco o essere simpatiche per avere successo? E se non basta cosa ci vuole?
R: Ci vuole anche fortuna, le conoscenze giuste nel momento giusto... Sono varie coincidenze che fanno tanto ma non puoi studiare o pagare per averle capitano e basta.
D: Ti senti di dover dire grazie a qualcuno?
R: Devo sicuramente ringraziare mia madre che già all'età di 7 anni ha incominciato a farmi studiare musica col violino, ha cercato sempre di guidarmi negli studi nel miglior modo possibile. Devo dire grazie anche alla persona che mi sta a fianco con cui lavoro, scrivo musica e che mi è di supporto nelle decisioni artistiche.
