BARI - Patto di stabilità. Una nota dell’assessore al Bilancio della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, in risposta al capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Ignazio Zullo.
“Gli effetti devastanti dei vincoli del Patto di stabilità sul bilancio 2013 della Regione Puglia sono chiari da tempo a tutti e infatti da mesi il presidente Vendola afferma che il vero problema è il Patto di stabilità. Forse Zullo, neocapogruppo del Pdl in Consiglio regionale, era distratto o era altrove quando, responsabilmente anche con il Presidente Palese, ci affannavamo a costruire dei percorsi di contrasto ad una normativa ingiusta e non si è accorto di quanto stava per accadere in Puglia. O aveva bisogno di un articolo competente e bene informato come quello apparso oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno per rendersi conto di quanto tutti stanno dicendo da tempo?
Credo che non sia più il tempo delle sterili discussioni e per questo chiedo a Zullo di compiere uno sforzo. Evitiamo la polemica in Regione che non serve assolutamente a nulla e a nessuno, se non per guadagnare qualche citazione sul giornale e ciascuno lavori, per conto proprio e con la propria parte politica, per risolvere questa che è una ingiustizia vera e una lesione vera dei diritti costituzionali di eguaglianza tra i cittadini pugliesi e i cittadini del resto d’Italia. Ecco, credo che sarebbe bene concentrarsi su questo. Tutto il resto è polemica politica di cui i cittadini, davvero, oggi non sanno che farsene.
Del resto mi preme ricordare che sin dal febbraio di quest’anno, gli uffici della Ragioneria regionale si sono prodigati per organizzare numerosi incontri con rappresentanti della Ragioneria generale dello Stato per verificare ogni possibilità per mitigare gli impatti che la legge di stabilità avrebbe avuto sulla regione Puglia. Così come il decreto ministeriale Barca/Grilli, in materia di nettizzazione, ha accolto alcuni suggerimenti del Presidente Vendola. Ciò nonostante, queste attività di impulso regionale sono state solo delle correzioni minime e non sono state in grado di arginare la drammaticità delle cifre perché il problema vero risiede nella Legge di stabilità approvata il 24 dicembre del 2012”.
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