Patto stabilità, Disabato: primo passo di un'unione di intenti

BARI - “Abbiamo approvato un ordine del giorno che vede riunite tutte le forze politiche presenti in consiglio regionale intorno all’unico obiettivo di portare la Puglia fuori dalla situazione drammatica, nonché paradossale, di essere una regione virtuosa con risorse in cassa per oltre 2 miliardi di euro che non possono però essere immesse nel sistema economico e sociale per sostenere le imprese e i cittadini”.

Lo ha dichiarato il Presidente del gruppo consiliare de La Puglia per Vendola, Angelo Disabato, firmatario dell’ODG, approvato all’unanimità dal Consiglio regionale, che impegna il Presidente della Giunta e la Giunta regionale a chiedere al Consiglio dei ministri e al Parlamento nazionale di allentare i vincoli del patto di stabilità per il 2013 e di escludere dagli stessi almeno la quota del cofinanziamento europeo, al fine di evitare il disimpegno automatico dei fondi strutturali del periodo di programmazione 2007-2013.

“L’approvazione dell’ordine del giorno è solo il primo passo di un’unione di intenti di tutte le forze, non solo politiche, ma anche  istituzionali che la nostra regione esprime per scardinare i vincoli del patto di stabilità, che proseguirà nell’incontro di venerdì, in cui saranno investiti anche i parlamentari pugliesi. Il documento inoltre dà ulteriore forza alla battaglia intrapresa dal Presidente Vendola nei giorni scorsi con gli altri Presidenti di Regione che versano nella stessa condizione della Puglia. Dunque non ci fermeremo fino a quando il governo nazionale non ci dedicherà la dovuta attenzione, considerato che siamo una regione con i conti in ordine e la cassa piena. Non ci possiamo permettere in questo momento di perdere le risorse europee, divenute fondamentali in questo momento di grave crisi economica e finanziaria che vede a rischio i diritti fondamentali dei cittadini, come il diritto a lavorare, a curarsi, a viaggiare. La nettizzazione del cofinanziamento della spesa europea sarebbe una grande boccata d’ossigeno per il sistema economico e sociale per l’intero Paese. Non si puo’ pensare di uscire dalla crisi con le sole politiche di austerità e di restrizione;  è necessario innescare anche meccanismi di espansione, quali possono essere i nuovi cantieri che si potrebbero avviare se riuscissimo a liberare le risorse disponibili  insieme a quelle europee”.

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