Renzi: accelerare riforme, non fine governo

ROMA - "Non sto mettendo fretta al Governo, non è vero che voglio accelerare ma Governo e Parlamento funzionano se fanno le riforme e non se vivacchiano". Sono le parole di Matteo Renzi, alla presentazione del suo libro a Roma, nega di voler anticipare la fine del Governo. "Non voglio fare polemiche con il governo ma è dal novembre 2011 che centrodestra e centrosinistra votano insieme. L'Italia tornerà a crescere quando ci sarà il segno più sull'economia ma anche quando il bipolarismo tornerà ad essere una cosa normale e non un indistinta palude". Così Matteo Renzi presentando il suo libro a Roma critica le grandi intese.

"Ho sentito i partiti e la pensano in maniera completamente diversa sulla legge elettorale. Abbiamo due strade: la prima è che i partiti trovino un punto di accordo, la seconda che si scelga subito una forma di governo in modo tale che si possa fare una legge elettorale coerente". Lo ha detto Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme costituzionali, ai microfoni di Agorà, su Rai Tre.

GIACHETTI REPLICA ALLA FINOCCHIARO, L'HANNO DATA VINTA AL PDL - "Intempestivo io? E certo, dopo aver atteso anni per cambiare il Porcellum, di questo passo ne attenderemo altri dieci. Addio, hanno preferito bocciare la mia mozione e darla vinta al Pdl. La riforma elettorale è rimandata alle calende greche". Così, in due interviste a Repubblica e Qn, il deputato del Pd Roberto Giachetti, che ieri con una mozione aveva chiesto di ripristinare il Mattarellum. "Ora, in qualsiasi momento dovesse andare in crisi il governo, è chiaro che andremo a votare nuovamente con la legge di Calderoli", dice Giachetti. "Chissà se la Consulta si pronuncerà e in che modo. A quel punto, larghe intese tutta la vita". Giachetti smentisce di essere stato lasciato solo dal suo partito. "Settanta delle 98 firme alla mozione sono del Pd. E ne sono state ritirate solo 17. Almeno una cinquantina tra prodiani e renziani hanno preferito non presentarsi piuttosto che votare contro il testo". Il vicepresidente della Camera definisce quindi una "accusa grottesca" l'ipotesi che la sua iniziativa nasconda l'intenzione di Renzi di mettere in difficoltà il governo. "Tra i firmatari c'é di tutto. Matteo mi ha chiamato martedì sera, mi ha chiesto spiegazioni. Ha compreso le mie ragioni. Tutto è finito lì". Critico con lui il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, che intervistato da Repubblica ne definisce l'iniziativa 'un vulnus alla maggioranza', plaudendo invece al Pd che, afferma, per la prima volta rispetta regole e impegni.

BINDI: NO SEMIPRESIDENZIALISMO,SI STRAVOLGE CARTA - "La prima cosa da fare è mettere in sicurezza la legge elettorale. Ma come il governo non ci può chiedere di legare la sua vita alle modifiche della Costituzione, così non si può usare la Carta fondamentale per indebolire il governo". Lo afferma l'esponente del Pd Rosy Bindi in un'intervista alla Stampa in cui dice no al semipresidenzialismo e sottolinea: "non sono disposta a immolare la Costituzione a questa maggioranza". "Sul porcellum, in linea di principio Giachetti ha ragione, il silenzio del governo su un punto così importante è imbarazzante e in qualche modo va superato", osserva Bindi. Tuttavia "sul piano dell'opportunità politica non sono d'accordo. Ma si sta avviando un percorso istituzionale di enorme portata e se qualcosa va storto si rischia di andare a votare con questa legge. Né mi accontenterei di togliere il premio di maggioranza al porcellum, perché - prosegue - ci porterebbe ad un sistema proporzionale puro, che ci consegnerebbe alla strana maggioranza a vita". "E' un dovere impegnarsi tutti in un percorso di riforme che vanno assolutamente fatte. E' però preoccupante l'ampiezza dell' intervento di revisione della Costituzione che si vuole fare", rileva Bindi, secondo cui sul semipresidenzialismo servono "decisioni condivise e un largo confronto". "Nel partito ci vuole lo stesso approccio che dobbiamo avere in Parlamento. Non si può accettare su questo tema così rilevante di procedere a colpi di maggioranza", aggiunge Bindi. "Noi non abbiamo un potere costituente per stravolgere la Carta nelle sue fondamenta. Cambiare la forma di governo del paese in senso presidenziale non è nei nostri poteri".

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