Acquedotto, Damone: un bene da salvaguardare
FOGGIA.
Il consigliere regionale Francesco Damone (Gruppo misto) ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“Notizie di stampa in questi giorni hanno registrato una serie di interventi politici mirati a fare chiarezza su alcuni aspetti sostanziali della gestione dell’Ente.
Le prese di posizione, le esternazioni fornite da tutte le parti politiche obbediscono ad una ipotesi di appariscenza alla quale i politici tengono in modo particolare, ma è carente di una riflessione seria sulla politica praticata dalla tecnostruttura della istituzione.
L’acqua è un bene prezioso che non può oltremodo essere utilizzato per meri interessi personali e speculativi.
Ai cittadini inconsapevoli, attori di una situazione particolarmente grave non resta che operare analisi drammatiche di ingiustizie perpetuate ai loro danni.
La Bassanini ha affidato l’intera gestione della Pubblica Amministrazione alla Dirigenza che ormai agisce libera da qualsiasi condizionamento gestionale, anche se poi l’attacco viene rivolto ai politici definiti “casta”.
Ultimamente la Giunta Regionale ha nominato Commissario l’ing. Maselli che sta lavorando intensamente e con grande serietà, dedizione, onestà con particolare riguardo alle spese enormi che prima inerivano le macchine, il carburante oltre altri privilegi.
È significativa la testimonianza del massimo responsabile dell’Ente che raggiunge la sede istituzionale in bicicletta con la presenza continuativa per l’intera giornata. Un esempio di come si serve una struttura che però viene ostacolata da chi dovrebbe collaborare in piena sintonia. Le gestioni pregresse hanno inteso garantire la illicenziabilità del massimo vertice amministrativo che tenta di verificare l’operare del Commissario.
A tal proposito è urgente analizzare questa conduzione della tecnostruttura che non può né deve vanificare il lavoro egregio, eccezionale che il rappresentante dell’Ente sta portando avanti.
Se l’Ente ha registrato privilegi o favoritismi questi fenomeni ricadono sulle responsabilità del vertice gestionale che ritiene probabilmente di dover dettare le procedure e le modalità dell’Ente. Continuare con questa divaricazione si rischia di annullare l’impegno che un grande servitore delle istituzioni, riconosciuto da tutti, possa avvertire la stanchezza, la delusione e decidere di abbandonare l’AQP alla cui valorizzazione è stato chiamato dalla Giunta.
Presidente Vendola è urgentissimo un intervento di analisi della vita amministrativa e politica dell’Acquedotto, prima che sia molto, ma molto tardi”.