BARI - I Consiglieri regionali, Alfredo Cervellera e Anna Rita Lemma hanno rivolto all’Assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini, un’interrogazione urgente a risposta scritta sull’Aeroporto di Taranto-Grottaglie “Arlotta”.
In particolare i due Consiglieri regionali chiedono “Se corrisponda a verità che sia stato sottoscritto un accordo tra l’Aeronautica e la Marina Militare per dislocare gli aerei militari F 35 nella base di Maristaer Grottaglie confinante con la citata struttura e, se a seguito di ciò questa presenza militare possa interferire con l’operatività per i voli civili previsti dal Piano regionale dei Trasporti, ed inoltre se corrisponda al vero il declassamento da giugno a settembre dell’Aeroporto Arlotta, che impedirebbe di fatto nel periodo estivo la fruizione della struttura per i voli charter e di conseguenza l’uso turistico dell’aeroporto tarantino”.
Nel caso i dubbi fossero fondati i Consiglieri Cervellera e Lemma chiedono alla Giunta regionale “un intervento urgente nei confronti del Governo nazionale per scongiurare, ancora una volta, la militarizzazione del nostro territorio che ne impedirebbe uno sviluppo alternativo alla grande industria”.
In particolare i due Consiglieri regionali chiedono “Se corrisponda a verità che sia stato sottoscritto un accordo tra l’Aeronautica e la Marina Militare per dislocare gli aerei militari F 35 nella base di Maristaer Grottaglie confinante con la citata struttura e, se a seguito di ciò questa presenza militare possa interferire con l’operatività per i voli civili previsti dal Piano regionale dei Trasporti, ed inoltre se corrisponda al vero il declassamento da giugno a settembre dell’Aeroporto Arlotta, che impedirebbe di fatto nel periodo estivo la fruizione della struttura per i voli charter e di conseguenza l’uso turistico dell’aeroporto tarantino”.
Nel caso i dubbi fossero fondati i Consiglieri Cervellera e Lemma chiedono alla Giunta regionale “un intervento urgente nei confronti del Governo nazionale per scongiurare, ancora una volta, la militarizzazione del nostro territorio che ne impedirebbe uno sviluppo alternativo alla grande industria”.