BARI - “La Puglia sta per liberarsi dai lacci stringenti del piano di rientro. Si apre, dunque, la possibilità di riorganizzare l’offerta sanitaria su una più oggettiva ed equilibrata lettura del bisogno di prevenzione e di cura.
Non può sfuggire, in una proposta rinnovata, la specificità del territorio tarantino. Diventa indispensabile calibrare le risorse che si libereranno sugli effettivi bisogni sanitari della popolazione ionica.
Venendo meno i vincoli finanziari, come detto, e tenendo conto 10 milioni resi disponibili dalla Legge per Taranto, sarà possibile investire in risorse strumentali e umane, a cominciare dalla auspicabile definizione della vertenza dei medici ex stabilizzati.
Il mancato adeguamento di linee guida regionali, così come la mancata omogeneizzazione regionale dell’azione normativa (delibera di Giunta n. 1388/11) pone intanto la provincia ionica in una posizione di credito rispetto al resto della Puglia.
A maggior ragione, quindi, l’ottimizzazione delle risorse è un appuntamento da non trascurare passando attraverso la reale integrazione tra pubblico e privato accreditato.
Tutto ciò, sullo scenario lungo termine che prevede la realizzazione dell'ospedale San Cataldo.
Un progetto necessario - da destinare alla gestione pubblica, varato lo scorso febbraio della Giunta regionale - oggi ai suoi primi passi: 715 posti letto, disponibilità di 207 milioni del Fondo Sviluppo e Coesione deliberato nel 2012 dal Cipe, co-finanziamento regionale, assegnazione appalto annunciata per fine estate su area Solito-Corvisea.
Un progetto di riqualificazione complessiva dell'assistenza, della diagnostica, dell'interventistica e della cura ospedaliera, che dovrebbe compiersi nel prossimo decennio.
Intanto, però, sono pressanti alcuni obiettivi di breve termine che la 'specificità tarantina', dettata dalle note conseguenze dell'inquinamento industriale, impone.
Primo obiettivo: l'analisi epidemiologica.
Il Centro della Salute richiede risorse e tempi certi. Si tratta del luogo della ricerca, del monitoraggio e della prevenzione. Le risorse vanno riconfermate (13 milioni di euro) e i tempi vanno garantiti.
Occorre, inoltre, definire i profili professionali indispensabili e sostenere in tempi verificabili i tre assi di ricerca: indagine sul latte materno, concentrazione piombo nelle urine, endometriosi femminile..
Secondo obiettivo: potenziare l’assistenza domiciliare ed ambulatoriale con una rinnovata azione pianificata programmata dei medici di famiglia.
Terzo obiettivo: un piano aziendale da cui si evinca il modello di offerta sanitaria sulla base del bisogno epidemiologico.
Esigenze di breve termine che non certo non sfuggono all'assessore Gentile, alla quale confermo la più ampia disponibilità allo scopo di giungere, assieme, al raggiungimento degli obiettivi che la popolazione tarantina si attende alla luce di un quadro sanitario davvero drammatico come lo studio 'Sentieri' ha purtroppo rilevato”.
A riferirlo in una nota la Consigliera regionale del Partito democratico, Anna Rita Lemma.
Non può sfuggire, in una proposta rinnovata, la specificità del territorio tarantino. Diventa indispensabile calibrare le risorse che si libereranno sugli effettivi bisogni sanitari della popolazione ionica.
Venendo meno i vincoli finanziari, come detto, e tenendo conto 10 milioni resi disponibili dalla Legge per Taranto, sarà possibile investire in risorse strumentali e umane, a cominciare dalla auspicabile definizione della vertenza dei medici ex stabilizzati.
Il mancato adeguamento di linee guida regionali, così come la mancata omogeneizzazione regionale dell’azione normativa (delibera di Giunta n. 1388/11) pone intanto la provincia ionica in una posizione di credito rispetto al resto della Puglia.
A maggior ragione, quindi, l’ottimizzazione delle risorse è un appuntamento da non trascurare passando attraverso la reale integrazione tra pubblico e privato accreditato.
Tutto ciò, sullo scenario lungo termine che prevede la realizzazione dell'ospedale San Cataldo.
Un progetto necessario - da destinare alla gestione pubblica, varato lo scorso febbraio della Giunta regionale - oggi ai suoi primi passi: 715 posti letto, disponibilità di 207 milioni del Fondo Sviluppo e Coesione deliberato nel 2012 dal Cipe, co-finanziamento regionale, assegnazione appalto annunciata per fine estate su area Solito-Corvisea.
Un progetto di riqualificazione complessiva dell'assistenza, della diagnostica, dell'interventistica e della cura ospedaliera, che dovrebbe compiersi nel prossimo decennio.
Intanto, però, sono pressanti alcuni obiettivi di breve termine che la 'specificità tarantina', dettata dalle note conseguenze dell'inquinamento industriale, impone.
Primo obiettivo: l'analisi epidemiologica.
Il Centro della Salute richiede risorse e tempi certi. Si tratta del luogo della ricerca, del monitoraggio e della prevenzione. Le risorse vanno riconfermate (13 milioni di euro) e i tempi vanno garantiti.
Occorre, inoltre, definire i profili professionali indispensabili e sostenere in tempi verificabili i tre assi di ricerca: indagine sul latte materno, concentrazione piombo nelle urine, endometriosi femminile..
Secondo obiettivo: potenziare l’assistenza domiciliare ed ambulatoriale con una rinnovata azione pianificata programmata dei medici di famiglia.
Terzo obiettivo: un piano aziendale da cui si evinca il modello di offerta sanitaria sulla base del bisogno epidemiologico.
Esigenze di breve termine che non certo non sfuggono all'assessore Gentile, alla quale confermo la più ampia disponibilità allo scopo di giungere, assieme, al raggiungimento degli obiettivi che la popolazione tarantina si attende alla luce di un quadro sanitario davvero drammatico come lo studio 'Sentieri' ha purtroppo rilevato”.
A riferirlo in una nota la Consigliera regionale del Partito democratico, Anna Rita Lemma.