BARI - Un'altra drammatica storia della crisi dal capoluogo pugliese. Hanno vissuto in 5 in una casa di 30 mq. Poi i 3 figli sono stati affidati uno ad un istituto e gli altri 2 ad una famiglia e la mamma non può più vedere i suoi bambini ed è caduta in uno stato di depressione.
Ora Carlo Belviso, disoccupato, e sua moglie Domenica, rischiano di non avere più neanche un tetto: hanno ricevuto dal proprietario della casa, in Corso della Carboneria, a Bari, l'avviso di sfratto per morosità .La storia è denunciata dal segretario nazionale Confail Inquilini, Michele Ladisa.
ABBATICCHIO: 14% FAMIGLIE BARESI VERSA IN QUESTO STATO - In relazione alla denuncia della CONFAIL Inquilini sul caso della famiglia Belviso, l’assessore al Welfare Ludovico Abbaticchio, sentito il direttore della circoscrizione competente, precisa che si tratta di un nucleo familiare seguito da tempo dai servizi sociali circoscrizionali. A tutela della loro salute psico-fisica, i figli minori sono stati affidati da anni a strutture idonee su segnalazione degli assistenti sociali e successivo provvedimento del Tribunale dei minori, mentre i coniugi hanno ricevuto nel tempo diverse forme di sostegno economico dai Servizi sociali.
Quanto all’avviso di sfratto che ha colpito Carlo Belviso e sua moglie, è purtroppo soltanto uno dei 1500 provvedimenti analoghi che gravano sulla tenuta sociale della città . La perdita di posti di lavoro e la conseguente situazione di povertà in cui versa il 14% delle famiglie baresi rendono per molti impossibile pagare l’affitto di casa.
“L’amministrazione comunale - dichiara l’assessore al Welfare Ludovico Abbaticchio - sta portando avanti un lavoro complesso che vede impegnati fianco a fianco gli uffici dell’ERP, del Welfare e i sindacati degli inquilini alla ricerca di soluzioni che tutelino le famiglie a rischio. Ma deve essere chiaro che la città di Bari non può essere lasciata sola ad affrontare i drammi della povertà : per questo è necessario rafforzare l’impegno congiunto di tutte le istituzioni territoriali, dalla Regione Puglia, alla Prefettura, al Tribunale ordinario. Stiamo comunque provvedendo ad approfondire il caso della famiglia Belviso per non lasciare intentata alcuna strada”.
Ora Carlo Belviso, disoccupato, e sua moglie Domenica, rischiano di non avere più neanche un tetto: hanno ricevuto dal proprietario della casa, in Corso della Carboneria, a Bari, l'avviso di sfratto per morosità .La storia è denunciata dal segretario nazionale Confail Inquilini, Michele Ladisa.
ABBATICCHIO: 14% FAMIGLIE BARESI VERSA IN QUESTO STATO - In relazione alla denuncia della CONFAIL Inquilini sul caso della famiglia Belviso, l’assessore al Welfare Ludovico Abbaticchio, sentito il direttore della circoscrizione competente, precisa che si tratta di un nucleo familiare seguito da tempo dai servizi sociali circoscrizionali. A tutela della loro salute psico-fisica, i figli minori sono stati affidati da anni a strutture idonee su segnalazione degli assistenti sociali e successivo provvedimento del Tribunale dei minori, mentre i coniugi hanno ricevuto nel tempo diverse forme di sostegno economico dai Servizi sociali.
Quanto all’avviso di sfratto che ha colpito Carlo Belviso e sua moglie, è purtroppo soltanto uno dei 1500 provvedimenti analoghi che gravano sulla tenuta sociale della città . La perdita di posti di lavoro e la conseguente situazione di povertà in cui versa il 14% delle famiglie baresi rendono per molti impossibile pagare l’affitto di casa.
“L’amministrazione comunale - dichiara l’assessore al Welfare Ludovico Abbaticchio - sta portando avanti un lavoro complesso che vede impegnati fianco a fianco gli uffici dell’ERP, del Welfare e i sindacati degli inquilini alla ricerca di soluzioni che tutelino le famiglie a rischio. Ma deve essere chiaro che la città di Bari non può essere lasciata sola ad affrontare i drammi della povertà : per questo è necessario rafforzare l’impegno congiunto di tutte le istituzioni territoriali, dalla Regione Puglia, alla Prefettura, al Tribunale ordinario. Stiamo comunque provvedendo ad approfondire il caso della famiglia Belviso per non lasciare intentata alcuna strada”.
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