di Nicola Ricchitelli - A qualche giorno dalla fine della prima edizione del Gay Pride 2013 qui a Barletta, abbiamo fatto due chiacchiere con Michele Pio Antolini, presidente del movimento Arcigay della Bat.
Tema centrale della chiacchierata avuta con Antolini è, per l’appunto, il rapporto del barlettano con l’omosessualità: «L'omosessuale per il barlettano? Per qualcuno “Froscionn”, persone come tutte le altre per molti».
D: Dimmi un po’ Michele, com'è la vita di un'omosessuale qui a Barletta?
R: «Bella domanda, la mia normale e tranquilla. L’omosessuale medio? No, non la vive bene. E’ una questione personale, certamente, ma il Coming Out aiuta a vivere meglio e felicemente».
D: Nel corso di questi anni qui in città sono stati fatti più passi avanti o passi indietro in merito all'argomento?
R: «Certamente passi in avanti. Sennò Arcigay Bat non sarebbe servita».
D: Come mai è raro vedere tra le strade della città due uomini o due donne passeggiare mano nella mano o darsi un bacio?
R:«Bè una sera esci con il mio gruppo di amici, vedrai che non’è raro. Comunque questa domanda ha la stessa risposta della prima».
D: Qual è la reazione della gente barlettana di fronte a eventuali effusioni in pubblico?
R: «Bè, anche qui ognuno ha una reazione diversa: comunque generalmente suscita scalpore e meraviglia».
D: Qual è la reazione di un padre ed una madre qui a Barletta dinnanzi alla notizia dell'omosessualità del proprio figlio o figlia?
R: «Qui ci sono tante possibilità, tuttavia, più che analizzare quali sarebbero le varie reazione è sempre fondamentale il proprio 'coming out': noi possiamo sostenere le persone a intraprendere il proprio percorso. Perché molti si pongono questa domanda “chissà come la prendono i miei genitori”, se hai fatto il coming out interno questa domanda è già superata».
D: Il commento più brutto e quello più simpatico che vi è capitato di sentire da un barlettano su di voi?
R: «…(ride), no comment sulla prima, sulla seconda tanti ringraziamenti».
D: Avete mai vissuto episodi di intolleranza da parte di cittadini barlettani?
R: A chi fa parte di Arcigay Bat non hanno il coraggio di farci del male. Noi rendiamo forti chiunque.
D: Per il barlettano un omosessuale è?
R: «Eheheh: ad alcuni (sono sempre meno) siamo “Froscionn” ad moltissimi: persone come tutte le altre».
D: Questione Chiesa: qual è l'approccio dei sacerdoti barlettani nei vostri confronti?
R: «Non mi è mai pervenuta nessuna notizia».
D: Quanto c'è ancora da fare sia a livello politico e sia a livello sociale in merito all'argomento?
R: «Tantissimo, c’è da fare un radicale cambiamento della mentalità, specialmente nelle scuole, e non solo negli alunni, ma soprattutto nei dirigenti e professori. A livello politico, dopo le recenti amministrative, pare che ci siano buoni presupposti».
Tema centrale della chiacchierata avuta con Antolini è, per l’appunto, il rapporto del barlettano con l’omosessualità: «L'omosessuale per il barlettano? Per qualcuno “Froscionn”, persone come tutte le altre per molti».
D: Dimmi un po’ Michele, com'è la vita di un'omosessuale qui a Barletta?
R: «Bella domanda, la mia normale e tranquilla. L’omosessuale medio? No, non la vive bene. E’ una questione personale, certamente, ma il Coming Out aiuta a vivere meglio e felicemente».
D: Nel corso di questi anni qui in città sono stati fatti più passi avanti o passi indietro in merito all'argomento?
R: «Certamente passi in avanti. Sennò Arcigay Bat non sarebbe servita».
D: Come mai è raro vedere tra le strade della città due uomini o due donne passeggiare mano nella mano o darsi un bacio?
R:«Bè una sera esci con il mio gruppo di amici, vedrai che non’è raro. Comunque questa domanda ha la stessa risposta della prima».
D: Qual è la reazione della gente barlettana di fronte a eventuali effusioni in pubblico?
R: «Bè, anche qui ognuno ha una reazione diversa: comunque generalmente suscita scalpore e meraviglia».
D: Qual è la reazione di un padre ed una madre qui a Barletta dinnanzi alla notizia dell'omosessualità del proprio figlio o figlia?
R: «Qui ci sono tante possibilità, tuttavia, più che analizzare quali sarebbero le varie reazione è sempre fondamentale il proprio 'coming out': noi possiamo sostenere le persone a intraprendere il proprio percorso. Perché molti si pongono questa domanda “chissà come la prendono i miei genitori”, se hai fatto il coming out interno questa domanda è già superata».
D: Il commento più brutto e quello più simpatico che vi è capitato di sentire da un barlettano su di voi?
R: «…(ride), no comment sulla prima, sulla seconda tanti ringraziamenti».
D: Avete mai vissuto episodi di intolleranza da parte di cittadini barlettani?
R: A chi fa parte di Arcigay Bat non hanno il coraggio di farci del male. Noi rendiamo forti chiunque.
D: Per il barlettano un omosessuale è?
R: «Eheheh: ad alcuni (sono sempre meno) siamo “Froscionn” ad moltissimi: persone come tutte le altre».
D: Questione Chiesa: qual è l'approccio dei sacerdoti barlettani nei vostri confronti?
R: «Non mi è mai pervenuta nessuna notizia».
D: Quanto c'è ancora da fare sia a livello politico e sia a livello sociale in merito all'argomento?
R: «Tantissimo, c’è da fare un radicale cambiamento della mentalità, specialmente nelle scuole, e non solo negli alunni, ma soprattutto nei dirigenti e professori. A livello politico, dopo le recenti amministrative, pare che ci siano buoni presupposti».