"Bilancio AQP conferma solidità ormai storica azienda"

BARI - “Il bilancio AQP è stato approvato e ha confermato la solidità ormai storica dell'azienda e la capacità del management che negli ultimi anni si è susseguito e di tutti i dipendenti. Tutto questo fornisce la prova della necessità di evitare annunci su rivoluzioni già ampiamente compiute, fermandoci a propagandare e rendere solido quanto già fatto, con l'utilizzo di parole possibilmente sobrie e prive di retorica; allo scopo il carattere e la nota professionalità dell'attuale AU Gioacchino Maselli, della cui decisione di restare mi compiaccio, è una garanzia e fornirà sicuro aiuto per i processi nuovi che eventualmente potrebbero aprirsi (per esempio, il transito delle funzioni irrigue dai Consorzi di bonifica all'AQP) e nell'evitare alcuni errori e qualche annuncio di troppo dell'azionista, detto a commento della delibera di indirizzo approvata dalla Giunta regionale venerdì scorso."
 Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, commentando l'esito dell'assemblea dei soci di AQP svoltasi ieri.
 "Nel merito e sommariamente. L'utile netto consolidato è stato di 17 milioni, inferiore rispetto ai risultati positivi degli ultimi anni per tre motivi: 1) le nuove regole di contabilizzazione delle somme introitate per gli allacci: prima di una recententissima delibera dell'Autorità per l'Energia e il Gas, queste erano considerate ricavi e non contributi. 2) le somme introitate dal Fondo Nuovi Investimenti - FoNI (introdotto sempre con la nuova delibera dell'Autorità) e deliberate ad aprile dall'Autorità Idrica Pugliese (AIP) contengono una parte (relativa al 2012) da destinare al diritto all'acqua delle fasce meno abbienti, poste purtroppo a carico dell'incremento tariffario a causa del mancato versamento di 120 milioni che la Regione aveva promesso con la stipula di un protocollo d'intesa. Sull'argomento siamo ancora in attesa di capire il motivo di tale mancato versamento da parte della Regione, che costringe pertanto l'AIP a reperire tali risorse dalle tasche dei cittadini. 3) incremento degli ammortamenti per via dei notevoli investimenti realizzati da AQP negli ultimi anni, che hanno rappresentato la cifra propagandata in Italia e all'estero dell'efficienza e buona amministrazione di AQP.
Il quadro così rappresentato determina dunque uno stato di ottima salute dell'azienda, che però sconta qualche problema.
Il primo: come già detto, il FoNI prevede le agevolazioni tariffarie a carico delle tasche dei cittadini (con generalizzato incremento tariffario sulle bollette), con revoca quindi dell'impegno della Regione a versare direttamente quelle somme. Ciò vuol dire che l'annuncio di venerdì scorso del Presidente della Regione, di fornire l'acqua ai meno abbienti (con agevolazioni tariffarie e con la restituzione per il 2012),  non è il frutto di una decisione dell'azionista o dell'azienda, ma del prelievo incrementato dalla tariffa che ho ampiamente contestato e che è oggetto di una richiesta d'informativa all'aula avanzata dal gruppo PD nelle scorse settimane. Sul punto è opportuno che si pronuncino parole di verità, evitando al massimo umane e naturali propensioni alla propaganda.
Il secondo: l'assemblea degli azionisti ha deliberato di destinare il Fondo oneri statutari, quello nato per garantire l'ampliamento del diritto all'acqua nell'ambito del servizio idrico integrato, agli utenti assegnatari di case popolari e agli oneri per la fornitura di acqua ai migranti per la campagna del 2013. Orbene, mentre per la prima destinazione (case popolari) non mi pare contestabile la compatibilità con il servizio idrico integrato, anche se bisognerebbe verificare con puntualità l'illegale fenomeno di occupazione abusiva degli alloggi che penalizza anche gli assegnatari che regolarmente pagano, per la seconda (migranti) mi pare che non vi sia alcuna compatibilità con il servizio idrico integrato, per cui la destinazione non mi appare inerente. Sul punto e considerata la mia nota propensione alla solidarietà, ricordo che negli anni scorsi il problema dell’acqua agli immigrati si era posto diverse volte, risolvendolo a carico del bilancio autonomo della Regione, nell’ambito delle opportune politiche di accoglienza e solidarietà. L’ipotesi di destinare una parte degli utili di AQP all’iniziativa, per sottrarre il peso economico al bilancio della Regione, era stata a più riprese paventata ma non perseguita, proprio a causa dei rigori dello statuto di AQP (divieto di distribuzione degli utili) e del rispetto delle norme contabili vigenti in materia di spesa inerente. Mi stupisce che dopo alcuni anni il problema si riproponga, con soluzione ampiamente abbandonata, utilizzando AQP e il suo Fondo speciale come strumento 'sussidiario' per il raggiungimento di fini propri della Regione e non certamente del servizio idrico integrato. Mi aspetto che su tale questione si possa esprimere al più presto il Collegio dei Revisori dei Conti, evitando in anticipo rilievi da parte della Corte dei conti.
Infine: la circostanza di abbandonare la fusione per incorporazione di alcune società collegate (per esempio PURA), annunciata con spirito rivoluzionario nonostante la scelta sia di per se stessa neutra, non appare spiegata e quindi risulta meritevole di maggiori ragguagli; la giustificazione addotta nel comunicato stampa emesso a conclusione dell'assemblea ("elaborazione di un apposito piano industriale") non si concilia con il giusto entusiasmo sindacale sulla decisione e con l'avvio del procedimento di consultazione, così come prescrive la normativa. Se mancava un piano industriale, quale è stato l'oggetto della consultazione con i sindacati?
Tanto mi sento di affermare nello spirito di collaborazione su alcune decisioni che potrebbero essere riviste per meglio raggiungere gli scopi di ulteriore efficienza e nel dare atto al Governo regionale di aver confermato la linea di rigore e crescita di AQP, così come è stata interpretata  negli ultimi anni e nei primissimi mesi della gestione Maselli. Se solo volessimo attenerci ai fatti ed espellendo AQP da soggetto idoneo alla lotta politica e alle congiure di palazzo, da chiunque interpretate".

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