Bisceglie, confronto in Rai tra Casella e Spina: chi sale e chi scende
di Francesco Brescia - Non è compito del giornalista tifare per uno schieramento o per un altro.
Compito del giornalista è riportare, a suo modo di vedere le cose, sempre con professionalità e distacco emotivo, ma anche con equivicinanza (molto diversa dall'equidistanza), un fatto, una notizia.
Forse siamo rimasti tra i pochi a pensarla così. Si è tenuto quest'oggi l'atteso (atteso da chi? Ah, si, dai candidati che potrebbero 'scattare' nel caso in cui vinca l'uno e nel caso in cui vinca l'altro...) confronto tv (su RaiTre) tra i due candidati alla carica di primo cittadino di Bisceglie al ballottaggio (9 e 10 giugno): rag. Gianni Casella e avv. Francesco Spina (in rigoroso ordine alfabetico).
Sale Spina quando guardando fisso nella camera, come se avesse davanti senza timore alcuno, ogni singolo biscegliese, non risponde alle stoccate del suo competitor ma si attiene a rispondere alle domande precise del moderatore.
Scende Casella quando risponde alle domande sorridendo (o ridendo) forse un pò troppo, semplicemente per celare nervosismo o, se così non fosse, per sbeffeggiare il suo avversario politico: è un confronto serio, non una partita di burraco in cui si è già convinti di aver vinto.
Sale, però, Casella, quando parla di numeri, di cifre riscontrabili e concrete, quando inanella una serie di risultati (negativi, a suo dire) purtroppo maturati nel corso dell'Amministrazione Spina. Scende subito, però, quando dimentica che, di quell'Amministrazione, ha fatto parte (va bene, ok, per 'soli' diciotto mesi come tiene tanto a precisare, ma sempre un anno e mezzo è stato, e non è poco!),
Scende Spina quando non riesce a trattenersi dalla voglia (abbastanza comprensibile, direi) di dire al suo rivale che il Pdl (così come la coalizione di centro-destra) ha ottenuto la percentuale più bassa della storia politica biscegliese e che un altro ex vice sindaco, il senatore Amoruso, ha 'tramato' alle spalle e tradito l'alleanza: non è (più) il caso di ricordare ciò che è stato (il 'ciò che è stato' qualifica chi lo ha fatto), ma ora è il momento di rispondere alle domande e parlare di contenuti.
E risale subito Spina perché ha parlato di milioni e milioni giunti durante i suoi sette anni dalla Regione e da Roma per importanti interventi strutturali e sociali.
Questi sono risultati, queste sono cifre, questo è ciò di cui si dovrebbe parlare in campagna elettorale.
Non datevi i pizzicotti, non fatevi i dispettucci: non ci interessano i lividi che vi siete fatti e chi ha il livido più grande e chi è più bravo a dare i pizzicotti!
Casella scende di nuovo quando, nel rispondere, non si attiene alle domande che il giornalista-moderatore gli rivolge: non si può, alla domanda “Che ore sono?”, rispondere con “Ho dimenticato le chiavi nel cruscotto”!
Scende Spina perché non guarda mai negli occhi l'avversario: non è ben chiaro se lo faccia perché provi dei sentimenti di bassa caratura nei confronti di come ha agito il suo competitor o perché sia troppo concentrato (Spina, in questo, è ben allenato) sulla lucina rossa della telecamera. Puoi anche provare i sentimenti più biechi verso il nemico (politico), ma il nemico (politico) va comunque guardato negli occhi.
Casella è sceso ogni volta che, con la sua voce, si è accavallato a quella del suo rivale che, invece, aveva ottenuto la parola dal moderatore. Di risatine e paroline di sottofondo non sappiamo che farcene e poi disturbano.
Sale Casella perché ha incoraggiato le imprese locali, i lavoratori, i piccoli imprenditori a investire sul territorio cittadino, ha parlato anche di svolgere il ruolo di sindaco tra la gente e non in segrete stanze, tra partiti e riunioni, cosa che spesso impedisce al cittadino di avere un colloquio con il suo sindaco. Ma aggiungerei che, di partiti (al plurale), se ne intende bene anche lui.
Spina sale perché, pur essendo stato vittima di uno sgambetto, non piagnucola e non chiede comprensione in ginocchio, ma si mostra determinato, ancora sicuro dell'attaccamento dei cittadini nei suoi confronti e perché rivendica la sua impostazione centrista (seppur in vari movimenti o partiti) e perché parla di magistratura con serenità, non come un'arma contro il nemico, ma come strumento per appurare, per accertare la verità.
Sale anche quando ammette la forza della sinistra biscegliese (solo quando si presenta unita). Scendono entrambi quando, però, fanno capire che il reale confronto elettorale si misurava sui candidati Casella-Spina.
Prime donne, non ne vogliamo. Grazie. Casella scende quando dice di aver condiviso una buona amicizia con il suo avversario: è brutta l'immagine di un'amicizia rovinata o addirittura annientata per questioni legate direttamente o indirettamente alla politica.
Le amicizie, se salde, non d'interesse, durano. E Spina, che sale, glielo fa notare. Ora, biscegliesi, pro-Casella, pro-Spina, di sinistra e a 5 stelle... domenica 9 e lunedì 10 giugno andate a scegliere chi preferite quale sindaco della vostra città, della nostra città. Senza turarvi il naso possibilmente.
Chi diventa sindaco ha il dovere morale di essere il sindaco di tutti. Non c'è dubbio (non c'è?) di credere che Casella o Spina agiranno non mossi da vendetta ma da spirito di servizio per la città.
Forse siamo rimasti tra i pochi a pensarla così. Si è tenuto quest'oggi l'atteso (atteso da chi? Ah, si, dai candidati che potrebbero 'scattare' nel caso in cui vinca l'uno e nel caso in cui vinca l'altro...) confronto tv (su RaiTre) tra i due candidati alla carica di primo cittadino di Bisceglie al ballottaggio (9 e 10 giugno): rag. Gianni Casella e avv. Francesco Spina (in rigoroso ordine alfabetico).
Sale Spina quando guardando fisso nella camera, come se avesse davanti senza timore alcuno, ogni singolo biscegliese, non risponde alle stoccate del suo competitor ma si attiene a rispondere alle domande precise del moderatore.
Scende Casella quando risponde alle domande sorridendo (o ridendo) forse un pò troppo, semplicemente per celare nervosismo o, se così non fosse, per sbeffeggiare il suo avversario politico: è un confronto serio, non una partita di burraco in cui si è già convinti di aver vinto.
Sale, però, Casella, quando parla di numeri, di cifre riscontrabili e concrete, quando inanella una serie di risultati (negativi, a suo dire) purtroppo maturati nel corso dell'Amministrazione Spina. Scende subito, però, quando dimentica che, di quell'Amministrazione, ha fatto parte (va bene, ok, per 'soli' diciotto mesi come tiene tanto a precisare, ma sempre un anno e mezzo è stato, e non è poco!),
Scende Spina quando non riesce a trattenersi dalla voglia (abbastanza comprensibile, direi) di dire al suo rivale che il Pdl (così come la coalizione di centro-destra) ha ottenuto la percentuale più bassa della storia politica biscegliese e che un altro ex vice sindaco, il senatore Amoruso, ha 'tramato' alle spalle e tradito l'alleanza: non è (più) il caso di ricordare ciò che è stato (il 'ciò che è stato' qualifica chi lo ha fatto), ma ora è il momento di rispondere alle domande e parlare di contenuti.
E risale subito Spina perché ha parlato di milioni e milioni giunti durante i suoi sette anni dalla Regione e da Roma per importanti interventi strutturali e sociali.
Questi sono risultati, queste sono cifre, questo è ciò di cui si dovrebbe parlare in campagna elettorale.
Non datevi i pizzicotti, non fatevi i dispettucci: non ci interessano i lividi che vi siete fatti e chi ha il livido più grande e chi è più bravo a dare i pizzicotti!
Casella scende di nuovo quando, nel rispondere, non si attiene alle domande che il giornalista-moderatore gli rivolge: non si può, alla domanda “Che ore sono?”, rispondere con “Ho dimenticato le chiavi nel cruscotto”!
Scende Spina perché non guarda mai negli occhi l'avversario: non è ben chiaro se lo faccia perché provi dei sentimenti di bassa caratura nei confronti di come ha agito il suo competitor o perché sia troppo concentrato (Spina, in questo, è ben allenato) sulla lucina rossa della telecamera. Puoi anche provare i sentimenti più biechi verso il nemico (politico), ma il nemico (politico) va comunque guardato negli occhi.
Casella è sceso ogni volta che, con la sua voce, si è accavallato a quella del suo rivale che, invece, aveva ottenuto la parola dal moderatore. Di risatine e paroline di sottofondo non sappiamo che farcene e poi disturbano.
Sale Casella perché ha incoraggiato le imprese locali, i lavoratori, i piccoli imprenditori a investire sul territorio cittadino, ha parlato anche di svolgere il ruolo di sindaco tra la gente e non in segrete stanze, tra partiti e riunioni, cosa che spesso impedisce al cittadino di avere un colloquio con il suo sindaco. Ma aggiungerei che, di partiti (al plurale), se ne intende bene anche lui.
Spina sale perché, pur essendo stato vittima di uno sgambetto, non piagnucola e non chiede comprensione in ginocchio, ma si mostra determinato, ancora sicuro dell'attaccamento dei cittadini nei suoi confronti e perché rivendica la sua impostazione centrista (seppur in vari movimenti o partiti) e perché parla di magistratura con serenità, non come un'arma contro il nemico, ma come strumento per appurare, per accertare la verità.
Sale anche quando ammette la forza della sinistra biscegliese (solo quando si presenta unita). Scendono entrambi quando, però, fanno capire che il reale confronto elettorale si misurava sui candidati Casella-Spina.
Prime donne, non ne vogliamo. Grazie. Casella scende quando dice di aver condiviso una buona amicizia con il suo avversario: è brutta l'immagine di un'amicizia rovinata o addirittura annientata per questioni legate direttamente o indirettamente alla politica.
Le amicizie, se salde, non d'interesse, durano. E Spina, che sale, glielo fa notare. Ora, biscegliesi, pro-Casella, pro-Spina, di sinistra e a 5 stelle... domenica 9 e lunedì 10 giugno andate a scegliere chi preferite quale sindaco della vostra città, della nostra città. Senza turarvi il naso possibilmente.
Chi diventa sindaco ha il dovere morale di essere il sindaco di tutti. Non c'è dubbio (non c'è?) di credere che Casella o Spina agiranno non mossi da vendetta ma da spirito di servizio per la città.