di Francesco Greco.
LECCE - “Caro Ministro, il paesaggio salentino, a eccezione delle città di Lecce, Maglie e Specchia Preti, non è più sottoposto, da parte di Amministrazioni Comunali e rispettivi uffici tecnici, a nessun controllo e regolamentazione per la conservazione e tutela. Nelle commissioni edilizie di ogni comune di Terra d’Otranto e Leuca dei secoli scorsi, erano vigenti e obbligatorie norme severe e persuasive circa la scelta e il rispetto dei colori, i materiali e gli stili architettonici tipici del paesaggio mediterraneo. Dagli anni ’60 queste normative sono andate man mano scemando, fino a scomparire del tutto con l’avvento del regime consumistico che privilegia i prodotti chimici e industriali incompatibili con il nostro clima, a danno di quelli tradizionali e naturali esistenti sul territorio”.
L’artista leccese Ezio Sanapo torna su un tema a lui caro, su cui riflette da molti anni: il ritorno al bianco della calce del paesaggio di Terra d’Otranto. E lo fa con una lettera aperta al neo-ministro dei Beni Culturali, il leccese Massimo Bray.
“Paradossalmente – afferma il pittore, le cui parole sono sottoscritte anche dal Comitato organizzatore della Notte Verde di Castiglione d’Otranto, nel Leccese - nello stesso arco di tempo in cui è stato riscoperto e rivalutato il patrimonio coreografico-musicale popolare salentino, il paesaggio urbano ed extraurbano, altrettanto popolare, iniziava il suo declino e oggi rischia di essere cancellato dal ricorso diffuso alla colorazione esagerata delle facciate ed eccessivo ricorso alla pietra a vista nei centri nei centri urbani”.
Ciò accade sia per l’assenza di normativa adeguata che riconosca il valore del paesaggio, il mancato controllo da parte degli uffici tecnici comunali e la scarsa sensibilità dei cittadini che nella pitturazione delle loro case inventano i colori più improbabili e volgari. Dal paesaggio non passa solo un’idea estetica ma anche, o soprattutto, un patrimonio identitario e di valori non relativizzabili.
Il suo degrado è, come dire, ontologico e Sanapo (che è nato a Supersano e vive a Tricase, dove ha l’atelier) preoccupato, così prosegue: “Il proliferare, nelle nuove costruzioni, di forme architettoniche estranee alla nostra identità culturale; il diffondersi di graffiti e scritte con bombolette spray sui muri dei centri urbani e periferici che per assuefazione agli occhi degli abitanti (ma non dei turisti), evidenziano un paesaggio emergente che avanza indisturbato e si sovrappone a quello preesistente, fino alla cancellazione totale, e con essa, la memoria storica”.
Quali sono i rischi che Terra d’Otranto corre? Spiega ancora l’artista: “Se in questi ultimi anni Il Salento è stato apprezzato sotto l’aspetto musicale è un merito che va sottolineato. Ma tutto ciò può essere però vanificato, perché è inconcepibile che considerazione e apprezzamento non vengano fatti anche per il patrimonio paesaggistico che ha la stessa storia. Ed è, anzi, il contesto stesso di quello musicale, entrambi parti integranti di due diverse civiltà millenarie, quella contadina e quella classica che, proprio grazie a delle regole, sono state tramandate fino a noi, rispettandosi a vicenda e che noi oggi potremmo con orgoglio presentare, come testimonianza, ai visitatori che concorrono allo sviluppo turistico ed economico del Salento”.
Sanapo e altri intellettuali, anni fa, firmarono un manifesto in difesa del bianco-calce per richiamare l’attenzione di amministrazioni locali e cittadini e lo diffusero nelle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni e spingerle “a prendere coscienza su un problema che per essere risolto non ha bisogno di finanziamenti e che ciò nonostante, per la sua cronicità, trova forti resistenze”.
Il Comitato Notte Verde rilancerà la questione il 31 agosto facendone il tema della prossima edizione dell’appuntamento che l’anno scorso riscosse un enorme successo, titolo: “Elogio al bianco della calce”. In quella data, a Castiglione sarà diffusa la presa di posizione del Ministro Bray e annunciate altre iniziative in materia.
LECCE - “Caro Ministro, il paesaggio salentino, a eccezione delle città di Lecce, Maglie e Specchia Preti, non è più sottoposto, da parte di Amministrazioni Comunali e rispettivi uffici tecnici, a nessun controllo e regolamentazione per la conservazione e tutela. Nelle commissioni edilizie di ogni comune di Terra d’Otranto e Leuca dei secoli scorsi, erano vigenti e obbligatorie norme severe e persuasive circa la scelta e il rispetto dei colori, i materiali e gli stili architettonici tipici del paesaggio mediterraneo. Dagli anni ’60 queste normative sono andate man mano scemando, fino a scomparire del tutto con l’avvento del regime consumistico che privilegia i prodotti chimici e industriali incompatibili con il nostro clima, a danno di quelli tradizionali e naturali esistenti sul territorio”.
L’artista leccese Ezio Sanapo torna su un tema a lui caro, su cui riflette da molti anni: il ritorno al bianco della calce del paesaggio di Terra d’Otranto. E lo fa con una lettera aperta al neo-ministro dei Beni Culturali, il leccese Massimo Bray.
“Paradossalmente – afferma il pittore, le cui parole sono sottoscritte anche dal Comitato organizzatore della Notte Verde di Castiglione d’Otranto, nel Leccese - nello stesso arco di tempo in cui è stato riscoperto e rivalutato il patrimonio coreografico-musicale popolare salentino, il paesaggio urbano ed extraurbano, altrettanto popolare, iniziava il suo declino e oggi rischia di essere cancellato dal ricorso diffuso alla colorazione esagerata delle facciate ed eccessivo ricorso alla pietra a vista nei centri nei centri urbani”.
Ciò accade sia per l’assenza di normativa adeguata che riconosca il valore del paesaggio, il mancato controllo da parte degli uffici tecnici comunali e la scarsa sensibilità dei cittadini che nella pitturazione delle loro case inventano i colori più improbabili e volgari. Dal paesaggio non passa solo un’idea estetica ma anche, o soprattutto, un patrimonio identitario e di valori non relativizzabili.
Il suo degrado è, come dire, ontologico e Sanapo (che è nato a Supersano e vive a Tricase, dove ha l’atelier) preoccupato, così prosegue: “Il proliferare, nelle nuove costruzioni, di forme architettoniche estranee alla nostra identità culturale; il diffondersi di graffiti e scritte con bombolette spray sui muri dei centri urbani e periferici che per assuefazione agli occhi degli abitanti (ma non dei turisti), evidenziano un paesaggio emergente che avanza indisturbato e si sovrappone a quello preesistente, fino alla cancellazione totale, e con essa, la memoria storica”.
Quali sono i rischi che Terra d’Otranto corre? Spiega ancora l’artista: “Se in questi ultimi anni Il Salento è stato apprezzato sotto l’aspetto musicale è un merito che va sottolineato. Ma tutto ciò può essere però vanificato, perché è inconcepibile che considerazione e apprezzamento non vengano fatti anche per il patrimonio paesaggistico che ha la stessa storia. Ed è, anzi, il contesto stesso di quello musicale, entrambi parti integranti di due diverse civiltà millenarie, quella contadina e quella classica che, proprio grazie a delle regole, sono state tramandate fino a noi, rispettandosi a vicenda e che noi oggi potremmo con orgoglio presentare, come testimonianza, ai visitatori che concorrono allo sviluppo turistico ed economico del Salento”.
Sanapo e altri intellettuali, anni fa, firmarono un manifesto in difesa del bianco-calce per richiamare l’attenzione di amministrazioni locali e cittadini e lo diffusero nelle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni e spingerle “a prendere coscienza su un problema che per essere risolto non ha bisogno di finanziamenti e che ciò nonostante, per la sua cronicità, trova forti resistenze”.
Il Comitato Notte Verde rilancerà la questione il 31 agosto facendone il tema della prossima edizione dell’appuntamento che l’anno scorso riscosse un enorme successo, titolo: “Elogio al bianco della calce”. In quella data, a Castiglione sarà diffusa la presa di posizione del Ministro Bray e annunciate altre iniziative in materia.
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