Clamoroso Masiello: "Con il Lecce la mia partita fu regolare"

di Alessio Amato - La tragicommedia legata al filone barese del calcioscommesse, ed in modo particolare al derby del maggio 2011 che è costato la retrocessione per illecito sportivo all'Unione Sportiva Lecce, assume un risvolto clamoroso in seguito alle dichiarazioni rilasciate da Andrea Masiello alla Gazzetta dello Sport.

Una vicenda che era già  in partenza avvolta da un alone di mistero e perplessità, viste le continue ritrattazioni dei calciatori coinvolti e la posizione ferma su cui era sempre rimasta l'ex dirigenza del club salentino, ma che adesso assume le caratteristiche di pantomima con le parole dell'ex centrale barese: “Non ho fatto apposta qull'autogol, la mia fu una gara giocata regolarmente”.

A questo punto le legittime domande che si pongono sportivi tutti, ed in modo particolare i tifosi del Lecce, sorgono spontanee: perché dichiararsi colpevole?

“Ero sotto pressione e sfinito. Gli inquirenti erano convinti della mia colpevolezza, e dopo aver collaborato rispondendo sinceramente a tutte le domande, nonostante avessi negato di aver venduto il derby, alla fine risposi di si.” Masiello ha poi aggiunto: “Tra qualche anno vorrei raccontare a mia figlia tutta la verità, tutti gli errori che ho commesso. Sul derby, però, ho bisogno di togliermi questo sassolino e fare chiarezza”.

A questo punto, la chiarezza  di cui Andrea Masiello sentiva la necessità, è richiesta con i dovuti interessi dall'ambiente leccese, che si sente a questo punto vittima e non più carnefice, relegato nei bassifondi per un illecito che a questo punto non sarebbe stato commesso, costretto a scontare una pena causata dalla anche comprensibile paura e confusione di un uomo, ma dalla imperdonabile fragilità del sistema italiano della giustizia, sportiva e non.

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