Congresso Idv, Di Pietro: "Via nome dal simbolo"

dal nostro inviato Francesco Greco.
ROMA - Dalla prospettiva delle due cifre al naufragio dentro Rivoluzione Civile alle ultime Politiche. Ascesa e declino di Italia dei Valori, partito riformista, antisistema, semanticamente in lotta per la legalità, la trasparenza, ieri contro Berlusconi, Monti, la riforma Fornero, e oggi all'opposizione del governissimo. Con la password della questione morale si ancorò nel territorio trovando audience, eleggendo parlamentari (24 deputati, 12 senatori e 5 europarlamentari) e rappresentanti in Regioni, Province e Comuni. (Foto congresso: P.Briotti)
 
Ma ne restò vittima. Fatale una puntata di "Report": tema case e particelle catastali (una polpetta avvelenata? Di chi la mano? Si accettano suggerimenti...) e inchieste su Razzi, Scilipoti, De Gregorio troppo frettolosamente imbarcati. Idv sbandò, imbarcò acqua.

Nacque nel 1998 fondata da Antonio Di Pietro (foto di Pino Briotti), che lasciò la toga e ne divenne presidente. Carica che oggi, al congresso straordinario che si svolge a Roma, al Centro Congressi "Roma Eventi" a due passi da Piazza di Spagna (anche in streaming), ha messo a disposizione per uno stop and go per ritrovare credibilità,  "un lavoro da formiche" ha detto il delegato regionale del Veneto. Per un'Italia dei Valori 2-0 che, sempre nel centrosinistra, si propone di tornare nelle istituzioni, a partire dal 2014, elezioni europee, con Di Pietro in stand-by come capolista.
 
Da 5 le mozioni (i firmatari candidati alla segreteria) sono scese a tre: Nicola Scalera, Niccolò Rinaldi e Ignazio Messina. Per la cronaca hanno ritirato la candidatura Antonio Borghesi e Matteo Castellarin. Dopo la relazione di ieri di Di Pietro, che propone il suo libro "Il guastafeste", invocato come "padre nobile", "presenza scomoda per i potenti, ma comodo per i cittadini" (il delegato pugliese Luciano Pisanello), "vicino ai lavoratori" (Pierfelice Zazzera, altro pugliese, parlamentare uscente), la giornata è vissuta negli altri interventi dei rappresentanti territoriali, sviluppati su due livelli: il grido di dolore per quanto accaduto e la reazione "fiera e orgogliosa" di chi lavora per il rilancio, il ritorno in una realtà dura, con disoccupazione, suicidi, perdita di diritti delle fasce più deboli: un Paese alla deriva che chiede di ripartire e a cui Idv offre una sponda ideale proponendosi di tornare fra i cittadini e la loro sofferenza.
 
"Ripulire, ripulire, ripulire", è stato il grido che ha unito molti degli interventi sotto lo sguardo di un Di Pietro attento (ieri aveva detto anche "dobbiamo dare segnali chiari: metteremo tutto on line") di cui qualcuno ha ricordato che "dopo 3 ore invitava l'indagato a dimettersi". Interfacce di un partito ferito nella sua dignità, fatto di persone per bene che dalle periferie, dove lavorano in prima linea con passione spendendosi su tantissime tematiche, sono arrivate a dolersi aprendo un interminabile cahièrs de doleances. Di Pietro ieri aveva aggiunto di voler "ridare potere ai territori dove c'è impegno quotidiano". Il delegato dalla Calabria ha ricordato la lotta di Idv alla criminalità organizzata. Commuovente l'intervento di Gabriele Rossi, Emilia Romagna: "Ripartiamo da facce nuove e credibili, nella massima trasparenza". Manfredi Nulli, responsabile Idv nel Regno Unito (vive a Londra da 20 anni) ha invitato a essere "più lombrosiani nella selezione delle persone". La mattinata è corsa via fra inviti a rimboccarsi le maniche, rompere col passato, a dar voce "all'altra Italia" (Niccolò Rinaldi) perché per Idv "si aprono delle vere e proprie praterie", nella convinzione che "i cittadini non ci daranno una seconda chance: per tornare all'8% dobbiamo rompere la dicotomia fra quel che diciamo e quello che facciamo e per questo serve una nuova classe dirigente che riconquisti la fiducia dei cittadini". Qualcuno ha inoltre rivendicato il merito della condanna penale di Berlusconi, qualcun altro proposto la rinuncia al finanziamento pubblico e proposto la centralità del lavoro nella lotta politica, e non è mancato chi ha detto chiaro che non intende fare "il mendicante del Pd". Applauditissimo il filosofo Gianni Vattimo, parlamentare europeo, che ha messo l'accento sulla drammatica realtà sociale che attraversiamo e le tensioni che il Paese vive: "Attenzione - ha ammonito - il governo potrebbe difendere in strada e nelle piazze le sue politiche del rigore mentre cresce il malcontento popolare". Come dire: la Grecia è dietro l'angolo...

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