di Nicola Zuccaro - Un patto di Stabilità utile al semplice cambio delle valute con l'euro, un sistema creditizio rigido che impedisce gli investimenti sull'acquisto della prima casa e una criminalità organizzata pronta
ad inserirsi nei cantieri. Sono i tre elementi indicati da Michele Emiliano nella confrenza stampa che ha chiuso nella tarda mattinata del 19 Giugno la manifestazione "Insieme per il Lavoro".
Nella duplice veste di Sindaco del capoluogo pugliese e da Vice Presidente Regionale dell'Anci Puglia, Emiliano è andato giù duro lamentando, come nel caso della crisi che investe il settore edile, l'assenza di un Governo che governi e che pur cambiando Premier non vuole risolvere i problemi che affliggono l'Italia.
Nella fattispecie di Bari, Emiliano ha speso una lancia a favore dell'edilizia poichè - come ha sottolineato - essa è chiamata a svolgere una funzione sociale rilevante ai fini della riqualificazione cittadina ed in particolare delle zone degradate del capoluogo.
Schierandosi al fianco dei principali attori della crisi quali Ance Bari-Bat, Filca-Cgil, Filca - Cisl e Fenea - Uil, il primo cittadino barese ha maggiormente tuonato contro il Governo Nazionale per la stretta imposta dal Patto di Stabilità non solo per le ragioni monetarie precedentemente elencate ma anche per aver bloccato 800 milioni di opere pubbliche.
Una cifra che se sbloccata darebbe ossigeno all'economia e fiato all'occupazione per uno dei settori centrali dell'indotto produttivo italiano.
Nella duplice veste di Sindaco del capoluogo pugliese e da Vice Presidente Regionale dell'Anci Puglia, Emiliano è andato giù duro lamentando, come nel caso della crisi che investe il settore edile, l'assenza di un Governo che governi e che pur cambiando Premier non vuole risolvere i problemi che affliggono l'Italia.
Nella fattispecie di Bari, Emiliano ha speso una lancia a favore dell'edilizia poichè - come ha sottolineato - essa è chiamata a svolgere una funzione sociale rilevante ai fini della riqualificazione cittadina ed in particolare delle zone degradate del capoluogo.
Schierandosi al fianco dei principali attori della crisi quali Ance Bari-Bat, Filca-Cgil, Filca - Cisl e Fenea - Uil, il primo cittadino barese ha maggiormente tuonato contro il Governo Nazionale per la stretta imposta dal Patto di Stabilità non solo per le ragioni monetarie precedentemente elencate ma anche per aver bloccato 800 milioni di opere pubbliche.
Una cifra che se sbloccata darebbe ossigeno all'economia e fiato all'occupazione per uno dei settori centrali dell'indotto produttivo italiano.
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