“Il report Ocse non rappresenta una sorpresa: anche in Puglia la situazione del sistema scuola è in costante emergenza"

BARI - “Il rapporto dell’Ocse non rappresenta certo una sorpresa. Il sistema scuola italiano continua a perdere terreno rispetto al resto d’Europa, falcidiato e penalizzato da una politica costruita solo ed esclusivamente sui tagli indiscriminati. Nel Mezzogiorno e in Puglia, poi, la situazione è ancor più grave: la dignità dell’offerta formativa, ormai, è garantita unicamente dalla professionalità e dal profondo senso del dovere dei docenti, dei dirigenti scolastici e del personale Ata, che hanno imparato, solo malgrado, a convivere con uno stato di costante emergenza e precarietà”.
Gianni Verga, Segretario Generale della UIL Scuola Puglia, commenta così l’ultimo report sull'istruzione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, "Uno sguardo sull'istruzione 2013", che ha severamente bacchettato l’Italia, dal 1995 l’unico Paese che ha costantemente tagliato le risorse destinate alla Scuola.

“In Puglia – continua Verga – siamo costretti a fare i conti con organici inadeguati in cui la precarietà è divenuta un fenomeno predominante, con gli accorpamenti selvaggi che hanno portato alla creazione di scuole sovradimensionate e spesso ingestibili e alle così dette classi pollaio. Attualmente, infatti, esistono istituti con oltre 1400 alunni, quando invece le linee di indirizzo regionali dettano un tetto massimo di 1200. In queste condizioni diventa impossibile garantire la tutela dei posti di lavoro, nonché un’offerta formativa competitiva e di qualità. Senza dimenticare i livelli ormai inaccettabili della spesa per l’edilizia scolastica. La delibera Cipe dello scorso gennaio ha destinato alla Puglia appena 150mila euro: una miseria. Il Ministero, peraltro, ha ‘dimenticato’ le zone sismiche del Sud, benché la legge prevedesse un ‘Piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici con particolare riguardo a quelli delle zone soggette a rischio sismico’. Territori che, così, oltre al danno dei tanti plessi perduti a causa dei terremoti degli ultimi tempi, che tuttora causano situazioni di estremo disagio, si ritroveranno a convivere con la beffa di dover attendere chissà quanto tempo prima di vederli risorgere”.

Il report Ocse è, secondo Verga “un campanello d’allarme assordante che non può e non deve essere ignorato con la medesima sordità messa in mostra finora dalla classe dirigente e politica italiana. Non è possibile parlare di crescita e di sviluppo senza un sistema scolastico d’eccellenza, in grado di competere a livello internazionale e di formare con qualità le nuove generazioni, preparandole all’approccio con un mercato lavorativo sempre più ostico”.

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