Ilva: "Subito un commissario per traghettare l’azienda verso l’esproprio e la nazionalizzazione"
BARI - “Si applichino senza ulteriori esitazioni gli articoli 41 e 43 della Costituzione italiana, dando attuazione al principio di utilità sociale delle imprese. E si dia corso a quanto previsto dalla legge 231, nominando un commissario che traghetti l’Ilva verso l’esproprio e, conseguentemente, alla nazionalizzazione della stessa. E’ un percorso complicato, certo, ma la gravità della situazione non consente di indugiare oltremodo”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, fa chiarezza sulla posizione della UIL a seguito dell’incontro con il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, sul futuro dell’Ilva.
“Le moderne tecnologie consentono – spiega Pugliese – di coniugare l’attività produttiva con la salute dei cittadini e dei lavoratori, nonché con la tutela dell’ambiente. Del resto, lo sosteniamo da tempo, sin dalla privatizzazione dell’Ilva, una frettolosa privatizzazione che non fu mai accompagnata da alcun dibattito parlamentare né permise allo Stato di fare cassa. Così come sosteniamo, da quell’ormai lontano 15 marzo 1995, come la famiglia Riva non esprima quell’affidabilità indispensabile per valorizzare il più grande stabilimento siderurgico d’Europa, un vero e proprio gioiello industriale che nel tempo è stato svalutato da una gestione fallimentare. Per questo, a nostro avviso ogni dubbio andrebbe fugato: i destini dell’Ilva e dei Riva devono separarsi quanto prima, come lasciato trapelare dagli stessi ministri all’industria, Zanonato e all’ambiente, Orlando. Non è più tempo di multe e sanzioni: l’attuale proprietà ha manifestato apertamente il proprio disinteresse per il futuro dello stabilimento, altrimenti non avrebbe taciuto sugli investimenti da mettere in campo previsti dall’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale), senza neanche degnarsi di presentare uno straccio di piano industriale con le relative risorse da destinare alle opere da realizzare secondo la legge. Quindi, ribadiamo, bene ha fatto la magistratura a procedere con il sequestro di 8 miliardi di euro”.
A proposito di risorse disponibili, il Segretario Generale della UIL regionale sottolinea come “allo stato attuale, le risorse per le bonifiche di 115 km quadrati di territorio siano di fatto bloccate dal patto di stabilità e, pertanto, inutilizzabili. Il provvedimento ha, così, il sapore di una clamorosa presa in giro”.
Chiusura dedicata alla questione sanitaria. “Abbiamo fatto notare al presidente Vendola, assieme ai rappresentanti della sanità tarantina – chiosa Pugliese – come gli organici e le strutture presenti nell’area jonica siano assolutamente insufficienti e inadatti a fronteggiare le emergenze in atto, figlie del disastro ambientale che si sta verificando sul territorio. Del resto, basta verificare i posti letto per abitante nella provincia di Taranto, ultima in questa speciale classifica, tanto a livello regionale che nazionale, per certificare la desolazione di una zona che non merita siffatte umiliazioni. E certamente la soluzione non può essere rappresentata dalla costruzione di un nuovo ospedale in aperta campagna, privo di collegamenti stradali e di infrastrutture urbanistiche di supporto, che tra l’altro, nella migliore delle ipotesi, sarà terminato tra 8 anni. Sarebbe una contraddizione inconcepibile rispetto all’emergenza che incalza”.