Ilva: Vendola in aula, "formula giusta persona sbagliata"

BARI - “Intendo continuare a chiedere al Parlamento, dopo averlo chiesto al governo, che nella conversione in legge del decreto, si porti a compimento la rivoluzione iniziata con il commissariamento: la formula è giusta, la persona è sbagliata". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nel corso delle comunicazioni sulla vicenda dell'Ilva di Taranto, in aula consiliare.

"Non è un giudizio sulla persona di Bondi. E' che al governo è mancato un ultimo pezzo di coraggio. Ha percorso tutta la strada tranne l'ultimo metro. Nominare commissario chi ha avuto incarico di amministratore delegato dell'Ilva è incomprensibile e deprimente".
"Il decreto - secondo Vendola - segna comunque un punto di cambiamento reale: per la prima volta l'autorità di governo si confronta con le decisioni dell'autorità giudiziaria senza percepirle come un'invasione di campo. Si è capito che la famiglia Riva non è affidabile dal punto di vista del calendario degli interventi di ambientalizzazione e del rispetto delle prescrizioni dell'Aia".
"Il commissariamento - ha aggiunto Vendola - non è un esproprio ma l'estromissione della proprietà nella gestione attuale. Siamo grati a chi rompe una storia che talvolta è stata di omertà istituzionale. Ora si specifichi bene che va affermato il primato del diritto alla salute, è alla luce di questo primato che può essere salvata Ilva. Taranto dopo aver subito uno stupro ecologico dal dopoguerra ad oggi affronta una questione economica-sociale che rischia di esplodere. Auspico che la Puglia possa ritrovare una posizione unitaria: mi è dispiaciuto molto l'assenza dei consiglieri regionali di centrodestra alla riunione presieduta da me al Cineporto. Possiamo archiviarlo come equivoco ed incomprensione tra di noi. Non si apra un conflitto. L'argomento merita attenzione e considerazione non avvelenate. Puglia può rivendicare la credibilità di un'operazione trasparenza".

È giunto il momento, secondo il Presidente della Regione Puglia “nel quale tutta la politica e tutte le articolazioni dello Stato prendano atto di quello che è accaduto e cambino l’approccio al problema Ilva. Per salvare l’azienda bisogna, dal mio punto di vista, rispettare due condizioni: la prima è che l’esercizio della vita di fabbrica sia condizionato al pieno rispetto del diritto alla salute. Non si tratta di costruire strani equilibri astratti, ma di dire che la fabbrica, per produrre, non deve nuocere alla salute dei tarantini”.

“Per l’Ilva – ha proseguito Vendola – c’è stata in questi anni solo una cattiva governance che ha mirato a nascondere la polvere sotto al tappeto. Questa governance oggi si è ulteriormente indebolita. Siamo a una deriva. Per questo, credo che la governance non debba essere più riferita ai vecchi proprietari. Per questo ritengo la figura di Bondi inadeguata allo svolgimento della funzione di commissario, perché rappresenta la continuità rispetto al passato”.

Vendola ha aggiunto che “tutti gli investimenti pubblici regionali sul futuro e sul presente, a partire dalle bonifiche, sono fatte con un quadro economico-finanziario che è ipotecato dai vincoli del Patto di Stabilità: ci sono centinaia di milioni di euro che potrebbero subito essere trasformati in cantieri per le bonifiche, ma che sono bloccati dal Patto. Questo è il messaggio che io voglio lanciare all’intera deputazione parlamentare: sbloccate il Patto di stabilità. È inutile ora parlare, cerchiamo di operare con concretezza e rapidità”.

Il presidente ha sottolineato quanto sia importante per il futuro della città di Taranto, per la Puglia in generale coniugare in perfetta armonia il diritto alla salute con quello al lavoro.
L’operazione del Commissariamento che ritengo sacrosanta – ha detto Vendola – serve proprio a salvare la fabbrica a difendere il diritto di produrre nel rispetto delle prescrizioni Aia.

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