Ilva: Vendola incontra i parlamentari pugliesi, "Estromettere i Riva dal commissariamento"

BARI - “Oggi si è svolta una riunione straordinaria per qualità e quantità di protagonisti. I deputati del Partito Democratico hanno riferito di essere impegnati con il Ministro Orlando per prepararsi per l’incontro di domani che ci sarà a Montecitorio, a loro faremo arrivare il senso di questa riunione. I parlamentari e consiglieri regionali del PdL, invece, hanno considerato inutile questo incontro: se avessero avuto la pazienza di ascoltare le cose che abbiamo detto, avrebbero capito che domani non è solo importante ascoltare quello che dirà Enrico Letta, ma è importante quello che diranno i parlamentari pugliesi a tutela degli interessi di Taranto. Per quello che mi riguarda chi è stato assente ha perso un’occasionedi avere un quadro ricco delle questioni in campo”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola a margine dell’incontro sulla questione Ilva, con i parlamentari pugliesi, i consiglieri regionali, i rappresentanti dei sindacati e di Confindustria e i rappresentanti di Arpa Puglia.

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“Noi – ha spiegato Vendola – vogliamo estromettere la famiglia Riva dalla vicenda Ilva di Taranto. Abbiamo lottato perché il primato dell’esercizio del diritto alla salute fosse considerato dallo Stato con grande serietà; talvolta, abbiamo avuto da parte delle autorità centrali un atteggiamento piuttosto conflittuale nei confronti dei provvedimenti giudiziari. Poi, abbiamo avuto la sensazione che si tentassero di aggirare gli stessi provvedimenti. Oggi, alla luce di quello che è accaduto con l’ultimo decreto di sequestro mi sono permesso di dire a tutte le autorità di Governo “smettetela!”; smettetela di immaginare che si tratti o di andare alla guerra con i giudici o, per vie traverse, con qualche arzigogolo normativo, di sottrarre ai giudici la loro competenza su questa materia”.

È giunto il momento, secondo il Presidente della Regione Puglia “nel quale tutta la politica e tutte le articolazioni dello Stato prendano atto di quello che è accaduto e cambino l’approccio al problema Ilva. Per salvare l’azienda bisogna, dal mio punto di vista, rispettare due condizioni: la prima è che l’esercizio della vita di fabbrica sia condizionato al pieno rispetto del diritto alla salute. Non si tratta di costruire strani equilibri astratti, ma di dire che la fabbrica, per produrre, non deve nuocere alla salute dei tarantini. Il secondo elemento è, a mio parere, cacciare via i Riva”.

“Per l’Ilva – ha proseguito Vendola – c’è stata in questi anni solo una cattiva governance che ha mirato a nascondere la polvere sotto al tappeto. Questa governance oggi si è ulteriormente indebolita e con le dimissioni dei quadri intermedi della fabbrica, questione tra l’altro da approfondire, siamo a una deriva. Per questo, credo che la governance non debba essere più riferita ai vecchi proprietari. Sono molto fiducioso che il Governo Letta ascolterà le nostre istanze, anche perché non vorrei che replicassimo all’infinito lo stesso copione che ci porta sempre in un vicolo cieco. Dal Governo mi aspetto il commissariamento straordinario, l’estromissione della famiglia Riva, la possibilità di attingere ad importanti salvadanai dell’attuale proprietà anche per finanziare le attività di bonifica”.

Tuttavia, ha aggiunto Vendola “tutti gli investimenti pubblici regionali sul futuro e sul presente, a partire dalle bonifiche, sono fatte con un quadro economico-finanziario che è ipotecato dai vincoli del Patto di Stabilità: ci sono centinaia di milioni di euro che potrebbero subito essere trasformati in cantieri per le bonifiche, ma che sono bloccati dal Patto. Questo è il messaggio che io voglio lanciare all’intera deputazione parlamentare: sbloccate il Patto di stabilità. È inutile ora parlare, cerchiamo di operare con concretezza e rapidità”.

Il lungo e approfondito incontro di questa mattina, nel corso del quale sono stati commentati anche i dati del Registro tumori di Taranto e illustrate, dal punto di vista sanitario, tutte le iniziative legislative fin qui condotte, ha evidenziato una piena sintonia con i sindacati in merito all’ipotesi di commissariamento dell’Ilva e Vendola ne ha precisato chiaramente il significato: “per me il commissariamento è l’estromissione della famiglia Riva”. A questo punto, la disputa sulla nazionalizzazione diventa “prematura, proprio perché il commissariamento significa già estromissione della famiglia Riva”.

Vendola ha chiesto, infine, al Governo di essere “coerente”, convinto che la deputazione pugliese saprà comunque far valere le ragioni di un atteggiamento di responsabilità dello Stato nei confronti di Taranto.

“Se discutiamo di progettazione e di bonifiche da realizzare con un salvadanaio che non può essere toccato, stiamo prendendo per i fondelli i cittadini di Taranto. Per questo era giusto che tutti fossero stati qui oggi”.

L'acciaio prodotte nelle cokerie Ilva
MINISTRO ORLANDO, AIA NON RISPETTATA - ''Il percorso di attuazione'' dell'Aia ''non e' stato rispettato. Non e' accettabile trasgredire a un percorso che deve essere applicato rigidamente. Bisogna reintervenire''. Cosi' sull'Ilva il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, aggiungendo che ''l'attuale assetto non garantisce gli obiettivi di ambientalizzazione''.

GIP CONCEDE FACOLTA' D'USO IMPIANTI - Il gip di Taranto ha concesso all'Ilva la facolta' d'uso degli impianti dell'area a caldo sequestrati per inquinamento il 26 luglio 2012, pur confermando il sequestro. Con il provvedimento il gip ha sciolto la riserva del gennaio scorso, quando aveva sollevato - assieme al tribunale del Riesame - questioni di legittimita' costituzionale sulla legge 231 cosiddetta 'salva Ilva', che la Consulta ha ritenuto in parte inammissibili e in parte non fondate.

LA REPRIMENDA DI VENDOLA - di Nicola Zuccaro - "Chi è assente ha sempre torto". A pronunciare una delle tante e celebri massime è stato Nichi Vendola. Sono da poco passate le 13.10 quando il governatore pugliese, concedendosi a microfoni e notes mentre era ancora in corso la conferenza sull'Ilva al Cineporto di Bari, chiosava così riferendosi ai parlamentari pugliesi del Pd e del Pdl che anzitempo comunicavano la loro compatta assenza al tavolo di confronto sul futuro del "siderurgico" tarantino.

Secondo Vendola, i deputati e i senatori assenti hanno perso un'occasione utile e preziosa alla vigilia del dibattito parlamentare sull'Ilva poichè, con la loro presenza, avrebbero potuto raccogliere maggiori elementi di conoscenza sulle criticità dello stabilimento di Taranto.

Il leader Sel Nichi Vendola
A finire nella lista dei cattivi non solo i parlamentari pugliesi ma anche il Governo Nazionale - reo, secondo Vendola - di non aver sbloccato per la 'spada di Damocle' rappresentata dal Patto di Stabilità, i fondi necessari per risanare l'insediamento siderurgico e atti a coniugare l'esercizio del diritto di fabbrica con quello alla salute. Elementi che hanno fatto da contraltare all'inutilità della conferenza sollevata dal Pd e dal Pdl. La loro discussa assenza è stata, alla fin fine, dipinta dal monocolore del Sel con un'ampia rappresentanza sia parlamentare che regionale.