di Nicola Zuccaro - Taranto è fra le 10 città italiane che pesa negativamente sull'export nazionale. Questa rilevazione, riportata da Nichi Vendola durante il suo intervento nella seduta consigliare
di Martedì 11 Giugno, ha segnato quel passaggio introduttivo atto a sottolineare da parte del Governatore della Puglia, le criticità nelle quali versa il capoluogo ionico per le conseguenze legate
all'Ilva.
Non è la prima volta che Vendola rileva la centralità nazionale di Taranto ma durante il suo intervento ha fortemente rimarcato due aspetti. Il primo, l'importanza che l'Ilva è riuscita ad attribuire alla siderurgia italiana tanto da evidenziarla quale questione nazionale.
Per mezzo dell'Ilva - sottolinea ancora Vendola - si devono rivedere la politiche industriali del nostro Paese a partire da una profonda revisione degli investimenti nel settore siderurgico. Taranto, per Vendola, rappresenta non solo una questione industriale ma anche economica e sociale.
Al sol pensiero di una chiusura dell'Ilva - così ha esternato - tremano le vene ai polsi perchè sarebbero a rischio 40.000 posti di lavoro di cui 12.800 dipendenti Ilva più la restante parte operante nell'indotto.
L'auspicio è che questi dati restino come previsioni e che non si traducano in una situazione tanto esplosiva al punto da estendersi sulle tante altre precarietà dell'occupazione industriale sparse lungo lo Stivale.
Per evitare il peggio come nella fattispecie dell'Ilva si dovrà incoraggiare il governo nazionale ad adoperare delle tecniche di rilancio della fabbrica mettendo da parte quelle operazioni di ordine ideologico quale espressione del puro ostruzionismo perchè - ha chiosato e ribadito Vendola - chiudere Taranto significa chiudere la siderurgia italiana.
Non è la prima volta che Vendola rileva la centralità nazionale di Taranto ma durante il suo intervento ha fortemente rimarcato due aspetti. Il primo, l'importanza che l'Ilva è riuscita ad attribuire alla siderurgia italiana tanto da evidenziarla quale questione nazionale.
Per mezzo dell'Ilva - sottolinea ancora Vendola - si devono rivedere la politiche industriali del nostro Paese a partire da una profonda revisione degli investimenti nel settore siderurgico. Taranto, per Vendola, rappresenta non solo una questione industriale ma anche economica e sociale.
Al sol pensiero di una chiusura dell'Ilva - così ha esternato - tremano le vene ai polsi perchè sarebbero a rischio 40.000 posti di lavoro di cui 12.800 dipendenti Ilva più la restante parte operante nell'indotto.
L'auspicio è che questi dati restino come previsioni e che non si traducano in una situazione tanto esplosiva al punto da estendersi sulle tante altre precarietà dell'occupazione industriale sparse lungo lo Stivale.
Per evitare il peggio come nella fattispecie dell'Ilva si dovrà incoraggiare il governo nazionale ad adoperare delle tecniche di rilancio della fabbrica mettendo da parte quelle operazioni di ordine ideologico quale espressione del puro ostruzionismo perchè - ha chiosato e ribadito Vendola - chiudere Taranto significa chiudere la siderurgia italiana.
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RispondiEliminaAnche Vendola recita le parti del ministro dell'industria e del ministro del lavoro. Rimangono sempre vacanti le parti del ministro della salute e del ministro dell'ambiente, caso mai interessassero a qualcuno.
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