BARI - “Chiedo al presidente Vendola di sostenere nell’ambito della conferenza Stato Regioni la candidatura a Zona Franca Urbana di Brindisi, esclusa in maniera incomprensibile dai Comuni pugliesi (11) che invece ne fanno parte” è stata la richiesta del consigliere Pd, Giovani Epifani, in una nota indirizzata al presidente della Regione.
“Le zone franche individuate dal ministero dello Sviluppo economico – ha spiegato il consigliere – potranno beneficiare di 377 milioni di euro e di agevolazioni soprattutto fiscali che attrarranno nuovi investitori ed imprenditori. Mi chiedo quali siano le motivazioni che hanno portato all’esclusione di Brindisi, unico capoluogo non ammesso, fatta eccezione per Bari che rientra invece nelle aree metropolitane”.
L’esclusione è ancora più insolita alla luce del sostegno che nel 2007 l’allora l’onorevole Pd Giovanni Carbonella aveva dato alla candidatura brindisina e che aveva portato il ministero a inserire Brindisi, in via ufficiosa, tra quelle zone franche del sud che avrebbero beneficiato dei vantaggi previsti dalla legge.
“Considerate le ovvie ricadute positive per il tessuto economico-produttivo di Brindisi e per la riqualificazione del suo territorio, chiedo alla Regione di mettere in campo tutte le energie necessarie per concretizzare una opportunità di crescita che sembrava certa per l’area brindisina, ma che invece le è stata negata. Potrebbe essere questo il pretesto decisivo per rivitalizzare il Porto di Brindisi, già florida area franca nel passato e la cui rinascita è stata ed è una delle ragioni più valide per la candidatura del capoluogo brindisino” ha concluso.
“Le zone franche individuate dal ministero dello Sviluppo economico – ha spiegato il consigliere – potranno beneficiare di 377 milioni di euro e di agevolazioni soprattutto fiscali che attrarranno nuovi investitori ed imprenditori. Mi chiedo quali siano le motivazioni che hanno portato all’esclusione di Brindisi, unico capoluogo non ammesso, fatta eccezione per Bari che rientra invece nelle aree metropolitane”.
L’esclusione è ancora più insolita alla luce del sostegno che nel 2007 l’allora l’onorevole Pd Giovanni Carbonella aveva dato alla candidatura brindisina e che aveva portato il ministero a inserire Brindisi, in via ufficiosa, tra quelle zone franche del sud che avrebbero beneficiato dei vantaggi previsti dalla legge.
“Considerate le ovvie ricadute positive per il tessuto economico-produttivo di Brindisi e per la riqualificazione del suo territorio, chiedo alla Regione di mettere in campo tutte le energie necessarie per concretizzare una opportunità di crescita che sembrava certa per l’area brindisina, ma che invece le è stata negata. Potrebbe essere questo il pretesto decisivo per rivitalizzare il Porto di Brindisi, già florida area franca nel passato e la cui rinascita è stata ed è una delle ragioni più valide per la candidatura del capoluogo brindisino” ha concluso.