BARI - Monta ancora la protesta dei titolari dei laboratori di analisi. I laboratoristi della Puglia hanno manifestato a Bari davanti alla sede del Consiglio Regionale, contro la delibera della Giunta regionale che fissa le nuove tariffe per il rimborso delle prestazioni specialistiche ambulatoriali.
+ L'appello del centrodestra pugliese: "Revocare la delibera contro i laboratori privati"
Oltre 500 persone, in rappresentanza delle 282 strutture pugliesi, hanno occupato via Capruzzi, chiamate a manifestare dai sindacati Snabilp-Federbiologi, Anisap Puglia, Corsa Federlab Puglia, e Lanap. A manifestare anche l'Ordine Nazionale dei Biologi.
Ma dalla politica pugliese arriva un invito alle associazioni a soprassedere per un mese allo stato di agitazione proclamato, evitando di far pagare le prestazioni ai cittadini e a procedere a riduzioni di personale.
Con questa sollecitazione del presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna si è concluso l’incontro tenuto questa mattina dalla Conferenza dei capigruppo con una delegazione dei titolari dei laboratori di analisi accreditati che lamentano la decurtazione delle tariffe per le prestazioni erogate prevista nel nuovo tariffario approvato dalla Giunta regionale nello scorso maggio, che non consentono la tenuta del sistema con inevitabili ripercussioni in termini di licenziamento del personale dipendente (circa 1500 persone). I titolari dei laboratori avevano chiesto la sospensione della delibera nelle more della prossima sentenza di merito del Tar Lazio, con l’insediamento di un tavolo di lavoro finalizzato a ridisegnare l’assetto dell’assistenza specialistica accreditata in tutto il territorio regionale.
In precedenza l’assessore alle Politiche della salute Elena Gentile ha puntualizzato che la Regione non è controparte in questa situazione, dato che a seguito del rigido crono programma previsto dal Piano di rientro è stata costretta all’adozione del nuovo tariffario imposto del ministero. Si tratta di adempimenti indispensabili necessari per uscire dallo stesso Piano di rientro che dovrebbe avere luogo a giorni. L’assessore ha anche specificato di aver presentato uno specifico interpello allo stesso ministero sulla questione dei laboratori di analisi pugliesi e ha assunto l’impegno personale per un ulteriore sollecito in merito. In relazione alla richiesta dei titolari dei laboratori di analisi di utilizzare le economie conseguite per impegnare risorse a favore dei laboratori di analisi, l’assessore Gentile ha specificato che le stesse “vanno orientate laddove sono state registrate inadeguatezze del sistema, tutelando gli interessi diffusi della comunità pugliese, non escludendo anche il privato accreditato”.
Fermo rimanendo che la prossima uscita dal Piano di rientro dovrebbe consentire alla Regione una maggiore flessibilità rispetto alla gestione delle risorse.
A seguire il direttore di area Vincenzo Pomo ha puntualizzato che il nomenclatore tariffario approvato dal ministero non ha avuto l’intesa delle Regioni in sede di relativa Conferenza; il tavolo tecnico chiesto dallo stesso ministero con le Regioni in merito ha registrato il parere negativo della Puglia e che il 20% della decurtazione delle tariffe imposta del dicastero della salute con un decreto va contro le determinazioni delle leggi finanziarie precedenti. Pomo ha anche specificato che le economie registrate con l’attuazione del piano di rientro non possono essere utilizzate per aumentare le tariffe. A questo riguardo si puo’ fare riferimento alle sole risorse del bilancio autonomo. Infine il Fondo sanitario 2013: alla Puglia a seguito del taglio nazionale spettano 52 milioni in meno rispetto al 2012.
+ L'appello del centrodestra pugliese: "Revocare la delibera contro i laboratori privati"
Oltre 500 persone, in rappresentanza delle 282 strutture pugliesi, hanno occupato via Capruzzi, chiamate a manifestare dai sindacati Snabilp-Federbiologi, Anisap Puglia, Corsa Federlab Puglia, e Lanap. A manifestare anche l'Ordine Nazionale dei Biologi.
Ma dalla politica pugliese arriva un invito alle associazioni a soprassedere per un mese allo stato di agitazione proclamato, evitando di far pagare le prestazioni ai cittadini e a procedere a riduzioni di personale.
Con questa sollecitazione del presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna si è concluso l’incontro tenuto questa mattina dalla Conferenza dei capigruppo con una delegazione dei titolari dei laboratori di analisi accreditati che lamentano la decurtazione delle tariffe per le prestazioni erogate prevista nel nuovo tariffario approvato dalla Giunta regionale nello scorso maggio, che non consentono la tenuta del sistema con inevitabili ripercussioni in termini di licenziamento del personale dipendente (circa 1500 persone). I titolari dei laboratori avevano chiesto la sospensione della delibera nelle more della prossima sentenza di merito del Tar Lazio, con l’insediamento di un tavolo di lavoro finalizzato a ridisegnare l’assetto dell’assistenza specialistica accreditata in tutto il territorio regionale.
In precedenza l’assessore alle Politiche della salute Elena Gentile ha puntualizzato che la Regione non è controparte in questa situazione, dato che a seguito del rigido crono programma previsto dal Piano di rientro è stata costretta all’adozione del nuovo tariffario imposto del ministero. Si tratta di adempimenti indispensabili necessari per uscire dallo stesso Piano di rientro che dovrebbe avere luogo a giorni. L’assessore ha anche specificato di aver presentato uno specifico interpello allo stesso ministero sulla questione dei laboratori di analisi pugliesi e ha assunto l’impegno personale per un ulteriore sollecito in merito. In relazione alla richiesta dei titolari dei laboratori di analisi di utilizzare le economie conseguite per impegnare risorse a favore dei laboratori di analisi, l’assessore Gentile ha specificato che le stesse “vanno orientate laddove sono state registrate inadeguatezze del sistema, tutelando gli interessi diffusi della comunità pugliese, non escludendo anche il privato accreditato”.
Fermo rimanendo che la prossima uscita dal Piano di rientro dovrebbe consentire alla Regione una maggiore flessibilità rispetto alla gestione delle risorse.
A seguire il direttore di area Vincenzo Pomo ha puntualizzato che il nomenclatore tariffario approvato dal ministero non ha avuto l’intesa delle Regioni in sede di relativa Conferenza; il tavolo tecnico chiesto dallo stesso ministero con le Regioni in merito ha registrato il parere negativo della Puglia e che il 20% della decurtazione delle tariffe imposta del dicastero della salute con un decreto va contro le determinazioni delle leggi finanziarie precedenti. Pomo ha anche specificato che le economie registrate con l’attuazione del piano di rientro non possono essere utilizzate per aumentare le tariffe. A questo riguardo si puo’ fare riferimento alle sole risorse del bilancio autonomo. Infine il Fondo sanitario 2013: alla Puglia a seguito del taglio nazionale spettano 52 milioni in meno rispetto al 2012.
Tags
CRONACA