di Alessio Amato - Il giro sulle montagne russe è giunto al termine, i verdetti sono arrivati: l'anno prossimo il Lecce giocherà in Prima Divisione. Ora è il momento di fare il nostro umile bilancio di questa stagione, ed è inutile negare che sui voti finali pesa come un macigno la punizione di Kabine che ha mandato il Carpi tra i cadetti, impedendo ai giallorossi di realizzare quel salto che avrebbe rappresentato l'unica ancora di salvezza di una stagione sofferta più del previsto.
Forse le previsioni, però, erano sbagliate. Ad inizio campionato a Lecce si aveva la sensazione di essere costretti a dominare un campionato senza rivali adeguate, ed a vincere quest'ultimo senza troppi sforzi. La grande partenza è stata, alla fine, più nociva che salutare. Gli animi erano esaltati più del lecito, Foti e Chiricò erano paragonati al Toni viola ed a Di Maria (non è una battuta), il Lecce era visto come la squadra di Serie B costretta a giocare partite già vinte in partenza. Nulla di più sbagliato, perché anche il Barcellona, il cui divario con le colleghe della Liga è certo più ampio di quello tra il Lecce ed un Sud-Tirol, i punti se li deve guadagnare sul campo. La Lega Pro è stata valutata male: la tecnica è nulla senza ambizione, impegno e gambe, tant'è che anche l'immensa esperienza è stata ridimensionata. Il più grande errore, dunque, è stato commesso in partenza, ancor prima del filotto che sembrava aver lanciato l'undici di Lerda verso una facile promozione. I risultati? Le umiliazioni di Salò e San Marino, i black-out con Trapani e Albinoleffe, l'impotenza con il Carpi. Non dimentichiamo una cosa però: nel calcio si sbaglia, il grande Napoli di De Laurentiis è stato promosso al secondo anno, dopo aver fallito la finale play-off nel primo, proprio come il Lecce. Non imparare dai propri errori sarebbe la cosa più grave.
PAGELLE
Chevanton 8 Non è un voto gratuito, di quelli che si danno alle bandiere indiscutibili. Gioca poco, non sbagliando quasi mai e segnando tanto, ma soprattutto mostra ai compagni ciò che a loro manca: non la grande qualità , ma il cuore di chi ama la maglia che indossa. Un'immagine su tutte: gioca la finale con un braccio fuori uso, come Beckenbauer, ed è l'unico ad uscire singhiozzando ed in lacrime. Dedizione alla causa impareggiabile
Bogliacino 7,5 Il migliore per quanto espresso sul campo, il migliore dell'intero campionato. Classe immensa, capocannoniere della squadra, scende solo due volte sotto la sufficienza. Con più sostegno dalle retrovie e più cattiveria dagli attaccanti, con lui andare in B sarebbe stata una passeggiata.
Benassi 7 Davvero più non poteva fare. Regala esperienza e sicurezza allo spesso disastrato reparto arretrato, chiude la saracinesca nei tanti momenti di difficoltà , concedendosi un paio di errori in tutto il campionato
Martinez 7 Fosse arrivato ad inizio anno, forse ora staremmo festeggiando la promozione. Con lui in campo il Lecce subisce solo otto gol, e la sua presenza fa nettamente migliorare le prestazioni dei compagni di reparto
Falco 6,5 Ha numeri da Serie A, ma i suoi soli due gol sono l'emblema della stagione. Potenziale da campione, inconcludenza da dilettante. Deve lavorare su quest'ultima per non perdersi per strada
Giacomazzi 6,5 La sua presenza si fa sentire, sia per esperienza e quantità quanto per qualità . La gamba però è in netto calo, e non prende per mano la squadra quando ci sarebbe bisogno di un capitano trascinatore
De Rose 6,5 Fondamentale quando manca Giacomazzi, si prende con l'impegno la maglia da titolare che non molla più. La più bella sorpresa di questo Lecce
Petrachi 6,5 Una sola partita, senza subire gol e con un rigore parato
D'Ambrosio 6 Criticato per il poco coraggio e la poca qualità nelle avanzate, dimostra però una grande sicurezza in difesa, e realizza un gol senza il quale molto probabilmente il Lecce non si sarebbe nemmeno giocato la finale
Kalombo 6 Due sole partite, giocate da terzino, in cui dimostra grande compattezza nonostante l'età , tant'è che la squadra non prende gol. Si sarebbe potuto puntare di più su di lui
Memushaj 6 Un inizio da fenomeno, un calo mostruoso. Grande corsa, grande tiro, ma sembra non sfruttare spesso le sue potenzialità , soprattutto nella gare decisive in cui ci si aspetterebbe qualcosa di più
Diniz 5,5 Campionato discreto, costellato da buone prestazioni ed amnesie spaventose, come quella di Cremona che a posteriori è costata due punti molto pesanti
Vanin 5,5 Inizia sulle ali dell'entusiasmo, come tutta la squadra, poi si perde ritrovando il posto da titolare nei play-off in un nuovo ruolo, lasciando il segno con l'Entella ma non con il Carpi
Di Maio 5,5 Presenza imponente ma imbarazzante con i piedi, non fa errori clamorosi, ma non da per nulla sicurezza al reparto arretrato
Ferrario 5,5 Tra i migliori per impegno, ma da uno che gli ultimi anni ha giocato in Serie A era lecito attendersi qualcosa di più
Fatic 5,5 Una serie di discrete prestazioni che avrebbero fatto comodo anche prima, ma la sua condizione fisica pessima influisce in negativo, soprattutto nei minuti che gioca nella gara decisiva della stagione
Vinicius 5,5 Gioca poco, e quando gioca balla con tutta la difesa
Foti 5,5 Un campionato in un giocatore: parte a mille, esaltato dalla stampa si perde quando ancora il fisico lo sostiene. Andava portato presso qualche santuario, tant'è che conclude il campionato come peggio non potrebbe, facendo scendere un fantasma al suo posto nelle finalissime
Chiricò 5,5 Il gemello di Falco, con il quale difficilmente si trova bene a giocare, lo eguaglia per potenzialità ma lo supera di gran lunga per l'irritante inconcludenza e la ricerca ossessiva del numero
Esposito 5 Tra le più grandi delusioni della stagione. Troppi e gravi errori, non prende le misure degli attaccanti di Lega Pro
Pià 5 Il passato nelle categorie superiori è, appunto, il passato. Si fa sentire molto poco sotto porta
Dramè 5 Sappiamo tutti per cosa è ricordato, mentre nessuno si ricorda delle sue prestazioni in campo
Tomi 4,5 Imbarazzante per lunghi tratti della stagione, dalle sua parti gli avversari passano facile
Jeda 4,5 La più grande delusione della stagione, sbaglia una serie infinita di reti. L'impegno non basta, il fisico non c'è più
Lerda 4 Molti lo additano come il colpevole della mancata promozione, ma così si rischia di tramutarlo in un capro espiatorio, addossandogli colpe non del tutto sue. Il suo peggior errore non è avvenuto tanto sul piano tecnico-tattico nel corso del campionato, quanto in fase di preparazione: non è riuscito a creare un gruppo con una mentalità adatta alla categoria, sbagliando così gli approcci in quasi tutte le gare
Toma 5,5 Manca in esperienza in quella che è la sua più importante opportunità da allenatore, ma da alla squadra una buona mentalità , sbagliando solo due partite, seppur decisive. Non andava cambiato
Gustinetti 4 Il suo più grande errore è aver accettato l'incarico. In quattro partite, di buono c'è solo un oretta con l'Entella
La dirigenza 5 Si comporta discretamente fino al clamoroso errore di cambiare allenatore in vista dei play-off, senza il quale avrebbe meritato la sufficienza, vista la difficoltà di costruire una squadra nel post-illecito
Forse le previsioni, però, erano sbagliate. Ad inizio campionato a Lecce si aveva la sensazione di essere costretti a dominare un campionato senza rivali adeguate, ed a vincere quest'ultimo senza troppi sforzi. La grande partenza è stata, alla fine, più nociva che salutare. Gli animi erano esaltati più del lecito, Foti e Chiricò erano paragonati al Toni viola ed a Di Maria (non è una battuta), il Lecce era visto come la squadra di Serie B costretta a giocare partite già vinte in partenza. Nulla di più sbagliato, perché anche il Barcellona, il cui divario con le colleghe della Liga è certo più ampio di quello tra il Lecce ed un Sud-Tirol, i punti se li deve guadagnare sul campo. La Lega Pro è stata valutata male: la tecnica è nulla senza ambizione, impegno e gambe, tant'è che anche l'immensa esperienza è stata ridimensionata. Il più grande errore, dunque, è stato commesso in partenza, ancor prima del filotto che sembrava aver lanciato l'undici di Lerda verso una facile promozione. I risultati? Le umiliazioni di Salò e San Marino, i black-out con Trapani e Albinoleffe, l'impotenza con il Carpi. Non dimentichiamo una cosa però: nel calcio si sbaglia, il grande Napoli di De Laurentiis è stato promosso al secondo anno, dopo aver fallito la finale play-off nel primo, proprio come il Lecce. Non imparare dai propri errori sarebbe la cosa più grave.
PAGELLE
Chevanton 8 Non è un voto gratuito, di quelli che si danno alle bandiere indiscutibili. Gioca poco, non sbagliando quasi mai e segnando tanto, ma soprattutto mostra ai compagni ciò che a loro manca: non la grande qualità , ma il cuore di chi ama la maglia che indossa. Un'immagine su tutte: gioca la finale con un braccio fuori uso, come Beckenbauer, ed è l'unico ad uscire singhiozzando ed in lacrime. Dedizione alla causa impareggiabile
Bogliacino 7,5 Il migliore per quanto espresso sul campo, il migliore dell'intero campionato. Classe immensa, capocannoniere della squadra, scende solo due volte sotto la sufficienza. Con più sostegno dalle retrovie e più cattiveria dagli attaccanti, con lui andare in B sarebbe stata una passeggiata.
Benassi 7 Davvero più non poteva fare. Regala esperienza e sicurezza allo spesso disastrato reparto arretrato, chiude la saracinesca nei tanti momenti di difficoltà , concedendosi un paio di errori in tutto il campionato
Martinez 7 Fosse arrivato ad inizio anno, forse ora staremmo festeggiando la promozione. Con lui in campo il Lecce subisce solo otto gol, e la sua presenza fa nettamente migliorare le prestazioni dei compagni di reparto
Falco 6,5 Ha numeri da Serie A, ma i suoi soli due gol sono l'emblema della stagione. Potenziale da campione, inconcludenza da dilettante. Deve lavorare su quest'ultima per non perdersi per strada
Giacomazzi 6,5 La sua presenza si fa sentire, sia per esperienza e quantità quanto per qualità . La gamba però è in netto calo, e non prende per mano la squadra quando ci sarebbe bisogno di un capitano trascinatore
De Rose 6,5 Fondamentale quando manca Giacomazzi, si prende con l'impegno la maglia da titolare che non molla più. La più bella sorpresa di questo Lecce
Petrachi 6,5 Una sola partita, senza subire gol e con un rigore parato
D'Ambrosio 6 Criticato per il poco coraggio e la poca qualità nelle avanzate, dimostra però una grande sicurezza in difesa, e realizza un gol senza il quale molto probabilmente il Lecce non si sarebbe nemmeno giocato la finale
Kalombo 6 Due sole partite, giocate da terzino, in cui dimostra grande compattezza nonostante l'età , tant'è che la squadra non prende gol. Si sarebbe potuto puntare di più su di lui
Memushaj 6 Un inizio da fenomeno, un calo mostruoso. Grande corsa, grande tiro, ma sembra non sfruttare spesso le sue potenzialità , soprattutto nella gare decisive in cui ci si aspetterebbe qualcosa di più
Diniz 5,5 Campionato discreto, costellato da buone prestazioni ed amnesie spaventose, come quella di Cremona che a posteriori è costata due punti molto pesanti
Vanin 5,5 Inizia sulle ali dell'entusiasmo, come tutta la squadra, poi si perde ritrovando il posto da titolare nei play-off in un nuovo ruolo, lasciando il segno con l'Entella ma non con il Carpi
Di Maio 5,5 Presenza imponente ma imbarazzante con i piedi, non fa errori clamorosi, ma non da per nulla sicurezza al reparto arretrato
Ferrario 5,5 Tra i migliori per impegno, ma da uno che gli ultimi anni ha giocato in Serie A era lecito attendersi qualcosa di più
Fatic 5,5 Una serie di discrete prestazioni che avrebbero fatto comodo anche prima, ma la sua condizione fisica pessima influisce in negativo, soprattutto nei minuti che gioca nella gara decisiva della stagione
Vinicius 5,5 Gioca poco, e quando gioca balla con tutta la difesa
Foti 5,5 Un campionato in un giocatore: parte a mille, esaltato dalla stampa si perde quando ancora il fisico lo sostiene. Andava portato presso qualche santuario, tant'è che conclude il campionato come peggio non potrebbe, facendo scendere un fantasma al suo posto nelle finalissime
Chiricò 5,5 Il gemello di Falco, con il quale difficilmente si trova bene a giocare, lo eguaglia per potenzialità ma lo supera di gran lunga per l'irritante inconcludenza e la ricerca ossessiva del numero
Esposito 5 Tra le più grandi delusioni della stagione. Troppi e gravi errori, non prende le misure degli attaccanti di Lega Pro
Pià 5 Il passato nelle categorie superiori è, appunto, il passato. Si fa sentire molto poco sotto porta
Dramè 5 Sappiamo tutti per cosa è ricordato, mentre nessuno si ricorda delle sue prestazioni in campo
Tomi 4,5 Imbarazzante per lunghi tratti della stagione, dalle sua parti gli avversari passano facile
Jeda 4,5 La più grande delusione della stagione, sbaglia una serie infinita di reti. L'impegno non basta, il fisico non c'è più
Lerda 4 Molti lo additano come il colpevole della mancata promozione, ma così si rischia di tramutarlo in un capro espiatorio, addossandogli colpe non del tutto sue. Il suo peggior errore non è avvenuto tanto sul piano tecnico-tattico nel corso del campionato, quanto in fase di preparazione: non è riuscito a creare un gruppo con una mentalità adatta alla categoria, sbagliando così gli approcci in quasi tutte le gare
Toma 5,5 Manca in esperienza in quella che è la sua più importante opportunità da allenatore, ma da alla squadra una buona mentalità , sbagliando solo due partite, seppur decisive. Non andava cambiato
Gustinetti 4 Il suo più grande errore è aver accettato l'incarico. In quattro partite, di buono c'è solo un oretta con l'Entella
La dirigenza 5 Si comporta discretamente fino al clamoroso errore di cambiare allenatore in vista dei play-off, senza il quale avrebbe meritato la sufficienza, vista la difficoltà di costruire una squadra nel post-illecito