“Letta chieda a Bruxelles di parlare di lavoro non solo di rigore”

BARI - “Lavoro, lavoro, lavoro: l’Europa, l’Italia, il Mezzogiorno e la Puglia non avranno futuro se non si garantirà occupazione stabile e dignitosa, soprattutto ai giovani e alle donne”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, si rivolge al primo ministro Letta, alla vigilia della riunione del Consiglio Europeo di fine giugno. “Nell’intervento appena pronunciato in Parlamento dal premier, ritrovo nelle sue parole (‘non possiamo permetterci di discutere a Bruxelles solo di governance e tecnicismi, si deve dibattere di problemi concreti’), quanto ho più volte avuto modo di affermare, interpretando il pensiero comune dell’intera Assemblea pugliese: se c’è un domani per l’Unione Europea è a condizione di tornare all’Europa della gente”.

“Ai problemi dei cittadini, quindi e al primo di questi problemi: il lavoro”, insiste Introna, per il quale “l’idea europea è tuttora valida, ma si deve riprendere il progetto originario della coesione sociale e civile, sconfiggendo la dittatura dei conti economici e correggendo la rigidità degli apparati”.

Europa sì, per il presidente pugliese, ma “l’Europa del lavoro e della solidarietà, al di sopra del rigore finanziario”.
Il capo del Governo ha dato notizia dell’imminente adozione in Consiglio dei ministri di un decreto per le imprese e il lavoro giovanile. Dovrebbe favorire l'alternanza scuola-occupazione, introducendo sostegni alle assunzioni a tempo indeterminato, oltre a misure sui contratti a termine. “Il presidente Letta – sottolinea Introna - ha pure annunciato altri interventi, in autunno, per correggere la rotta seguita dai governi negli ultimi anni, che ha trascurato il lavoro futuro, per difendere solo quello attuale, spesso senza nemmeno riuscirvi”.

“Il lavoro nasce dallo sviluppo delle aziende, perciò ricordo al governo nazionale che al sistema imprenditoriale non bastano sgravi fiscali, serve un impegno straordinario nel campo della ricerca e dell’innovazione, per l’ammodernamento del sistema produttivo e industriale. Solo così si potrà garantire alle nostre imprese di competere sui mercati internazionali”.

“Intanto, il nostro governo vada a dire a Bruxelles che senza le ragazze e i ragazzi italiani, meridionali e pugliesi questo continente non andrà da nessuna parte”.
“Il problema è da risolvere oggi, per garantire il domani di tutti, eurobanche centrali e burocrati comunitari compresi. Letta lo spieghi a chiare lettere ai premier – conclude il presidente Introna – perché vogliamo ancora credere di poter costruire un continente senza frontiere, nel quale abbiano cittadinanza incontrastata i diritti delle persone. Quello al lavoro, innanzitutto, pari al diritto alla vita”.

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