BARI - “Un’occasione da non perdere, per il consolidamento dell'offerta accademica tarantina, giunge dal cosiddetto “decreto del fare”, il provvedimento approvato sabato scorso dal Consiglio dei Ministri. Il testo, infatti, apre significative prospettive per l’Università di Taranto che, com'è noto, appena un mese fa si è dovuta misurare con i paletti restrittivi imposti dal decreto Profumo che ha fissato l'incremento del numero minimo di docenti di riferimento per ogni corso di laurea, la quantità massima di didattica assistita e il numero massimo di ore di didattica erogabili da ciascun docente.
Insomma, il mantenimento di tutti i corsi passava dalla possibilità di assumere altri docenti. Stante questa oggettiva difficoltà, il Senato Accademico ha dovuto rivedere, ad esempio, anche l'offerta formativa della sede decentrata del Politecnico di Taranto.
Ma questa è una vicenda che riguarda l'intera Università ionica, per la cui salvaguardia dall'assessore Sasso erano giunte tempestive rassicurazioni fondate sulla possibilità di attingere dai fondi Fas.
Da Roma, però, giungono nuovi spiragli. La novità, come detto, è contenuta nel Decreto del Fare grazie al quale, cito testualmente il ministro Carrozza, “si amplia le facoltà di assumere delle università e degli enti di ricerca per l’anno 2014, elevando dal 20 a 50% il turn over, ovvero il limite di spesa consentito a rispetto alle cessazioni dell’anno precedente. Con questo provvedimento, si libereranno posti per 1500 ordinari e 1500 nuovi ricercatori di tipo B”.
Va da sé che anche il corpo docente dell'Università ionica potrebbe essere ampliato nella misura adeguata al mantenimento, magari al potenziamento, degli standard formativi dello scorso anno accademico.
Il 3 maggio scorso, il Consiglio regionale aveva approvato all'unanimità un ordine del giorno sul Politecnico di Taranto.
Mi farò promotrice, insieme agli altri consiglieri regionali tarantini, già nelle prossime ore, di una richiesta di incontro al presidente della VI commissione e all'assessore Alba Sasso per definire azioni mirate, preso atto del testo approvato sabato scorso dal Consiglio dei Ministri e delle novità sostanziali in esso contenute".
Così in una nota la consigliera regionale Anna Rita Lemma (Pd).
Insomma, il mantenimento di tutti i corsi passava dalla possibilità di assumere altri docenti. Stante questa oggettiva difficoltà, il Senato Accademico ha dovuto rivedere, ad esempio, anche l'offerta formativa della sede decentrata del Politecnico di Taranto.
Ma questa è una vicenda che riguarda l'intera Università ionica, per la cui salvaguardia dall'assessore Sasso erano giunte tempestive rassicurazioni fondate sulla possibilità di attingere dai fondi Fas.
Da Roma, però, giungono nuovi spiragli. La novità, come detto, è contenuta nel Decreto del Fare grazie al quale, cito testualmente il ministro Carrozza, “si amplia le facoltà di assumere delle università e degli enti di ricerca per l’anno 2014, elevando dal 20 a 50% il turn over, ovvero il limite di spesa consentito a rispetto alle cessazioni dell’anno precedente. Con questo provvedimento, si libereranno posti per 1500 ordinari e 1500 nuovi ricercatori di tipo B”.
Va da sé che anche il corpo docente dell'Università ionica potrebbe essere ampliato nella misura adeguata al mantenimento, magari al potenziamento, degli standard formativi dello scorso anno accademico.
Il 3 maggio scorso, il Consiglio regionale aveva approvato all'unanimità un ordine del giorno sul Politecnico di Taranto.
Mi farò promotrice, insieme agli altri consiglieri regionali tarantini, già nelle prossime ore, di una richiesta di incontro al presidente della VI commissione e all'assessore Alba Sasso per definire azioni mirate, preso atto del testo approvato sabato scorso dal Consiglio dei Ministri e delle novità sostanziali in esso contenute".
Così in una nota la consigliera regionale Anna Rita Lemma (Pd).