Piano regionale rifiuti, "Una nuova cultura della responsabilità"

BARI - “No alla politica del rinvio e della deresponsabilizzazione” con questa affermazione il presidente della quinta Commissione Donato Pentassuglia, apre la prima giornata dedicata alle audizioni del partenariato sul Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani.  Le audizioni sono state programmate di concerto con l’organo di governo, “un percorso anche inusuale rispetto al passato – ha sottolineato Pentassuglia - proprio per la delicatezza e l’importanza del tema. Vogliamo che il governo regionale decida,  faccia il suo lavoro e nel frattempo ci prepariamo alla terza Conferenza programmatica che avrà luogo l’8 e il 9 di luglio”.
La Commissione ha deciso di  pubblicare sul portale del Consiglio tutti i contributi forniti dal partenariato,  in modo che con trasparenza si possa lavorare ad approfondimenti  che consentiranno  a tutti una discussione la più appropriata possibile. “Questo anche perché – ha ribadito il presidente della Commissione – ciascuno di noi è chiamato alle sue responsabilità sul territorio”.
Entro il 15 luglio si chiuderanno le consultazione a vario titolo e di vario genere per consentire sia alla Commissione che al Consiglio regionale di assumere la responsabilità della decisione.
“Una decisione che secondo quanto previsto dal Piano contiene un cambio culturale ed una assunzione di grande responsabilità – ha ribadito Pentassuglia.

“Le politiche comunitarie e nazionali in materia di gestione di rifiuti si sono orientate nella direzione di rispettare la “gerarchia delle azioni” che prevede di favorire, in ordine di priorità, la prevenzione, la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero di altro tipo, lo smaltimento”. Ha spiegato l’assessore Lorenzo Nicastro.
In tal senso secondo il governo regionale il Paino di gestione dei rifiuti urbani della Regione Puglia “fonda la sua radice nel convincimento di rafforzare lo sforzo adottato dalle politiche europee, riflettendo sullo stesso termine rifiuti, caratterizzato da una connotazione negativa, di rigetto e di disconoscimento”.
Gli obiettivi quantitativi del Piano sono chiari : fino al 10% di riduzione della produzione per effetto delle politiche di prevenzione, 65% di raccolta differenziata.
Gestire in questo modo la gran parte dei rifiuti vorrà dire mettere le basi per la società del riciclo che veda protagonista la filiera del trattamento, l’uomo e i suoi comportamenti: i cittadini, che dovranno essere sempre più virtuosi nella gestione delle raccolte differenziate e gli operatori della raccolta, che con i sistemi domiciliari integrati (porta a porta) saranno i protagonisti, con il loro lavoro, della nuova gestione.
Per gestire la parte residuale dei rifiuti, attualmente negli impianti meccanico biologici per produrre CdR (combustibile derivato dai rifiuti) e materiale da mandare in discarica , il Piano prevede che tutti questi impianti siano integrati con delle sezioni di trattamento a freddo (chiamate nel Piano Re.Mat), in grado di riciclare ancora materiali contenuti nel residuo, così rendendo trascurabile il conferimento in discarica (5%) e riducendo al minimo il quantitativo non direttamente riciclabile (18%).
Per trattare questo quantitativo, palesemente minoritario rispetto agli altri, non sono contemplati nuovi impianti pubblici dedicai al trattamento termico, ma si è invece introdotta l’innovativa possibilità di procedere al recupero di materia.
“Tutte le politiche pubbliche – ha concluso Nicastro - saranno orientate al sostegno di questa visione , attraverso finanziamenti dedicati sia alle raccolte  differenziate che agli impianti di trattamento e riciclo”.

Le audizioni proseguiranno domani nella sala Guaccero del secondo piano del palazzo del Consiglio regionale di Via Capruzzi.

LOSAPPIO: PER IL RECUPERO, NON PER LA TERMOVALORIZZAZIONE - Nota del Presidente del  Gruppo consiliare Sel, Michele Losappio.
“Dopo l’audizione di questa mattina sentiamo con più forza la necessità di licenziare un Piano che riduca a marginalità la termovalorizzazione e punti da un lato sulla raccolta differenziata e dal’altro su impianti di recupero di materia partendo dal CSS.
Non comprendiamo e non condividiamo la proposta di Confindustria per una termovalorizzazione spinta come chiusura del ciclo e la consideriamo poco innovativa delle migliori pratiche europee ed ancora una volta estranea ed indifferente alla diffusa consapevolezza della pubblica opinione.
Confidiamo che si possa ancora migliorare il Piano per dare tempi e pratica al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata ed indirizzare in tal senso, a partire dal compostaggio, l’iniziativa ed i finanziamenti della Regione”.

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