BARI - Domenica tutta pugliese a Torino e Puglia primattrice nel Teatro Carignano, con la celebrazione del contributo alla lotta partigiana e l’insolito e apprezzato ingresso in platea della processione con la statua d’argento di San Cataldo, il patrono di Corato, per la prima volta in trasferta nel capoluogo sabaudo. Protagonisti di due momenti che hanno animato la mattinata torinese sono stati il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna e i Coratini dell'associazione "Quattro Torri”, con il presidente Giuseppe De Palma, la confraternita al completo degli emigrati da Corato e il vescovo della Diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth mons. Giovan Battista Pichierri
Quello del presidente dell’Assemblea legislativa pugliese è stato uno degli interventi chiave dell’importante appuntamento nazionale di studi storici, sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica. La relazione di Introna, suggestivamente preceduta dal documento sonoro della sigla di “Italia combatte”, il programma di Radio Bari che trasmetteva informazioni ai resistenti nel Nord, ha celebrato i resistenti pugliesi, ricordando anche il ruolo degli antifascisti, come Di Vagno, Di Vittorio, Fiore, nell’opposizione al regime prima e durante il ventennio. “Militari e civili, professori e studenti, contadini, operai, artigiani, uomini e donne di ogni ceto sociale. Combattenti di tutte le Armi nel Corpo Italiano di Liberazione, i contadini, gli operai, gli intellettuali, rinchiusi nelle carceri o costretti al confino”.
Organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte e dal Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, con la partecipazione di presidenti di Regioni e Consigli regionali del Sud e studiosi dell’Istituto storico torinese della Resistenza, il convegno “Meridionali e Resistenza. Il contributo del Sud alla lotta di Liberazione in Piemonte 1943-1945” ha presentato l’omonima ricerca dell’Istituto Storico “Giorgio Agosti” di Torino. Un censimento nominativo di tutte le donne e gli uomini del Sud impegnati nella lotta partigiana locale, con la Puglia seconda solo alla più popolosa Sicilia. 1264 i nominativi di corregionali, ciascuno con caratteri grafici diversi, secondo il destino del protagonista (caduto, deportato, deceduto nel lager).
Mostrando il volume, in conclusione, il presidente Introna ha sostenuto che la ricerca del prof. Claudio Della Valle “rappresenta la certificazione notarile che la Resistenza è stata un movimento unitario del Paese, dal Nord al Sud, dal Tirreno all’Adriatico. È un documento che consente al Paese di leggere, riflettere e guardare alla lotta partigiana come ad un momento straordinario di partecipazione corale, che ha avuto la forza e il merito di ricostruire l’unità dell’Italia democratica e repubblicana”.
Proprio mentre parlava Introna, il singolare fuori programma dei Coratini: “l’irruzione” della statua del Santo, calorosamente accolta da tutti i presenti. In questi giorni, a cura della vivace comunità di origini coratine, sono in svolgimento a Torino le manifestazioni della festa patronale dedicata a San Cataldo. E la presenza di immigrati dalla Puglia, che hanno contribuito e contribuiscono all’economia piemontese, è stata vista in continuità coi legami espressi nella Resistenza, come un’ulteriore testimonianza della vicinanza di realtà geograficamente distanti.
Quello del presidente dell’Assemblea legislativa pugliese è stato uno degli interventi chiave dell’importante appuntamento nazionale di studi storici, sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica. La relazione di Introna, suggestivamente preceduta dal documento sonoro della sigla di “Italia combatte”, il programma di Radio Bari che trasmetteva informazioni ai resistenti nel Nord, ha celebrato i resistenti pugliesi, ricordando anche il ruolo degli antifascisti, come Di Vagno, Di Vittorio, Fiore, nell’opposizione al regime prima e durante il ventennio. “Militari e civili, professori e studenti, contadini, operai, artigiani, uomini e donne di ogni ceto sociale. Combattenti di tutte le Armi nel Corpo Italiano di Liberazione, i contadini, gli operai, gli intellettuali, rinchiusi nelle carceri o costretti al confino”.
Organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte e dal Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, con la partecipazione di presidenti di Regioni e Consigli regionali del Sud e studiosi dell’Istituto storico torinese della Resistenza, il convegno “Meridionali e Resistenza. Il contributo del Sud alla lotta di Liberazione in Piemonte 1943-1945” ha presentato l’omonima ricerca dell’Istituto Storico “Giorgio Agosti” di Torino. Un censimento nominativo di tutte le donne e gli uomini del Sud impegnati nella lotta partigiana locale, con la Puglia seconda solo alla più popolosa Sicilia. 1264 i nominativi di corregionali, ciascuno con caratteri grafici diversi, secondo il destino del protagonista (caduto, deportato, deceduto nel lager).
Mostrando il volume, in conclusione, il presidente Introna ha sostenuto che la ricerca del prof. Claudio Della Valle “rappresenta la certificazione notarile che la Resistenza è stata un movimento unitario del Paese, dal Nord al Sud, dal Tirreno all’Adriatico. È un documento che consente al Paese di leggere, riflettere e guardare alla lotta partigiana come ad un momento straordinario di partecipazione corale, che ha avuto la forza e il merito di ricostruire l’unità dell’Italia democratica e repubblicana”.
Proprio mentre parlava Introna, il singolare fuori programma dei Coratini: “l’irruzione” della statua del Santo, calorosamente accolta da tutti i presenti. In questi giorni, a cura della vivace comunità di origini coratine, sono in svolgimento a Torino le manifestazioni della festa patronale dedicata a San Cataldo. E la presenza di immigrati dalla Puglia, che hanno contribuito e contribuiscono all’economia piemontese, è stata vista in continuità coi legami espressi nella Resistenza, come un’ulteriore testimonianza della vicinanza di realtà geograficamente distanti.
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