“Sentenza Tar Lecce pro Terminal rinfuse: a rischio 400 milioni di investimenti nel silenzio assordante di autorità locali e forze politiche”

LECCE - “Di certo non ci sorprende la sentenza del Tar di Lecce a favore del ricorso presentato dalla Terminal rinfuse, sentenza che peraltro è andata ben oltre le richieste della stessa società. La sfilza di sentenze favorevoli all’Ilva, del resto, dimostrano come, storicamente, il tribunale amministrativo salentino si sia schierato dalla parte delle ragioni del padrone di turno”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, interviene sull’accoglimento del ricorso presentato dalla Terminal rinfuse, che contestava il mancato rinnovo della concessione di una parte del molo settoriale del porto di Taranto da parte dell’autorità portuale.
“La sentenza del Tar di Lecce mette in discussione anche il decreto governativo che ha nominato il presidente dell’autorità portuale di Taranto commissario straordinario per le opere, il cui ammontare è di circa 400 milioni di euro. Eppure – ricorda Pugliese – il presidente dell’autorità portuale tarantina, l’avvocato Prete, si è prodigato nella ricerca di soluzioni favorevoli per la Terminal rinfuse, che vanno ben al di là della richiesta della società. Tuttavia la stessa società ha continuato, imperterrita, a giocare al rialzo, alzando puntualmente il prezzo delle pretese”.
“Dichiariamo pieno sostegno e solidarietà all’avvocato Prete – continua Pugliese – mentre assistiamo a un silenzio assordante da parte di tutte le autorità locali e delle forze politiche, come se il problema fosse di poco conto e non riguardasse tutta la provincia ionica, con evidenti risvolti per l’economia regionale e nazionale. Con i tempi che corrono, infatti, correre il pericolo di veder sfumare 400 milioni di investimenti e le conseguenti opportunità occupazionali senza batter ciglio, sarebbe un comportamento autolesionista. Senza dimenticare che a suo tempo fu sottoscritto un accordo presso il Ministero per lo Sviluppo Economico in cui Hutchinson e Evergreen, ovvero i soci di Tct Taranto Container Terminal accettarono il ricorso alla cassa integrazione a patto che venissero realizzati gli investimenti in questione. Va da sé che, qualora ciò non dovesse accadere, Hutchinson e Evergreen si sentiranno in diritto di abbandonare Taranto”.
Mentre l’autorità portuale si appresta a impugnare la sentenza del Tar di Lecce attraverso un ricorso al Consiglio di Stato, il Segretario regionale della UIL dichiara che “la UIL di Puglia e di Bari si costituirà parte civile in tale ricorso. Ma, altresì, ci permettiamo di sollecitare ulteriormente gli interventi di tutte le forze politiche tarantine, dell’amministrazione comunale, dei consiglieri regionali, dei parlamentari pugliesi e tarantini, nonché di ogni forza socio-economica attiva su un territorio martoriato non solo dalla drammatica questione Ilva, ma, più complessivamente, dall’assenza di investimenti, da un’elevata disoccupazione e da una coesione sociale il cui equilibrio è quotidianamente minato”.

1 Commenti

  1. Cambiate la foto!!!Il terminal container a cui si riferisce l'articolo è quello di Taranto!!!

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