BARI - Il consigliere regionale de “La Puglia prima di tutto” Andrea Caroppo ha diffuso la seguente nota:
“Le dimissioni improvvise del dr. Maselli dall’AQP non impongono soltanto un appello allo stesso - al quale ci associamo con convinzione - perché conservi al nostro Acquedotto le sue ben note capacità ed il suo acclarato rigore, ma anche una verifica approfondita delle ragioni che stanno determinando questa scelta, che da quanto si apprende investirebbero le problematiche della depurazione, su cui ogni giorno emerge un nuovo, inquietante risvolto.
A tal riguardo chi non ha perso tempo è la V Commissione che - su meritorio impulso del Presidente Pentassuglia - già da tempo ha avviato una serie di audizioni che stanno mettendo in luce l’obsolescenza ed il cattivo funzionamento molti impianti, taluni dei quali di fatto abbandonati a se stessi, e la latitanza di interventi da parte della Regione per adeguarli e/o realizzarne di nuovi.
Ma anche questa meritoria indagine si rivelerà infruttuosa se non coinvolgerà adeguatamente il Governo regionale, a partire dal presidente Vendola, che ha trattenuto per sé la delega alla Tutela delle Acque e che quindi non può non attivarsi in prima persona, facendosi carico di una nuova programmazione di investimenti.
Chiederò pertanto che dalla prossima riunione sia assicurata la sua presenza, perché prenda cognizione direttamente di quanto ci viene ragguagliato, e a sua volta ci dica quali iniziative sta assumendo o intenda assumere per evitare che questa delicatissima questione esploda anche contraddicendo tutto quel si dice e si fa per promuovere il richiamo turistico della nostra Regione.
Intanto forse è tempo di domandarsi cosa abbia reso in concreto l’operazione ideologica che il vendolismo ha attuato pubblicizzando la gestione degli impianti di depurazione, che - restando affidata a privati - garantiva alla mano pubblica quanto meno la possibilità di rifarsi per eventuali inadempienze”.
“Le dimissioni improvvise del dr. Maselli dall’AQP non impongono soltanto un appello allo stesso - al quale ci associamo con convinzione - perché conservi al nostro Acquedotto le sue ben note capacità ed il suo acclarato rigore, ma anche una verifica approfondita delle ragioni che stanno determinando questa scelta, che da quanto si apprende investirebbero le problematiche della depurazione, su cui ogni giorno emerge un nuovo, inquietante risvolto.
A tal riguardo chi non ha perso tempo è la V Commissione che - su meritorio impulso del Presidente Pentassuglia - già da tempo ha avviato una serie di audizioni che stanno mettendo in luce l’obsolescenza ed il cattivo funzionamento molti impianti, taluni dei quali di fatto abbandonati a se stessi, e la latitanza di interventi da parte della Regione per adeguarli e/o realizzarne di nuovi.
Ma anche questa meritoria indagine si rivelerà infruttuosa se non coinvolgerà adeguatamente il Governo regionale, a partire dal presidente Vendola, che ha trattenuto per sé la delega alla Tutela delle Acque e che quindi non può non attivarsi in prima persona, facendosi carico di una nuova programmazione di investimenti.
Chiederò pertanto che dalla prossima riunione sia assicurata la sua presenza, perché prenda cognizione direttamente di quanto ci viene ragguagliato, e a sua volta ci dica quali iniziative sta assumendo o intenda assumere per evitare che questa delicatissima questione esploda anche contraddicendo tutto quel si dice e si fa per promuovere il richiamo turistico della nostra Regione.
Intanto forse è tempo di domandarsi cosa abbia reso in concreto l’operazione ideologica che il vendolismo ha attuato pubblicizzando la gestione degli impianti di depurazione, che - restando affidata a privati - garantiva alla mano pubblica quanto meno la possibilità di rifarsi per eventuali inadempienze”.