Vendola e Gentile al Forum sulla non autosufficienza: "Dovrebbe essere considerato illegale non curare chi ne ha"
BARI - “Dovrebbe essere considerato illegale non curare chi ne ha. È fortemente in crisi il modello di welfare in tutta Europa, per questo il welfare va ripensato ma non è la compressione della spesa sociale pensata con la spending review, non è il suo dimagrimento a rappresentare la soluzione, bensì la reale sussidiarietà che però in Italia si traduce nel pubblico che abdica al privato”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina a Bari al convegno di apertura del Forum sulla non autosufficienza “Le dimensioni della fragilità. Riconoscere i bisogni, rappresentare le differenze".
“Il welfare non è solo spesa, ma soprattutto economia che in Puglia rappresenta il 12% del Pil (sociale e sanitario) – ha aggiunto Vendola - la Puglia, come l’Italia, si trova nella situazione più paradossale degli ultimi decenni: proprio quando è cresciuta la consapevolezza dell’importanza del welfare e dei diritti delle persone in condizioni di fragilità, ci si è ritrovati con la parabola discendente delle risorse finanziarie. Noi siamo nel punto più alto del paradosso. Mentre le persone diversamente abili cercano e chiedono di poter trovare le chiavi per aprire la porta della propria libera espressione di talento, di competenze e di umanità – ha concluso Vendola - mentre hanno capito questo, hanno osato capire questo, le politiche pubbliche presentano tabelline e diagrammi rispetto a cui la loro coscienza dovrebbe arrendersi. Speriamo davvero che insieme non ci arrenderemo a questo scempio”.
La presenza degli anziani in Italia e in Puglia è decisamente rilevante. Una presenza che rende prioritario per il sistema di welfare locale il soddisfacimento di alcuni bisogni tipici della popolazione anziana: da quello di socializzazione e relazione fino a quello di cura e presa in carico nei casi di non autosufficienza. Sono circa 770.000 gli anziani in Puglia e di questi quasi la metà ha superato i 75 anni di età. Un numero davvero rilevante per un’incidenza sul totale della popolazione che è del 19% per gli ultra sessantacinquenni e del 9,2% per coloro che hanno superato i 75 anni. Le province di Lecce e Brindisi risentono maggiormente di tale incidenza a differenza della provincia di Bari il cui dato è decisamente più basso. Importante anche l’investimento infrastrutturale e in servizi operato dalla Regione Puglia negli ultimi otto anni.
“La dotazione di strutture e servizi a ciclo diurno e a ciclo residenziale (h24) per disabili e anziani è cresciuta in modo significativo – ha detto l’assessore regionale al Welfare e alle Politiche della Salute Elena Gentile intervenuta al Forum – prima di tutto sul piano del completamento della filiera dei servizi per la presa in carico della non autosufficienza che, in alcuni casi, ha determinato la nascita ex novo di servizi. Stiamo parlando dei 75 centri diurni per anziani e disabili non autosufficienti che solo 5 anni fa in Puglia non trovavano alternative di presa in carico, se non nei servizi sanitari e riabilitativi; così come la nuova offerta di strutture di accoglienza residenziale per disabili gravi che non era neppure tipizzata e regolata fino all’inizio del 2007 e che oggi vanta una rete capillare di 86 strutture e 1.150 posti utente”.
Da segnalare anche la quasi totale riqualificazione dell’offerta sociosanitaria per anziani, con oltre 120 residenze sociosanitarie residenziali dedicate e oltre 6.300 posti letto, che hanno dimezzato la distanza del territorio pugliese dalla dotazione media nazionale per le stesse tipologie di strutture.
“Tuttavia – precisa ancora Elena Gentile - la rete di infrastrutture e servizi ha ancora bisogno di essere completata, sia rispetto ad alcune tipologie di servizi, sia rispetto ad alcuni territori che risultano talvolta al di sotto dei fabbisogni medi della popolazione di riferimento ed esprime ancora un importante potenziale di crescita sia rispetto al completamento delle filiere territoriali di servizi per la non autosufficienza, sia rispetto alla implementazione delle nuove tecnologie, in particolare per l’ambient assisted living”.
Ma non sono queste le uniche riforme da attuare, occorre soprattutto operare in maniera decisa e netta una reale integrazione tra le politiche di welfare e quelle della salute: “In questi anni – ha concluso Elena Gentile - non abbiamo fatto una scelta di campo ma abbiamo attraversato più campi, privilegiando l’autonomia della scelta di ciascuno. Siamo stati costretti a rivisitare il modello di offerta dei servizi sanitari, ma questa è diventata anche un’opportunità per offrire una scelta diversa con una medicina più di prossimità e del territorio. Infatti non ci interessa spendere meno ma meglio, così si vincono le sfide migliori che generano qualità della vita e buona e nuova occupazione”.
Il quinto “Forum sulla non autosufficienza - Strumenti, idee e soluzioni per il lavoro di cura e l’integrazione socio-sanitaria” ritorna per la seconda volta in Puglia a Bari, organizzato dalla Maggioli Casa Editrice, con il patrocinio del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. L’edizione pugliese ha il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Bari e del Comune di Bari.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina a Bari al convegno di apertura del Forum sulla non autosufficienza “Le dimensioni della fragilità. Riconoscere i bisogni, rappresentare le differenze".
“Il welfare non è solo spesa, ma soprattutto economia che in Puglia rappresenta il 12% del Pil (sociale e sanitario) – ha aggiunto Vendola - la Puglia, come l’Italia, si trova nella situazione più paradossale degli ultimi decenni: proprio quando è cresciuta la consapevolezza dell’importanza del welfare e dei diritti delle persone in condizioni di fragilità, ci si è ritrovati con la parabola discendente delle risorse finanziarie. Noi siamo nel punto più alto del paradosso. Mentre le persone diversamente abili cercano e chiedono di poter trovare le chiavi per aprire la porta della propria libera espressione di talento, di competenze e di umanità – ha concluso Vendola - mentre hanno capito questo, hanno osato capire questo, le politiche pubbliche presentano tabelline e diagrammi rispetto a cui la loro coscienza dovrebbe arrendersi. Speriamo davvero che insieme non ci arrenderemo a questo scempio”.
La presenza degli anziani in Italia e in Puglia è decisamente rilevante. Una presenza che rende prioritario per il sistema di welfare locale il soddisfacimento di alcuni bisogni tipici della popolazione anziana: da quello di socializzazione e relazione fino a quello di cura e presa in carico nei casi di non autosufficienza. Sono circa 770.000 gli anziani in Puglia e di questi quasi la metà ha superato i 75 anni di età. Un numero davvero rilevante per un’incidenza sul totale della popolazione che è del 19% per gli ultra sessantacinquenni e del 9,2% per coloro che hanno superato i 75 anni. Le province di Lecce e Brindisi risentono maggiormente di tale incidenza a differenza della provincia di Bari il cui dato è decisamente più basso. Importante anche l’investimento infrastrutturale e in servizi operato dalla Regione Puglia negli ultimi otto anni.
“La dotazione di strutture e servizi a ciclo diurno e a ciclo residenziale (h24) per disabili e anziani è cresciuta in modo significativo – ha detto l’assessore regionale al Welfare e alle Politiche della Salute Elena Gentile intervenuta al Forum – prima di tutto sul piano del completamento della filiera dei servizi per la presa in carico della non autosufficienza che, in alcuni casi, ha determinato la nascita ex novo di servizi. Stiamo parlando dei 75 centri diurni per anziani e disabili non autosufficienti che solo 5 anni fa in Puglia non trovavano alternative di presa in carico, se non nei servizi sanitari e riabilitativi; così come la nuova offerta di strutture di accoglienza residenziale per disabili gravi che non era neppure tipizzata e regolata fino all’inizio del 2007 e che oggi vanta una rete capillare di 86 strutture e 1.150 posti utente”.
Da segnalare anche la quasi totale riqualificazione dell’offerta sociosanitaria per anziani, con oltre 120 residenze sociosanitarie residenziali dedicate e oltre 6.300 posti letto, che hanno dimezzato la distanza del territorio pugliese dalla dotazione media nazionale per le stesse tipologie di strutture.
“Tuttavia – precisa ancora Elena Gentile - la rete di infrastrutture e servizi ha ancora bisogno di essere completata, sia rispetto ad alcune tipologie di servizi, sia rispetto ad alcuni territori che risultano talvolta al di sotto dei fabbisogni medi della popolazione di riferimento ed esprime ancora un importante potenziale di crescita sia rispetto al completamento delle filiere territoriali di servizi per la non autosufficienza, sia rispetto alla implementazione delle nuove tecnologie, in particolare per l’ambient assisted living”.
Ma non sono queste le uniche riforme da attuare, occorre soprattutto operare in maniera decisa e netta una reale integrazione tra le politiche di welfare e quelle della salute: “In questi anni – ha concluso Elena Gentile - non abbiamo fatto una scelta di campo ma abbiamo attraversato più campi, privilegiando l’autonomia della scelta di ciascuno. Siamo stati costretti a rivisitare il modello di offerta dei servizi sanitari, ma questa è diventata anche un’opportunità per offrire una scelta diversa con una medicina più di prossimità e del territorio. Infatti non ci interessa spendere meno ma meglio, così si vincono le sfide migliori che generano qualità della vita e buona e nuova occupazione”.
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