BARI - "La Regione Puglia con delibera n. 951 del 03 maggio 2013 ha deciso con effetto 01 giugno 2013 di introdurre nuove tariffe di remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera e di assistenza specialistica ambulatoriale private, determinando così le tariffe massime di riferimento in ossequio al D.M. del 18.10.2012.
Una riduzione dei costi delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale privata pari mediamente al 45% con punte che arrivano sino al 70% che metterà a rischio il rapporto di lavoro dei tanti addetti occupati nei 280 laboratori d’analisi distribuiti in tutta la Regione in regime di convenzione con le AASSLL pugliesi.
Le conseguenze di tali decisioni determineranno effetti disastrosi e forse irreparabili perché dall’11 giugno 2013 i laboratori d’analisi privati interromperanno i servizi non a pagamento e i cittadini pugliesi vedranno così allungarsi i tempi delle liste d’attesa oppure i più fortunati saranno costretti a pagare per ottenere prestazioni che invece sono coperte dal Servizio Sanitario Nazionale.
L’assessora alle Politiche della Salute, fa la gnorri, snobba il problema e rifiuta di ricevere le associazioni di categoria che le chiedevano la sospensione del provvedimento deliberativo regionale in attesa del pronunciamento del TAR del Lazio in ordine ad un ricorso avverso il Decreto ministeriale del 18.10.2012 a firma dell’ex ministro alla Salute Balduzzi.
In un contesto socio-economico- politico regionale più che preoccupante dove prevale il giochetto dello “scaricabarile “, a pagare il conto, come sempre accade, è chi sta peggio ovvero pensionati, cassintegrati, famiglie monoreddito e un numero sempre più crescente di indigenti.
Nonostante il debito sanitario regionale sia rientrato facendo pagare alla comunità pugliese tra il 2011 e il 2012 circa 700 milioni di euro, i cittadini continuano a ricevere servizi sempre più infimi sotto il profilo della qualità e dell’efficienza sanitaria.
Le liste d’attesa sono vergognosamente bibliche e quel che è peggio, che nonostante campagne pseudo moralizzatrici da parte della maggioranza politica regionale sulla spesa pubblica, ad oggi, non esiste ancora una vera misura di controllo né di contenimento della spesa sanitaria pugliese perché continuano ad esserci molti sprechi.
Il gioco al massacro sulla pelle dei cittadini più deboli non prevede investimenti, ma solo tagli dei servizi e mantenimento delle spese improduttive.
Ed è profonda l’amarezza dei pugliesi per il modo deplorevole con cui il nostro Governatore e il suo esecutivo gestiscono il danaro pubblico dei contribuenti pugliesi.
Una sfiducia, che la gente avverte nelle istituzioni regionali che la rappresentano, una sfiducia che monta con il passare del tempo per le promesse e gli impegni politici non mantenuti.
E c’è rassegnazione, originata da una politica priva di etica istituzionale, assente, incapace di offrire validi indicatori sociali ed economici e sorda alle molteplici e differenti istanze dei pugliesi e in particolare dei soggetti più deboli che vivono una paurosa condizione di sofferenza sociale ed economica.
Una diffidenza popolare, intimamente legata alla politica insignificante espressa dalla massima carica politico-istituzionale regionale, sempre più distante dalla realtà socio-economica del suo territorio e sempre più attenta a catturare il consenso degli elettori ad ogni costo e con ogni mezzo.
Una politica economica sprecona e clientelare, dunque fallimentare grazie alla quale abbiamo consolidato il primato dell’inefficienza e della dissipazione di pubblico denaro.
Vendola continua a riservare anche per il 2013 un presente di “lacrime e sangue “ solo ed esclusivamente per sua incapacità ad amministrare.
Caro Vendola, ma il tuo antico e straziante sonetto sulla “carne viva” dei pugliesi più diseredati che subivano supinamente ingiustizie dalla società dei ricchi e dei prepotenti, forse ha bisogno di un remake teatrale".
A riferirlo in una nota il consigliere regionale del PDL Giuseppe Cristella.
Una riduzione dei costi delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale privata pari mediamente al 45% con punte che arrivano sino al 70% che metterà a rischio il rapporto di lavoro dei tanti addetti occupati nei 280 laboratori d’analisi distribuiti in tutta la Regione in regime di convenzione con le AASSLL pugliesi.
Le conseguenze di tali decisioni determineranno effetti disastrosi e forse irreparabili perché dall’11 giugno 2013 i laboratori d’analisi privati interromperanno i servizi non a pagamento e i cittadini pugliesi vedranno così allungarsi i tempi delle liste d’attesa oppure i più fortunati saranno costretti a pagare per ottenere prestazioni che invece sono coperte dal Servizio Sanitario Nazionale.
L’assessora alle Politiche della Salute, fa la gnorri, snobba il problema e rifiuta di ricevere le associazioni di categoria che le chiedevano la sospensione del provvedimento deliberativo regionale in attesa del pronunciamento del TAR del Lazio in ordine ad un ricorso avverso il Decreto ministeriale del 18.10.2012 a firma dell’ex ministro alla Salute Balduzzi.
In un contesto socio-economico- politico regionale più che preoccupante dove prevale il giochetto dello “scaricabarile “, a pagare il conto, come sempre accade, è chi sta peggio ovvero pensionati, cassintegrati, famiglie monoreddito e un numero sempre più crescente di indigenti.
Nonostante il debito sanitario regionale sia rientrato facendo pagare alla comunità pugliese tra il 2011 e il 2012 circa 700 milioni di euro, i cittadini continuano a ricevere servizi sempre più infimi sotto il profilo della qualità e dell’efficienza sanitaria.
Le liste d’attesa sono vergognosamente bibliche e quel che è peggio, che nonostante campagne pseudo moralizzatrici da parte della maggioranza politica regionale sulla spesa pubblica, ad oggi, non esiste ancora una vera misura di controllo né di contenimento della spesa sanitaria pugliese perché continuano ad esserci molti sprechi.
Il gioco al massacro sulla pelle dei cittadini più deboli non prevede investimenti, ma solo tagli dei servizi e mantenimento delle spese improduttive.
Ed è profonda l’amarezza dei pugliesi per il modo deplorevole con cui il nostro Governatore e il suo esecutivo gestiscono il danaro pubblico dei contribuenti pugliesi.
Una sfiducia, che la gente avverte nelle istituzioni regionali che la rappresentano, una sfiducia che monta con il passare del tempo per le promesse e gli impegni politici non mantenuti.
E c’è rassegnazione, originata da una politica priva di etica istituzionale, assente, incapace di offrire validi indicatori sociali ed economici e sorda alle molteplici e differenti istanze dei pugliesi e in particolare dei soggetti più deboli che vivono una paurosa condizione di sofferenza sociale ed economica.
Una diffidenza popolare, intimamente legata alla politica insignificante espressa dalla massima carica politico-istituzionale regionale, sempre più distante dalla realtà socio-economica del suo territorio e sempre più attenta a catturare il consenso degli elettori ad ogni costo e con ogni mezzo.
Una politica economica sprecona e clientelare, dunque fallimentare grazie alla quale abbiamo consolidato il primato dell’inefficienza e della dissipazione di pubblico denaro.
Vendola continua a riservare anche per il 2013 un presente di “lacrime e sangue “ solo ed esclusivamente per sua incapacità ad amministrare.
Caro Vendola, ma il tuo antico e straziante sonetto sulla “carne viva” dei pugliesi più diseredati che subivano supinamente ingiustizie dalla società dei ricchi e dei prepotenti, forse ha bisogno di un remake teatrale".
A riferirlo in una nota il consigliere regionale del PDL Giuseppe Cristella.
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