BARI - Venti piccole targhe di ottone, conficcate nell’asfalto di piazza Umberto I, a Bari. Ogni targa con un nome e un’età. Sono le venti “pietre di inciampo” che ricordano, settant’anni dopo, i caduti della strage del 28 luglio 1943. Venti targhe per restituire un’identità a tutte quelle vittime, in maggioranza giovani, operai e studenti, falciate dai proiettili esplosi da un reparto dell’esercito e da cecchini appostati nella sede della federazione del Partito fascista contro un pacifico corteo che andava ad accogliere gli antifascisti all’uscita del carcere. Tra gli oppositori imprigionati dal regime c’erano i filosofi Guido De Ruggiero e Guido Calogero, il giurista Michele Cifarelli e l’umanista Tommaso Fiore, il cui figlio diciottenne - Graziano - fu uno dei venti caduti, insieme a Fausto Buono (20 anni), Gaetano Civera (47), Giuseppe De Tullio (19), Francesco Di Girolamo (21), Nunzio Fiore (42), Michele Genchi (14), Vittorio Giove (18), Giuseppe Gurrado (29), Paolo Ladisa (16), Michele Laghezza (17), Angelo Lovecchio 53), Luigi Masciandaro (15), Giovanni Nicassio (15), Tommaso Piemontese (29), Giuseppe Potente (13), Gennaro Selvaggi (41), Francesco Sgrana (42), Franco Tannarelli (13) e Giuseppe Tropepe (18).
Le “pietre di inciampo” - realizzate su progetto dell’architetto Arturo Cucciolla, dall’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig diffusa in molti Paesi europei - saranno installate domani, giovedì 25 luglio, nel corso di una cerimonia commemorativa promossa dal Comune di Bari, dall’Anpi, l’IPSAIC e la CGIL.
La manifestazione, intitolata “Noi ricordiamo”, si apre alle ore 17 con un incontro nel palazzo ex Poste, in piazza Cesare Battisti. Prenderanno la parola il sindaco di Bari Michele Emiliano, il rettore dell’Università di Bari Corrado Petrocelli, Vito Antonio Leuzzi dell’Ipsaic, Pasquale Martino dell’Anpi, Arturo Cucciolla dell’Anpi, Carlo Ghezzi della Fondazione Di Vittorio e Pino Gesmundo della Cgil Bari. Porteranno le loro testimonianze Paolo Laterza e Giuseppe Lopez.
A seguire, intorno alle ore 19, fra il giardino e via Niccolò dell’Arca si svolgerà la commemorazione con il posizionamento delle venti pietre d’inciampo, che creeranno così un collegamento anche visivo tra il luogo esatto della strage e il monumento realizzato negli anni Ottanta dal Comune per ricordare quella giornata.
Le venti pietre di inciampo - un inciampo della memoria e della coscienza democratica - si collegano ad analoghe iniziative che già negli anni scorsi il Comune di Bari, l’Anpi, l’IPSAIC e la CGIL hanno realizzato: la collocazione di una lapide sul pavimento della muraglia, in ricordo del partigiano Michele Romito e della difesa del porto dai tedeschi e, sempre a Bari vecchia, della lapide che, davanti ai gradini della scuola Diomede Fresa, indica il luogo in cui sorgeva la Camera del Lavoro, difesa nel 1922 dalla popolazione guidata da Giuseppe Di Vittorio.
Le “pietre di inciampo” - realizzate su progetto dell’architetto Arturo Cucciolla, dall’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig diffusa in molti Paesi europei - saranno installate domani, giovedì 25 luglio, nel corso di una cerimonia commemorativa promossa dal Comune di Bari, dall’Anpi, l’IPSAIC e la CGIL.
La manifestazione, intitolata “Noi ricordiamo”, si apre alle ore 17 con un incontro nel palazzo ex Poste, in piazza Cesare Battisti. Prenderanno la parola il sindaco di Bari Michele Emiliano, il rettore dell’Università di Bari Corrado Petrocelli, Vito Antonio Leuzzi dell’Ipsaic, Pasquale Martino dell’Anpi, Arturo Cucciolla dell’Anpi, Carlo Ghezzi della Fondazione Di Vittorio e Pino Gesmundo della Cgil Bari. Porteranno le loro testimonianze Paolo Laterza e Giuseppe Lopez.
A seguire, intorno alle ore 19, fra il giardino e via Niccolò dell’Arca si svolgerà la commemorazione con il posizionamento delle venti pietre d’inciampo, che creeranno così un collegamento anche visivo tra il luogo esatto della strage e il monumento realizzato negli anni Ottanta dal Comune per ricordare quella giornata.
Le venti pietre di inciampo - un inciampo della memoria e della coscienza democratica - si collegano ad analoghe iniziative che già negli anni scorsi il Comune di Bari, l’Anpi, l’IPSAIC e la CGIL hanno realizzato: la collocazione di una lapide sul pavimento della muraglia, in ricordo del partigiano Michele Romito e della difesa del porto dai tedeschi e, sempre a Bari vecchia, della lapide che, davanti ai gradini della scuola Diomede Fresa, indica il luogo in cui sorgeva la Camera del Lavoro, difesa nel 1922 dalla popolazione guidata da Giuseppe Di Vittorio.
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