Commercio al dettaglio: tonfo negozi (-4%), exploit low cost

ROMA - Le vendite dei cibi low cost nei discount alimentari sono le uniche a far segnare un aumento nel commercio al dettaglio in Italia dall’inizio dell’anno con un +1,3 per cento mentre calano tutte le altre forme distributive a partire dai piccoli negozi che fanno registrare un tonfo del –4 per cento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa al commercio al dettaglio alimentare nel maggio 2013 secondo l’Istat.

Il bilancio dall’inizio dell’anno nelle vendite della grande distribuzione fa segnare un –2,5 per cento negli ipermercati e un -1,8 per cento nei supermercati per un totale che, nonostante la crescita dei discount, rimane comunque negativo (-1,6 per cento). La spesa alimentare degli italiani è crollata nel 2013 in cui si sono ridotti drammaticamente gli acquisti a tavola con tagli che vanno dall’olio di oliva extravergine (-12 per cento) al pesce (-11 per cento), dalla pasta (-9 per cento) al latte (-6 per cento), dall’ortofrutta (-4 per cento) alla carne (-1 per cento) per una contrazione media nell’agroalimentare del 3,4 per cento, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi al primo quadrimestre. A cambiare - continua la Coldiretti - è anche il livello qualitativo dei prodotti alimentari acquistati con un aumento nel carrello dei “cibi low cost” offerti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute.

Dietro questi prodotti - spiega la Coldiretti - spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. Non è un caso – continua la Coldiretti - che nel primo trimestre del 2013 sono aumentati del 26 per cento gli allarmi alimentari in Italia al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell’inizio della crisi. A differenza di quanto è accaduto per tutti gli altri settori - conclude la Coldiretti - dall’abbigliamento alle automobili, in cui gli italiani hanno rinunciato agli acquisti, per l’alimentare, che va in tavola tutti i giorni, questo non è possibile, almeno oltre un certo limite, ma si è verificato un sensibile spostamento verso i prodotti a basso costo per cercare comunque di risparmiare.

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