Dl Fare, sì alla fiducia. Cambia norma manager. "Italia poco competitiva per il sommerso"

ROMA -  Dovrebbe protrarsi fino alla mezzanotte nell'Aula della Camera l'esame degli ordini del giorno al dl Fare, presentati per la maggior parte dai deputati di M5S, Sel e Lega per praticare ostruzionismo sul testo 'blindato' dal governo. Prima della sospensione dovrebbe arrivare il parere sugli ordini del giorno che sono 251. Se domani i soli 106 deputati del M5S decidessero di intervenire usando i tempi previsti, potrebbero parlare per quasi diciotto ore.

LETTA: "SOMMERSO OSTACOLA RIPRESA" - "Se ci si chiede perchè l'Italia è un Paese poco competitivo, rispondo perché l'economia in nero é così quantitativamente importante. Distorce la concorrenza e crea inefficienza". Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta all'Agenzia delle Entrate.

"Il voto di fiducia alla Camera è un segnale molto importante".

Il governo promette "una lotta senza quartiere per recuperare le risorse ovunque esse siano, in Svizzera o nei paradisi fiscali. Lo faremo e lo faremo con forza e determinazione", ha sottolineato Letta durante visita all'Agenzia delle Entrate.

"Nel nostro paese le tasse sono troppo alte perché non tutti le pagano". Così il presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel suo intervento all'agenzia delle entrate. Letta ha ribadito "l'impegno a usare tutti i soldi che verranno dalla lotta all'evasione per abbassare la pressione fiscale".

Poi Letta ha invitato ad un uso parsimonioso delle risorse pubbliche. Le risorse pubbliche vengono spesso utilizzate con "faciloneria", "senza verificare il rapporto tra le stesse e gli utilizzi, che non possono essere sballati o approvati solo perché c'è qualche lobby che vince alle due del mattino di fronte ad una Commissione stanca".

Il premier Letta
LA FIDUCIA - La camera conferma la fiducia al governo Letta sul Dl Fare. La fiducia ha avuto 427 sì e 167 no.

E' in corso nell'Aula della Camera l'esame degli ordini del giorno al dl Fare. Gli ordini del giorno sono 250, quasi tutti di M5S, Sel e Lega. Il loro numero lascia presagire che l'Aula sarà impegnata nell'esame dei testi per tutta la giornata di oggi, e che si potrà andare avanti anche nella notte se il M5S confermerà il proprio ostruzionismo sul decreto. Solo dopo gli ordini del giorno l'Aula potrà passare alle dichiarazioni di voto finali: ogni deputato, a termini di regolamento, ha a disposizione mezz'ora per parlare in quella fase.

"Sarà cambiata in Senato" la norma del dl Fare che elimina il tetto allo stipendio dei manager delle aziende partecipate dallo Stato e non quotate. Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, interpellato dal cronista a Montecitorio. La norma è stata inserita dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali durante l'esame del decreto.

LE DICHIARAZIONI - E' bagarre alla Camera dopo che il Governo ha posto alla Camera la questione di fiducia sul decreto legge Fare, nel testo formulato dalle commissioni. Troppi 800 emendamenti ha spiegato il ministro Franceschini: "Da qui alla pausa estiva dei lavori parlamentari abbiamo un calendario complicato: bisogna esaminare sei decreti legge, le leggi europee, il ddl di riforma costituzionale, il testo sul finanziamento pubblico ai partiti e quello sull'omofobia: affrontare il voto su 800 emendamenti al dl Fare non consentirebbe di riuscire ad esaminare tutto in tempo".

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Lega e Sel avevano ridotto i loro emendamenti, così come la maggioranza, che si era limitata a sole dieci richiesta di modifica del testo - ha aggiunto - ma la stessa disponibilità non è arrivata dal M5S. "Abbiamo avuto - ha ricordato il ministro - un incontro stamani e ci è stato detto che se avessimo accolto una serie di loro emendamenti gli altri sarebbero stati ritirati. Quando abbiamo obiettato che una parte di essi era ammissibile e un altra no per ragioni di copertura ma anche di merito, quel gruppo ha deciso di chiedere il voto su tutti gli emendamenti".

Dopo il voto di fiducia, dalle 12:40 alle 14:30 ci sarà l'esame degli ordini del giorno al decreto, che sarà sospeso alle 15 per il question time ma riprenderà a seguire: a questo punto non c'è più alcuna certezza sui tempi: M5s, Lega e Fdi hanno infatti detto no alla diretta televisiva sulle dichiarazioni di voto finali sul decreto, lasciando intendere che praticheranno ostruzionismo avvalendosi degli strumenti regolamentari che concedono tempi larghi di intervento ai deputati sui decreti legge.

Intanto M5S ha anche detto 'no' alla possibilità che le commissioni Affari costituzionali e Ue possano oggi esaminare la legge sul finanziamento ai partiti e la legge comunitaria. Si riuniranno,di conseguenza, solo le commissioni che esaminano decreti legge. Un ostruzionismo che determina il "rammarico" del capogruppo Pd Roberto Speranza: "Rischia di rallentare - ha spiegato - provvedimenti decisivi, di cui il Paese ha bisogno".Non c'è certezza su quando ci sarà il voto finale sul provvedimento: M5S, Lega e Fdi non hanno infatti accettato la diretta televisiva sulle dichiarazioni di voto finali, spiegando che si prenderanno tutto il tempo necessario per intervenire una posizione che determina il "rammarico" del Pd.