IL CAIRO - Solo poche ore dopo l'ultimatum di 48 ore dato dai militari alle forze politiche egiziane, ma soprattutto al presidente egiziano, Mohamed Morsi chiede via twitter all'esercito di fare un passo indietro e di ritirare le sue richieste e, al contempo, ribadisce di non accettare diktat. Né all'interno né dall'esterno. Subito dopo si rivolge direttamente agli egiziani dalla Tv di Stato per ricordare che "le elezioni sono state libere e rappresentative della volontà popolare", e soprattutto che lui è stato "il primo leader egiziano ad essere stato eletto democraticamente".
"Non farò nessun passo indietro", assicura il presidente che si dice pronto a proteggere la democrazia "a costo della sua vita". "Non lasciatevi rubare la vostra rivoluzione", incalza Morsi che, pur ammettendo di "aver commesso degli errori", invita gli egiziani a non attaccare le forze armate, la polizia e a non scontrarsi tra di loro. E afferma la necessità che l'esercito torni alle sue "normali funzioni". Morsi è sempre più solo e assediato dai manifestanti anche nel palazzo dove si è trasferito per evitare le contestazioni.
Intanto i fratelli musulmani non hanno reagito ufficialmente alla dichiarazione dei militari ma più voci hanno ribadito che la legittimità del presidente non si tocca. Un alto dirigente della Fratellanza è andato oltre invocando il martirio per proteggere la legittimità del primo presidente eletto dei Fratelli musulmani mentre il portavoce della Fratellanza Gehad el Haddad ha twittato: "Il popolo egiziano non permetterà a nessuno di fare prepotenze alle loro scelte democratiche e rimarrà fermo davanti a chiunque minacci la legittimita". Come negli scorsi due giorni anche oggi le piazze si sono divise fra pro e anti Morsi. In serata, poche ore prima che Morsi parlasse alla televisione, gli scontri nel quartiere di Giza, al Cairo, sono degenerati e hanno lasciato sul terreno sette morti e decine di feriti, molti dei quali gravi. (Fonte: ANSA)
"Non farò nessun passo indietro", assicura il presidente che si dice pronto a proteggere la democrazia "a costo della sua vita". "Non lasciatevi rubare la vostra rivoluzione", incalza Morsi che, pur ammettendo di "aver commesso degli errori", invita gli egiziani a non attaccare le forze armate, la polizia e a non scontrarsi tra di loro. E afferma la necessità che l'esercito torni alle sue "normali funzioni". Morsi è sempre più solo e assediato dai manifestanti anche nel palazzo dove si è trasferito per evitare le contestazioni.
Intanto i fratelli musulmani non hanno reagito ufficialmente alla dichiarazione dei militari ma più voci hanno ribadito che la legittimità del presidente non si tocca. Un alto dirigente della Fratellanza è andato oltre invocando il martirio per proteggere la legittimità del primo presidente eletto dei Fratelli musulmani mentre il portavoce della Fratellanza Gehad el Haddad ha twittato: "Il popolo egiziano non permetterà a nessuno di fare prepotenze alle loro scelte democratiche e rimarrà fermo davanti a chiunque minacci la legittimita". Come negli scorsi due giorni anche oggi le piazze si sono divise fra pro e anti Morsi. In serata, poche ore prima che Morsi parlasse alla televisione, gli scontri nel quartiere di Giza, al Cairo, sono degenerati e hanno lasciato sul terreno sette morti e decine di feriti, molti dei quali gravi. (Fonte: ANSA)