BARI - “Il governo regionale non si è mai sottratto al confronto e nel caso specifico di Taranto il nostro atteggiamento è di intransigenza, con la massima attenzione alla tutela della salute”. Così la vicepresidente Angela Barbanente chiude con una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni o indulgenze i lavori della quinta Commissione presieduta da Donato Pentassuglia.
Il tema affrontato, quello delle emissioni di fumi di gas a Taranto, è stato sollecitato dal consigliere Alfredo Cervellera che nei giorni scorsi ha presentato una interrogazione. Il quesito posto dall’esponente di Sel si riferisce a quanto è accaduto l’8, il 9 e il 10 luglio, giorni in cui la città di Taranto è stata invasa da esalazioni maleodoranti riconducibili a emissioni di idrogeno solforato “un gas di sintesi prodotto dall’insediamento industriale dell’Eni di Taranto” – ha detto Cervellera.
Per questa ragione Pentassuglia ha convocato in audizione l’Arpa e il management dell’insediamento industriale e in particolare l’ingegnere Carlo Guarrata, direttore della raffineria Eni di Taranto ha mostrato alla Commissione la massima disponibilità ad affrontare la questione. Guarrata ha sottolineato che “quello di cui parliamo è un sito a potenziale impianto odorigeno che però è sottoposto a controlli costanti”. “Siamo disponibili – ha detto l’ingegnere dell’Eni – a porre in essere tutte le soluzioni possibili per migliorare i controlli e accettiamo suggerimenti e proposte che abbiano uno spirito collaborativo”. Guarrata ha parlato di numeri trasparenti evidenti dal monitoraggio e sottolinea in relazione a quell’evento specifico cui si fa riferimento, che il sistema di sicurezza ha funzionato perfettamente.
Lo ricordiamo, l’emissione di gas maleodoranti secondo le rilevazioni dell’Arpa potrebbero essere strettamente collegate ad un black out dell’Enel, a seguito di forti temporali.
“Ci piacerebbe essere considerati affidali” dice Guarrata. Ma questa affidabilità è “inquinata” secondo il consigliere Michele Losappio da un ricorso dell’azienda contro la legge che disciplina la valutazione di danno sanitario. Un richiesta alla magistratura che il management dell’Eni definisce cautelativa. E Losappio ribatte che il contenuto del ricorso punta a ricercare nelle altre Regioni leggi di riferimento che abbiano misure considerate meno restrittive, una sorta di “livellamento verso il basso”.
"Sulle emissioni di fumi e gas – dice Fabiano Amati - ci sono solo due strade: o la conversazione sui problemi di sistema, che non mi sembra la più utile da percorrere, o la richiesta al Governo regionale di valutare l'emanazione di un regolamento sui limiti all'emissioni monitorate alla fonte, pur con i molteplici dubbi - che pur persistono - sulla competenza regionale in materia.
La stessa impostazione hanno manifestato anche i consiglieri Cervellera e Annarita Lemma che parlano di Taranto come “città ferita con i suoi abitanti che hanno ormai raggiunto condizioni di insofferenza verso l’emergenza ambientale continua cui sono sottoposti”.
Anche l’assessore Barbanente ha convenuto sulla necessità di strumenti più efficaci a tutela della salute “anche perché i cittadini tarantini hanno raggiunto ormai un livello di consapevolezza sociale sulle condizioni ambientali della propria città”.
L’Arpa d’altro canto sta provvedendo a migliorare le condizioni del monitoraggio potenziando le centraline, ampliando la strumentazione ed ha sottolineato che non esistono ancora le prove che accertino che ad emettere quegli odori sgradevoli sia stata l’Eni. Massimo Blonda di Arpa Puglia conviene sulla esigenza che sia in qualche modo “normata” tutta la problematica degli “odori” e delle percezioni degli stessi.
Dal centrodestra arrivano moniti di cautela ed equilibrio. Ignazio Zullo (capogruppo del Pdl) ha detto che il dovere della politica è quello di contemperare tutte le esigenze e valutare gli eventuali danni che si possono arrecare quando si procede alla elaborazioni di norme e si fanno delle scelte. La preoccupazione dell’esponente della minoranza è quella che possano essere messi a rischio i posti di lavoro in un insediamento industriale che rappresenta per il territorio una grossa risorsa.
E questa regole vale un po’ per tutte le grandi e piccole industrie sottolineano Zullo Pietro Lospinuso, pur nel convincimento che la “grande impresa va stanata” laddove necessario.
Losappio ha chiesto però che questa esigenza di attenzione al lavoro e allo sviluppo non sia “supina” rispetto alla grande industria e Arnaldo Sala (Pdl) gli ha risposto che non c’è nessuna volontà di sottostare in modo passivo, cedendo ai poteri fori “abbiamo la schiena dritta e siamo attenti al nervo scoperto che la mia città purtroppo ha ormai da anni in tema ambientale” – ha detto. Concordo con Zullo – ha continuato Sala – sulla necessità di garantire il tessuto economico della nostra Regione”.
Antonio Martucci (Mep) rifiuta l’etichetta di tarantini che si piangono addosso, come alcuni tendono a sottolineare, “poniamo questioni serie – ha detto.
Di intensificazione di controlli ha parlato Domi Lanzillotta “anche perché nutro forti dubbi sulle responsabilità di quanto accaduto recentemente a Taranto, è sempre importante sapere con chiarezza chi controlla cosa, in questo caso più che mai”.
Francesco Laddomada ha espresso la sua soddisfazione e ringraziamento al presidente Pentassuglia “per la sensibilità e l’attenzione che mostra nei confronti di questi temi sensibili e in particolare per la zona del tarantino considerata ad altro rischio ambientale”.
Il tema affrontato, quello delle emissioni di fumi di gas a Taranto, è stato sollecitato dal consigliere Alfredo Cervellera che nei giorni scorsi ha presentato una interrogazione. Il quesito posto dall’esponente di Sel si riferisce a quanto è accaduto l’8, il 9 e il 10 luglio, giorni in cui la città di Taranto è stata invasa da esalazioni maleodoranti riconducibili a emissioni di idrogeno solforato “un gas di sintesi prodotto dall’insediamento industriale dell’Eni di Taranto” – ha detto Cervellera.
Per questa ragione Pentassuglia ha convocato in audizione l’Arpa e il management dell’insediamento industriale e in particolare l’ingegnere Carlo Guarrata, direttore della raffineria Eni di Taranto ha mostrato alla Commissione la massima disponibilità ad affrontare la questione. Guarrata ha sottolineato che “quello di cui parliamo è un sito a potenziale impianto odorigeno che però è sottoposto a controlli costanti”. “Siamo disponibili – ha detto l’ingegnere dell’Eni – a porre in essere tutte le soluzioni possibili per migliorare i controlli e accettiamo suggerimenti e proposte che abbiano uno spirito collaborativo”. Guarrata ha parlato di numeri trasparenti evidenti dal monitoraggio e sottolinea in relazione a quell’evento specifico cui si fa riferimento, che il sistema di sicurezza ha funzionato perfettamente.
Lo ricordiamo, l’emissione di gas maleodoranti secondo le rilevazioni dell’Arpa potrebbero essere strettamente collegate ad un black out dell’Enel, a seguito di forti temporali.
“Ci piacerebbe essere considerati affidali” dice Guarrata. Ma questa affidabilità è “inquinata” secondo il consigliere Michele Losappio da un ricorso dell’azienda contro la legge che disciplina la valutazione di danno sanitario. Un richiesta alla magistratura che il management dell’Eni definisce cautelativa. E Losappio ribatte che il contenuto del ricorso punta a ricercare nelle altre Regioni leggi di riferimento che abbiano misure considerate meno restrittive, una sorta di “livellamento verso il basso”.
"Sulle emissioni di fumi e gas – dice Fabiano Amati - ci sono solo due strade: o la conversazione sui problemi di sistema, che non mi sembra la più utile da percorrere, o la richiesta al Governo regionale di valutare l'emanazione di un regolamento sui limiti all'emissioni monitorate alla fonte, pur con i molteplici dubbi - che pur persistono - sulla competenza regionale in materia.
La stessa impostazione hanno manifestato anche i consiglieri Cervellera e Annarita Lemma che parlano di Taranto come “città ferita con i suoi abitanti che hanno ormai raggiunto condizioni di insofferenza verso l’emergenza ambientale continua cui sono sottoposti”.
Anche l’assessore Barbanente ha convenuto sulla necessità di strumenti più efficaci a tutela della salute “anche perché i cittadini tarantini hanno raggiunto ormai un livello di consapevolezza sociale sulle condizioni ambientali della propria città”.
L’Arpa d’altro canto sta provvedendo a migliorare le condizioni del monitoraggio potenziando le centraline, ampliando la strumentazione ed ha sottolineato che non esistono ancora le prove che accertino che ad emettere quegli odori sgradevoli sia stata l’Eni. Massimo Blonda di Arpa Puglia conviene sulla esigenza che sia in qualche modo “normata” tutta la problematica degli “odori” e delle percezioni degli stessi.
Dal centrodestra arrivano moniti di cautela ed equilibrio. Ignazio Zullo (capogruppo del Pdl) ha detto che il dovere della politica è quello di contemperare tutte le esigenze e valutare gli eventuali danni che si possono arrecare quando si procede alla elaborazioni di norme e si fanno delle scelte. La preoccupazione dell’esponente della minoranza è quella che possano essere messi a rischio i posti di lavoro in un insediamento industriale che rappresenta per il territorio una grossa risorsa.
E questa regole vale un po’ per tutte le grandi e piccole industrie sottolineano Zullo Pietro Lospinuso, pur nel convincimento che la “grande impresa va stanata” laddove necessario.
Losappio ha chiesto però che questa esigenza di attenzione al lavoro e allo sviluppo non sia “supina” rispetto alla grande industria e Arnaldo Sala (Pdl) gli ha risposto che non c’è nessuna volontà di sottostare in modo passivo, cedendo ai poteri fori “abbiamo la schiena dritta e siamo attenti al nervo scoperto che la mia città purtroppo ha ormai da anni in tema ambientale” – ha detto. Concordo con Zullo – ha continuato Sala – sulla necessità di garantire il tessuto economico della nostra Regione”.
Antonio Martucci (Mep) rifiuta l’etichetta di tarantini che si piangono addosso, come alcuni tendono a sottolineare, “poniamo questioni serie – ha detto.
Di intensificazione di controlli ha parlato Domi Lanzillotta “anche perché nutro forti dubbi sulle responsabilità di quanto accaduto recentemente a Taranto, è sempre importante sapere con chiarezza chi controlla cosa, in questo caso più che mai”.
Francesco Laddomada ha espresso la sua soddisfazione e ringraziamento al presidente Pentassuglia “per la sensibilità e l’attenzione che mostra nei confronti di questi temi sensibili e in particolare per la zona del tarantino considerata ad altro rischio ambientale”.