F35, Consiglio di Stato a Parlamento: non ha diritto di veto

ROMA - E' una vera e propria bufera sul caso F35. Nel "rapporto fiduciario" tra Parlamento e forze armate, "che non puo' che essere fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli", la "facolta' del Parlamento" di "eventuale sindacato delle Commissioni Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, non puo' tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilita' costituzionali dell'Esecutivo". Lo si legge nel comunicato finale della riunione del Consiglio Supremo di Difesa che si e' tenuto oggi al Quirinale.

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Nel comunicato del Colle non si fa riferimento alla spinosa questione dell'acquisto degli F35, ma e' evidente che il richiamo e' proprio sulla vicenda che sta dividendo le forze politiche, maggioranza compresa. Il 26 giugno scorso, infatti, e' stata approvata una mozione che chiede, in particolare, di "non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito".

Nella nota di oggi del Quirinale, si legge inoltre che "il Consiglio, nel riaffermare il ruolo insostituibile delle Forze Armate, ha esaminato i principali scenari di crisi e l'andamento delle missioni internazionali, anche in vista del decreto autorizzativo per il quarto trimestre, che sara' in linea con gli impegni assunti nella prima parte dell'anno, confermando una sensibile riduzione di presenze e di oneri rispetto al passato", prosegue.

"Con riferimento al processo di riforma dello strumento militare, si e' rilevato come l'attuazione della Legge 244/2012 debba riflettere indirizzi strategici e linee di sviluppo delle capacita' e delle strutture coerenti con le sfide, i rischi e le minacce che il contesto globale in rapida trasformazione prospetta per il nostro Paese e per la Comunita' Internazionale. In tale quadro, la progressiva integrazione europea, in coordinamento con l'evoluzione della NATO, e la realizzazione di capacita' congiunte costituiscono presupposti fondamentali per l'approntamento di forze in grado di far fronte efficacemente alle esigenze di sicurezza e di salvaguardia della pace. Questa e' la prospettiva da perseguire, anche in considerazione della limitatezza delle risorse disponibili e dell'entita', da un lato, degli investimenti da effettuare per la sicurezza e la difesa e della gravita', dall'altro, delle esigenze di rilancio della crescita e dell'occupazione", aggiunge il comunicato.

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