ROMA - Eliminare l'aumento dell'Iva rinviato al 1 ottobre "e' la priorita'" e le risorse potrebbero essere reperite lasciando l'Imu sul 15% delle prime case, quelle di maggior valore. L'indicazione giunge dal viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, secondo cui in questo modo sarebbe possibile reperire i 2 miliardi necessari per "scongiurare l'aumento dell'Iva, sostenere i redditi piu' bassi o rifinanziare la cassa integrazione in deroga". Ma Fassina va anche oltre e sottolinea che in Italia "la pressione fiscale e' insostenibile" e "c'e' un'evasione di sopravvivenza". Lo spunto per l'affermazione arriva dai dati diffusi dalla Confcommercio, secondo cui il nostro Paese e' al top tra le economie piu' avanzate per la pressione fiscale effettiva, ossia il gettito osservato in percentuale del Pil emerso: nel 2013 si attesta al 54% del Pil (nel 2012 era al 55%).
In Danimarca la pressione fiscale effettiva e' al 51,1% del Pil, in Francia al 50,3%, in Belgio al 49,3%, in Austria al 46,8%, in Svezia al 46,7%, in Norvegia al 42,3%, in Olanda al 40,8%, nel Regno Unito al 40,4%, in Spagna al 36,7%, in Australia al 34,8%, in Canada al 31,9%. Chiudono la classifica Irlanda (28,4%) Stati Uniti (27,9%) e Messico (26,2%). Ma il nostro e' anche uno dei Paesi in cui la pressione fiscale e' cresciuta di piu' tra il 2000 e il 2013 (+2,7%), passando dal 41,9 al 44,6%. In Portogallo il peso delle tasse nel periodo 2000-2013 e' aumentato del 3,2%, in Giappone del 2,6% e in Francia del 2,3%. Secondo i calcoli di Confcommercio, il sommerso in Italia si attesta al 17,4% del Pil nel 2012-2013 e l'imponibile ogni anno sottratto al fisco e' pari a 272 miliardi.
Anche in questo caso un record tra le economie avanzate: in Messico il sommerso vale l'11,9% del Pil, in Spagna il 9,5%, nel Regno Unito il 6,7%, negli Stati Uniti il 5,3%, in Svezia e in Austria il 4,7%, in Francia il 3,9%, in Irlanda il 3,3%, il Belgio il 2,7%, in Canada il 2,2% e in Danimarca l'1,9%. In Australia, Olanda e Norvegia e' sotto l'1% del Pil. La lotta all'evasione sta comunque dando i suoi frutti. "Noi ogni anno", ha spiegato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, "recuperiamo dai 2 ai 3 miliardi in piu' rispetto a quanto previsto nel bilancio preventivo.
In Danimarca la pressione fiscale effettiva e' al 51,1% del Pil, in Francia al 50,3%, in Belgio al 49,3%, in Austria al 46,8%, in Svezia al 46,7%, in Norvegia al 42,3%, in Olanda al 40,8%, nel Regno Unito al 40,4%, in Spagna al 36,7%, in Australia al 34,8%, in Canada al 31,9%. Chiudono la classifica Irlanda (28,4%) Stati Uniti (27,9%) e Messico (26,2%). Ma il nostro e' anche uno dei Paesi in cui la pressione fiscale e' cresciuta di piu' tra il 2000 e il 2013 (+2,7%), passando dal 41,9 al 44,6%. In Portogallo il peso delle tasse nel periodo 2000-2013 e' aumentato del 3,2%, in Giappone del 2,6% e in Francia del 2,3%. Secondo i calcoli di Confcommercio, il sommerso in Italia si attesta al 17,4% del Pil nel 2012-2013 e l'imponibile ogni anno sottratto al fisco e' pari a 272 miliardi.
Anche in questo caso un record tra le economie avanzate: in Messico il sommerso vale l'11,9% del Pil, in Spagna il 9,5%, nel Regno Unito il 6,7%, negli Stati Uniti il 5,3%, in Svezia e in Austria il 4,7%, in Francia il 3,9%, in Irlanda il 3,3%, il Belgio il 2,7%, in Canada il 2,2% e in Danimarca l'1,9%. In Australia, Olanda e Norvegia e' sotto l'1% del Pil. La lotta all'evasione sta comunque dando i suoi frutti. "Noi ogni anno", ha spiegato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, "recuperiamo dai 2 ai 3 miliardi in piu' rispetto a quanto previsto nel bilancio preventivo.
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