Festa della fede a Copacabana: questa sera la veglia della Gmg

di Luigi Laguaragnella - Copacabana è il centro del mondo. E non per il carnevale più famoso del mondo. A Rio de Janeiro da una settimana i giovani di tutto il mondo, sono riuniti attorno a papa Francesco. La prima Giornata Mondiale della Gioventù del primo papa latino americano è un tripudio di folla, gesti, sorrisi. Sale l’attesa e aumentano i giovani che si stanno raccogliendo sulla spiaggia brasiliana per vivere la Veglia di questa sera la Messa finale di domani mattina. Ormai Copacabana ha cambiato nome: Campus Fidei. In riva al mare, sin da ieri sera con la Via Crucis, si vivono i momenti più intensi della Gmg 2013 dal titolo “Andate e fate discepoli tutti i popoli”. Un cambio di programma a causa della pioggia che si è abbattuta in Brasile nei giorni precedenti perché a Guaratiba (luogo previsto per le ultime due giornate) l’acqua e il fango sono alti 40 cm e sarebbe stato complicato permettere ai giovani di posizionarsi con i propri sacchi a pelo per la notte. C’è attesa anche in Italia: molte parrocchie e diocesi hanno organizzato momenti di incontro con i giovani che sono rimasti a casa per fare gruppo e pregare in sintonia con il Brasile questa notte. A Copacabana dopo la Veglia di questa sera i giovani potranno tornare nei loro alloggi per poi, dirigersi nuovamente sulla spiaggia domani mattina. E questa è una novità per la Gmg. Si creerà tanta calca, come confermato ieri sera in occasione della Via Crucis presieduta da papa Francesco il quale in papamobile ha percorso circa un chilometro del lungomare avvolto da una folla immensa di gente che al suo passaggio tra saluti, benedizioni e sorrisi gettava sul mezzo qualsiasi cimelio colorato tra bandiere, magliette, peluches. Papa Francesco si è lasciato coinvolgere facilmente dall’entusiasmo e durante il tragitto si è spesso fermato per baciare bambini e benedire persone disabili. Gli uomini della sicurezza, più che altro, erano impegnato nella raccolta dei cimeli dalla strada e metterli sulla papamobile. Papa Bergoglio è arrivato nell’avveniristico palco da dove ha visto e ascoltato la Via Crucis, rappresentata su tutto il lungomare di Rio in tredici altrettanti palchi dove attori brasiliani hanno ripercorso le 13 stazioni (la quattordicesima coincideva con la croce dei giovani che si avvicinava al papa) sotto la regia di Abel Gomes. Ogni stazione, attraverso gesti ed enfatici sguardi degli attori (in stile carioca) ha soffermato l’attenzione su problematiche attuali con la presenza di uomini e donne che simboleggiano esempi di vita cristiana, lottando per diritti e giustizia. Attenzione per i problemi legati alle donne, ai disabili e ai detenuti, ma anche giovani innamorati che chiedono “del futuro”. Le ferite di Cristo son queste oggi, soprattutto in Brasile. La croce della Gmg portata dai giovani veniva elevata dinanzi ad ogni momenti della passione di Cristo. E la croce è protagonista di misericordia. Papa Francesco ricorda che il primo nome del Brasile era Tierra de Santa Cruz: il legno che si è conficcato sulla terra e nella vita degli uomini e redime. La Via Crucis suscita delle domande che il pontefice rivolge ai giovani esortandoli a condividere il peso di quel legno: Che cosa avete lasciato nella Croce voi, cari giovani del Brasile, in questi due anni in cui ha attraversato il vostro immenso Paese? E che cosa ha lasciato la Croce di Gesù in ciascuno di voi? E, infine, che cosa insegna alla nostra vita questa Croce? I quesiti invitano i giovani a scoprire quanto in loro è forte l’amore di Cristo per camminare con Lui: “Cari amici, la Croce di Cristo ci insegna ad essere come il Cireneo, che aiuta Gesù a portare quel legno pesante, come Maria e le altre donne, che non hanno paura di accompagnare Gesù fino alla fine, con amore, con tenerezza. E tu, come sei? Come Pilato, come il Cireneo, come Maria?” Poiché ognuno porta la sua croce, ma deve essere anche pronto a sostenere il peso e la sofferenza della croce degli altri. Una sola parola: condivisione. Ognuno deve dare qualcosa per l’amore che Gesù ha donato: “Nessuno può toccare la Croce di Gesù senza lasciarvi qualcosa di sé ha detto ieri sera il Pontefice e senza portare qualcosa della Croce di Gesù nella propria vita”. E’ un invito ad andare verso il prossimo, verso la periferia come anche in questo viaggio il papa ha fatto recandosi in una favela. La Croce è un monito per tutti ad aprirsi: ai politici ad aprirsi al dialogo e alla cultura dell’incontro e ai religiosi consacrati e laici a non restare chiusi nelle parrocchie e nelle proprie comunità. Il Vangelo è necessario portarlo dappertutto perché tante situazioni del mondo devono essere sradicate da povertà, disagi, ingiustizie. Dopo l’incontro con sacerdoti presenti a Rio e poi i dirigenti brasiliani, e dopo aver confessato numerosi giovani nella veglia di questa sera ogni cattolico è chiamato a “mettere fede” e rimanere in Cristo. Sono previsti oltre un milione di persone su Copacabana per rispondere alla domanda: “Vuoi essere mio discepolo? Vuoi essere mio amico? Vuoi essere testimone del mio Vangelo?”

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