di Marco Masciopinto - Un percorso andato a rotoli con la Sony Music e una nuova strada intrapresa, fino ad arrivare ad un progetto che parla della sua nuova vita. ‘’Fino all’ultimo Respiro’’ è il disco d’esordio del giovane cantautore romano Enrico Bicchi, artista moderno, innovativo e sarcasticamente romantico, che per questo suo primo progetto, si è affidato a collaborazioni internazionali molto importanti, una tra queste ‘Faithless’, collaboratore in passato di Dido e Robbie Williams.
Amante della musica e dello stile british, il suo progetto si tuffa a pieno nella musicalità inglese stile anni 80: le sue canzoni ricordano lo stile dei Daft Punk o degli Oasis e il ‘snobismo’ alla David Bowie. Il disco di Enrico è un’essenza pura di originalità e qualità, sia per il sound che per i testi.
Attualmente è in rotazione radiofonica il singolo apripista del disco ‘Non ti diverti’. Quest’oggi invece, è possibile ascoltare e scaricare gratuitamente su iTunes, il suo secondo brano ‘Tra milioni di persone’, contenuto nell’album ‘Fino all’ultimo Respiro’.
L’abbiamo incontrato per parlare di questa sua nuova svolta nel mondo della musica.
‘’Fino all’ultimo Respiro’’ racchiude la tua vita tra presente e futuro…
‘’Per arrivare a questo disco sono dovuto passare nei meandri di me stesso. Ho praticamente mollato il progetto che avevo iniziato in Sony perchè non ero convinto. Sentivo dentro di me la necessità di qualcosa di molto avanti, avevo tutto in testa ma non avevo la tranquillità e il team giusto per cacciare fuori ciò che pensavo. Poi ad un tratto il punto di svolta. Posso dire che racchiude anche il passato per certi versi, le mie basi musicali ad esempio, mentre le temantiche di certo affrontano spudoratamente il futuro’’.
Com’è nata l’idea di realizzare questo disco?
‘’E' nata all'improvviso. Avevo chiuso i rapporti che dovevo chiudere, contrattuali e con i miei ex produttori. Ho scritto, quasi di getto mentre ero in vacanza a Porto Ercole "La Rivoluzione Addormentata" Parapam. Era quello che mi ci voleva, l'inizio di tutto. L'ho provinata e quasi a caso l'ho mandata a Jamie Catto, non uno a caso, co fondatore dei Faithless, collaboratore con Dido e Robbie Williams per diversi progetti. CI siamo subito capiti, e da li lui mi ha presentato Alex Forster, che poi è diventato il mio produttore a pieno raggio e Dave Randall, chitarrista inglese di prestigio internazionale sul quale ha suonato tutto il disco. Un flash’’.
Perché lo definisci un progetto ‘snob-pop?
‘’A me piace definirlo ‘Snob Pop’, quegli incisi (ritornelli) che ad un primo ascolto magari c'è chi storce il naso, ma dal secondo in poi è solo una crescita, che non finisce mai negli anni, quei pezzi che restano freschi anche dopo 10 o 20 anni, contrariamente al classico stile pop, che tende verso il 'melassato' dopo pochi ascolti. E poi un impronta di snobismo quasi verso il pubblico. Senza finte dichiarazioni bonarie, la gente dovrebbe tornare a fare ciò che faceva negli anni '80 e '90, ascoltare e limitarsi a quello senza esprimere esasperati giudizi, figli di questi tempi moderni. Se ti piace mi ascolti altrimenti è uguale’’.
E’ un disco che si avvicina allo stile ‘british’, giusto?
Assolutamente si, in tutto. E' stato concepito con quell'idea, con quell'intenzione. Realizzato a Londra, si rifa a tutti i gruppi e i personaggi che mi hanno fatto da scuola, da base antropologica in alcuni casi, come David Bowie e Ian Brown, per arrivare agli Smiths, i Verve...i Daft Punk, che non sono inglesi ma hanno un intenzione anglosassone. Anche ad esempio Disintegration dei Cure, che non li amo particolarmente, ma quel disco strepitoso è vive nel mio’’.
Hai voluto tirar fuori anche un pizzico di romanticismo che c’e' in te…
‘’E' un disco "modernissimamente" romantico, un romanticismo mai casuale, mai regalato, c'è sempre qualcosa di eterno e di davvero primordiale in questo romanticismo’’.
La canzone del disco che senti più vicina a te?
‘’C'ho pensato tanto credimi, davvero non saprei dirti, perchè una per un motivo, una per un altro mi fanno davvero impazzire tutte, è un disco con un percorso che quindi amo ascoltare tutto di fila, anche la scaletta non è stata casuale...è riuscito ad essere come nel mio intento più sognate un disco molto legato, sia di suoni che di temi trattati, questa cosa mi rende molto fiero. Sono certo che tra dieci anni riascoltandolo dirò "Ca...o! Ma l'ho fatto io?! Quanto fottutamente ero avanti!!" (ride).
Cosa ti aspetti di ricevere dalla gente che ascolterà il tuo disco?
"Mi aspetto che mi guardino, mi sorridano e mi dicano "Madonna...avanti questa roba, mi comprerò il tuo disco Bicchi..."
Pronto per il tour?
‘’Eheheh...(ride). Abbiamo in cantiere da un anno e mezzo un idea con il mi oteam inglese, ora vediamo cosa succede, e naturalmente con il mio manager Max Moroldo, capiremo bene dove riversare il tutto affinchè sia all'altezza di ciò che dev'essere un idea di live come questo progetto’’.
Amante della musica e dello stile british, il suo progetto si tuffa a pieno nella musicalità inglese stile anni 80: le sue canzoni ricordano lo stile dei Daft Punk o degli Oasis e il ‘snobismo’ alla David Bowie. Il disco di Enrico è un’essenza pura di originalità e qualità, sia per il sound che per i testi.
Attualmente è in rotazione radiofonica il singolo apripista del disco ‘Non ti diverti’. Quest’oggi invece, è possibile ascoltare e scaricare gratuitamente su iTunes, il suo secondo brano ‘Tra milioni di persone’, contenuto nell’album ‘Fino all’ultimo Respiro’.
L’abbiamo incontrato per parlare di questa sua nuova svolta nel mondo della musica.
‘’Fino all’ultimo Respiro’’ racchiude la tua vita tra presente e futuro…
‘’Per arrivare a questo disco sono dovuto passare nei meandri di me stesso. Ho praticamente mollato il progetto che avevo iniziato in Sony perchè non ero convinto. Sentivo dentro di me la necessità di qualcosa di molto avanti, avevo tutto in testa ma non avevo la tranquillità e il team giusto per cacciare fuori ciò che pensavo. Poi ad un tratto il punto di svolta. Posso dire che racchiude anche il passato per certi versi, le mie basi musicali ad esempio, mentre le temantiche di certo affrontano spudoratamente il futuro’’.
Com’è nata l’idea di realizzare questo disco?
‘’E' nata all'improvviso. Avevo chiuso i rapporti che dovevo chiudere, contrattuali e con i miei ex produttori. Ho scritto, quasi di getto mentre ero in vacanza a Porto Ercole "La Rivoluzione Addormentata" Parapam. Era quello che mi ci voleva, l'inizio di tutto. L'ho provinata e quasi a caso l'ho mandata a Jamie Catto, non uno a caso, co fondatore dei Faithless, collaboratore con Dido e Robbie Williams per diversi progetti. CI siamo subito capiti, e da li lui mi ha presentato Alex Forster, che poi è diventato il mio produttore a pieno raggio e Dave Randall, chitarrista inglese di prestigio internazionale sul quale ha suonato tutto il disco. Un flash’’.
Perché lo definisci un progetto ‘snob-pop?
‘’A me piace definirlo ‘Snob Pop’, quegli incisi (ritornelli) che ad un primo ascolto magari c'è chi storce il naso, ma dal secondo in poi è solo una crescita, che non finisce mai negli anni, quei pezzi che restano freschi anche dopo 10 o 20 anni, contrariamente al classico stile pop, che tende verso il 'melassato' dopo pochi ascolti. E poi un impronta di snobismo quasi verso il pubblico. Senza finte dichiarazioni bonarie, la gente dovrebbe tornare a fare ciò che faceva negli anni '80 e '90, ascoltare e limitarsi a quello senza esprimere esasperati giudizi, figli di questi tempi moderni. Se ti piace mi ascolti altrimenti è uguale’’.
La copertina di 'Fino all'ultimo respiro' di Bicchi |
Assolutamente si, in tutto. E' stato concepito con quell'idea, con quell'intenzione. Realizzato a Londra, si rifa a tutti i gruppi e i personaggi che mi hanno fatto da scuola, da base antropologica in alcuni casi, come David Bowie e Ian Brown, per arrivare agli Smiths, i Verve...i Daft Punk, che non sono inglesi ma hanno un intenzione anglosassone. Anche ad esempio Disintegration dei Cure, che non li amo particolarmente, ma quel disco strepitoso è vive nel mio’’.
Hai voluto tirar fuori anche un pizzico di romanticismo che c’e' in te…
‘’E' un disco "modernissimamente" romantico, un romanticismo mai casuale, mai regalato, c'è sempre qualcosa di eterno e di davvero primordiale in questo romanticismo’’.
La canzone del disco che senti più vicina a te?
‘’C'ho pensato tanto credimi, davvero non saprei dirti, perchè una per un motivo, una per un altro mi fanno davvero impazzire tutte, è un disco con un percorso che quindi amo ascoltare tutto di fila, anche la scaletta non è stata casuale...è riuscito ad essere come nel mio intento più sognate un disco molto legato, sia di suoni che di temi trattati, questa cosa mi rende molto fiero. Sono certo che tra dieci anni riascoltandolo dirò "Ca...o! Ma l'ho fatto io?! Quanto fottutamente ero avanti!!" (ride).
Cosa ti aspetti di ricevere dalla gente che ascolterà il tuo disco?
"Mi aspetto che mi guardino, mi sorridano e mi dicano "Madonna...avanti questa roba, mi comprerò il tuo disco Bicchi..."
Pronto per il tour?
‘’Eheheh...(ride). Abbiamo in cantiere da un anno e mezzo un idea con il mi oteam inglese, ora vediamo cosa succede, e naturalmente con il mio manager Max Moroldo, capiremo bene dove riversare il tutto affinchè sia all'altezza di ciò che dev'essere un idea di live come questo progetto’’.