Ilva: Legambiente incontra senatori, decreto rischia di affossare risanamento

TARANTO - "La scelta del commissariamento dell'Ilva di Taranto, inevitabile conseguenza delle gravi e reiterate inadempienze dell'azienda nell'applicazione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, e' stata accolta da Legambiente come l'unica, estrema possibilita' di affrontare il risanamento degli impianti e del territorio tarantino senza chiudere la fabbrica. Il Decreto 61, che andra' in discussione al Senato nella versione modificata in senso peggiorativo dalla Camera dei Deputati, rischia di diventare la pietra tombale del risanamento degli impianti se non verra' profondamente emendato". Lo affermato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, in occasione dell'audizione sulla questione Ilva in Prefettura a Taranto con i rappresentanti delle Commissioni Ambiente e Industria del Senato, a cui ha partecipato la presidente del Circolo Legambiente di Taranto, Lunetta Franco.

Durante l'audizione l'associazione ambientalista ha presentato le sue proposte di emendamento al cosiddetto salva 'Ilva bis' che sara' a breve discusso al Senato, chiedendo profonde modifiche a tutela della salute e dell'ambiente. "Nel testo in discussione - ha aggiunto - si conferma ancora una volta, infatti, l'uso di particolare solerzia e sensibilita' per i provvedimenti che garantiscono l'azienda e la produzione mentre si posticipano, se non si omettono del tutto, le attivita' a difesa della salute e dell'ambiente". Secondo l'associazione ambientalista la vicenda Ilva sta producendo una legislazione straordinaria in campo ambientale che "rischia di modificare i capisaldi dell'attuale normativa ambientale".

Una legislazione che "sembra andare nel senso di un ulteriore intollerabile allungamento dei tempi di attuazione delle prescrizioni imposte dall'Aia e di un depotenziamento, se non proprio della eliminazione di strumenti e figure, come la Valutazione del Danno Sanitario o il Garante - che garantivano salute e ambiente fungendo da contrappeso alla potenza di fuoco messa in campo dall'Ilva e da Federacciai in questa vicenda".