di Redazione - E' rimasta in silenzio, chiusa nella sua abitazione. La perdita del suo compagno è arrivata come un pugno nello stomaco. Dopo due settimane dalla morte di Cory Monteith, Lea Michele ha preso coraggio e ha parlato per la prima volta del fidanzato, ritrovato senza vita lo scorso 13 luglio in una camera d'albergo di Vancouver. «Grazie per avermi aiutato in questo momento con il vostro enorme amore e sostegno», ha scritto il 29 luglio su Twitter l'attrice di Glee, che ha postato una foto di lei e Monteith abbracciati. «Cory resterà per sempre nel mio cuore».
Gli amici raccontano che nnon si è fermata un attimo ed è rimasta accanto alla madre e al fratello di Cory e con loro si sono occupati del funerale - una cerimonia intima con cui l'attore è stato cremato - e della funzione assieme al cast di Glee, la seconda famiglia di Monteith.
Quando alla Fox hanno saputo che il suo problema con le dipendenze era tornato, l'hanno obbligato a farsi curare: «La tua vita è più importante di una stupida serie», gli aveva detto il creatore Ryan Murphy. Monteith aveva accettato, e ad aprile era entrato in rehab per un mese. Sembrava stare meglio, sorrideva, quando è uscito dalla clinica, per mano a Lea, che gli è sempre stata vicino, e che dopo un anno e mezzo era più innamorata che mai: «Mi fa sentire invincibile», aveva raccontato l'attrice, 26 anni, in un'intervista a Marie Claire Mexico pochi giorni prima della tragedia. Ma la brutta bestia è tornata ed ha portato via Cory.