L'epidemia di morbillo e di varicella di cui l'OMS non sembra accorgersi: nuovi casi in Italia ed in Europa

BARI - Nonostante il morbillo sia da eliminare nel nostro Paese e nel resto d’Europa, continuano a verificarsi epidemie. Nel periodo 2010-2012 il sistema di sorveglianza speciale del morbillo ha raccolto più di 8000 segnalazioni solo in Italia. Il numero è certamente non trascurabile tenendo conto che in questi ultimi giorni in Veneto sono stati segnalati casi di complicanze da morbillo e varicella in persone non vaccinate. Sul sito della Ulss 13 Mirano, il 10 giugno 2013, sono stati segnalati due casi di gravi complicanze da morbillo e varicella in persone non vaccinate.

Il primo riguarda una giovane donna che a fine aprile è stata ricoverata presso l’ospedale dove lavora, con diagnosi di morbillo. Successivamente la donna è stata ricoverata una seconda volta per l’insorgenza di una neurite ottica con gravissima compromissione della vista in entrambi gli occhi.

Il caso di varicella riguarda, invece, un’infermiera che lavora in una casa di cura per anziani e a cui è stata diagnosticata una meningite virale da varicella. La fonte di contagio di quest’ultima è stata individuata in un altro operatore sanitario in servizio presso la stessa struttura. Nella Svizzera centrale e in Ticino sono stati registrati dall'inizio di giugno rispettivamente 29 e 8 casi di morbillo. In altri cinque cantoni le persone che hanno contratto la malattia infettiva sono state cinque, una per cantone, viene indicato oggi nel bollettino dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). La maggior parte dei malati non erano stati vaccinati. Nella sola ultima settimana le persone che si sono ammalate di morbillo sono state 27, viene precisato. Nei primi sei mesi i casi registrati sono stati 68, già più di quelli segnalati nell'intero anno scorso (63), sottolinea l'UFSP.

Tra il 1 marzo 2012 e il 28 febbraio 2013, 29 Paesi dell’Unione europea (Ue) e dello Spazio economico europeo (See) più la Croazia hanno segnalato 8499 casi di morbillo pari a un’incidenza di 16,6 casi/milione di abitanti, dato di molto superiore all’obiettivo di un caso per milione che definisce l’eliminazione della malattia. Da segnalare inoltre che i dati non sono completi per tutti i 12 mesi considerati, visto che il Lussemburgo non ha fornito i dati degli ultimi 4 mesi di rilevazione, il Belgio non li ha forniti per i mesi di gennaio e febbraio 2013 e i Paesi Bassi per il mese di febbraio 2013. Il 94% dei casi segnalati proviene da 5 Paesi: Romania (4087), Regno Unito (2314), Francia (679), Italia (592) e Spagna (334). Le incidenze più elevate sono state riportate in Romania (190,9 casi per milione di abitanti), Regno Unito (37 casi/milione), Irlanda (23,9 casi/milione), Francia (10,4 casi/milione), Italia (9,8 casi/milione) e Spagna (7,2 casi/milione). Sedici Paesi hanno riferito meno di 1 caso di morbillo per milione di abitanti (soglia target di eliminazione).

L’82% dei casi di cui si conosceva lo stato vaccinale (6655) si è verificato in persone non vaccinate. Non sono stati riportati decessi ma sei casi sono stati complicati da encefalite acuta. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto Ecdc “Measles and rubella monitoring - April 2013”, pubblicato nel mese di maggio 2013. I dati sulla rosolia, raccolti in 26 Paesi dell’Ue e del See, indicano che tra il 1 marzo 2012 e il 28 febbraio 2013, sono stati segnalati 21.549 casi. Di questi, il 99% è stato rilevato in Romania (11.020 casi, 514,6 casi/milione di abitanti) e Polonia (10.326, 270,3 casi/milione). Mancano tuttavia i dati del Lussemburgo per gli ultimi 4 mesi della rilevazione, dell’Italia per l’intero periodo in esame e di Grecia e Paesi Bassi per il mese di febbraio 2013.

Il morbillo è contagioso da cinque giorni prima delle manifestazioni cutanee fino a cinque giorni dopo l'inizio della malattia e può avere complicanze (encefalite, polmonite e otite media).

Per Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” è fondamentale ricordare che il morbillo e la varicella possono portare a gravi complicanze, come purtroppo testimoniano i i casi descritti. E la prima difesa nasce innanzitutto dall'essere informati e dal conoscere.
A riferirlo in una nota il fondatore dello "Sportello dei Diritti" Giovanni D'Agata.