BARI - Il Consigliere Regionale PDL Pietro Lospinuso ha rivolto una interrogazione a risposta scritta al presidente della Regione ed all’assessore alla salute nella cui premessa si evidenzia che
“da decenni la Regione Puglia dotata di piani nefrodialitici che hanno accompagnato a tutt’oggi, peraltro con notevole successo e soddisfazione (azzeramento della mobilità passiva ed incremento di quella attiva), il faticoso cammino dei pazienti di cui si occupa.
Tali piani nefrodialitici sono oggi abbisognevoli di rideterminazione alla luce di più moderne esigenze epidemiologiche e socio-economiche, garantendo la massima omogeneità della qualità assistenziale e della relativa dotazione di strutture nell’intero territorio regionale. Invece risulta che alcuni Direttori Generali abbiano messo mano unilateralmente alla tipologia di assistenza in argomento producendo sicuramente delle discrasie insopportabili ed ingiustificabili tra Asl e Asl, con la conseguenza che oggi l’ASL di Lecce dispone di una nefrologia ogni 200 mila abitanti, quella di Brindisi di una ogni 400.000 e quella di Taranto addirittura di una ogni 600.000.” Ciò posto, l’interrogante chiede di conoscere “Quali iniziative si intendano assumere per verificare le cause ed i rimedi di suddette gravissime sperequazioni e per garantire omogeneità di trattamento ai pazienti nefrologici sull’intero territorio pugliese, eventualmente a partire dalla Provincia di Taranto, come al solito la più discriminata, il cui Direttore Generale ASL ha, contro ogni logica ed ogni giustizia, nel quadro di un devastante provvedimento complessivo, ha pensato bene di ridurre ad una sola, nel Capoluogo, le “strutture complesse” di Nefrologia, penalizzando assurdamente le strutture di Manduria e Martina Franca, pur dotate di “Primari” con maggiore anzianità e grande autorevolezza professionale”.
Tali piani nefrodialitici sono oggi abbisognevoli di rideterminazione alla luce di più moderne esigenze epidemiologiche e socio-economiche, garantendo la massima omogeneità della qualità assistenziale e della relativa dotazione di strutture nell’intero territorio regionale. Invece risulta che alcuni Direttori Generali abbiano messo mano unilateralmente alla tipologia di assistenza in argomento producendo sicuramente delle discrasie insopportabili ed ingiustificabili tra Asl e Asl, con la conseguenza che oggi l’ASL di Lecce dispone di una nefrologia ogni 200 mila abitanti, quella di Brindisi di una ogni 400.000 e quella di Taranto addirittura di una ogni 600.000.” Ciò posto, l’interrogante chiede di conoscere “Quali iniziative si intendano assumere per verificare le cause ed i rimedi di suddette gravissime sperequazioni e per garantire omogeneità di trattamento ai pazienti nefrologici sull’intero territorio pugliese, eventualmente a partire dalla Provincia di Taranto, come al solito la più discriminata, il cui Direttore Generale ASL ha, contro ogni logica ed ogni giustizia, nel quadro di un devastante provvedimento complessivo, ha pensato bene di ridurre ad una sola, nel Capoluogo, le “strutture complesse” di Nefrologia, penalizzando assurdamente le strutture di Manduria e Martina Franca, pur dotate di “Primari” con maggiore anzianità e grande autorevolezza professionale”.
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