di Vittorio Polito - È noto che la filatelia è l’attività finalizzata alla ricerca e alla raccolta sistematica di francobolli da collezione. Ma la filatelia non è solamente lo studio e il collezionismo di francobolli, ma anche quello che riguarda il servizio postale come cartoline, buste, annulli filatelici, folder, album e molto altro. La filatelia è fra le maggiori e più diffuse espressioni del collezionismo. Il termine deriva dal greco “philos” (amico) e “atéleia” (franchigia), termine coniato nel 1864, quando il francobollo aveva già 24 anni di vita.
Francesco Giuliani, italianista e docente a contratto di Letteratura Italiana contemporanea all’Università di Foggia, ha pubblicato recentemente il volume «Bimillenari, scrittori e altri pretesti» con il sottotitolo “Prose creative sui francobolli del Regno d’Italia” (Edizioni del Rosone, Foggia, pagg. 278, € 20).
Il testo, un singolare e originale incontro tra letteratura e filatelia, si ricollega idealmente a quello apparso nel 2012, per i tipi dello stesso editore, «La fucina, la vendemmia e il legname», dedicato alla serie filatelica ordinaria del 1950 “Italia al lavoro”. Per quella occasione Giuliani compose 19 prose, una per ognuna delle regioni ritratte (l’Abruzzo e il Molise erano ancora uniti…).
Ora, invece, l’Autore ha fatto cadere la sua scelta su 8 serie del Regno d’Italia, apparse dal 1923 al 1942, particolarmente importanti.
Si tratta, per le precisione, del Cinquantenario della morte di Manzoni (1923); del bimillenario della morte di Virgilio (1930); della serie “Pro Dante Alighieri” (1932); del decennale della marcia su Roma (1932); della mostra delle colonie estive (1937); del bimillenario della nascita di Augusto (1937); del bimillenario della nascita di Tito Livio (1941) e del terzo centenario della morte di Galileo Galilei (1942).
Ispirandosi a queste vignette, Giuliani ha composto 77 prose d’arte (o creative che dir si voglia), tutte della stessa lunghezza di duemila battute, traendo spunto dai grandi nomi del mondo classico (Augusto, Virgilio, Livio), ma anche dai protagonisti del secondo millennio, da Dante, a Manzoni, da Galilei a Leopardi, senza dimenticare l’affresco dell’Italia della prima parte del Novecento, con le sue ambizioni e le sue tragedie. I francobolli, insomma, come ricorda il titolo, offrono all’Autore pretesti narrativi per raccontare il destino dell’uomo di sempre.
Nel volume sono riprodotti a colori i singoli esemplari filatelici, ingranditi, in modo da esaltarne i dettagli. Varie vignette, tra l’altro, sono opera del principe dei disegnatori, l’artista romano Corrado Mezzana, autore, tra l’altro, della serie filatelica “Italia al lavoro”, nella quale la Puglia è una delle sette regioni “femminili” rappresentate da lavori, strumenti o prodotti femminili.
Le prose sono precedute dall’ampia ed acuta prefazione di Francesco De Martino, “Per amor di atéleia. Le ekphraseis di Francesco Giuliani”. De Martino, docente ordinario di Lingua e Letteratura Greca nell’Università di Foggia, ricostruisce opportunamente e da par suo il contesto storico e letterario nel quale affondano i soggetti dei francobolli e le prose di Giuliani, aggiungendo ancora un’altra nota di interesse al libro.
Francesco Giuliani, italianista e docente a contratto di Letteratura Italiana contemporanea all’Università di Foggia, ha pubblicato recentemente il volume «Bimillenari, scrittori e altri pretesti» con il sottotitolo “Prose creative sui francobolli del Regno d’Italia” (Edizioni del Rosone, Foggia, pagg. 278, € 20).
Il testo, un singolare e originale incontro tra letteratura e filatelia, si ricollega idealmente a quello apparso nel 2012, per i tipi dello stesso editore, «La fucina, la vendemmia e il legname», dedicato alla serie filatelica ordinaria del 1950 “Italia al lavoro”. Per quella occasione Giuliani compose 19 prose, una per ognuna delle regioni ritratte (l’Abruzzo e il Molise erano ancora uniti…).
Ora, invece, l’Autore ha fatto cadere la sua scelta su 8 serie del Regno d’Italia, apparse dal 1923 al 1942, particolarmente importanti.
Si tratta, per le precisione, del Cinquantenario della morte di Manzoni (1923); del bimillenario della morte di Virgilio (1930); della serie “Pro Dante Alighieri” (1932); del decennale della marcia su Roma (1932); della mostra delle colonie estive (1937); del bimillenario della nascita di Augusto (1937); del bimillenario della nascita di Tito Livio (1941) e del terzo centenario della morte di Galileo Galilei (1942).
Ispirandosi a queste vignette, Giuliani ha composto 77 prose d’arte (o creative che dir si voglia), tutte della stessa lunghezza di duemila battute, traendo spunto dai grandi nomi del mondo classico (Augusto, Virgilio, Livio), ma anche dai protagonisti del secondo millennio, da Dante, a Manzoni, da Galilei a Leopardi, senza dimenticare l’affresco dell’Italia della prima parte del Novecento, con le sue ambizioni e le sue tragedie. I francobolli, insomma, come ricorda il titolo, offrono all’Autore pretesti narrativi per raccontare il destino dell’uomo di sempre.
Nel volume sono riprodotti a colori i singoli esemplari filatelici, ingranditi, in modo da esaltarne i dettagli. Varie vignette, tra l’altro, sono opera del principe dei disegnatori, l’artista romano Corrado Mezzana, autore, tra l’altro, della serie filatelica “Italia al lavoro”, nella quale la Puglia è una delle sette regioni “femminili” rappresentate da lavori, strumenti o prodotti femminili.
Le prose sono precedute dall’ampia ed acuta prefazione di Francesco De Martino, “Per amor di atéleia. Le ekphraseis di Francesco Giuliani”. De Martino, docente ordinario di Lingua e Letteratura Greca nell’Università di Foggia, ricostruisce opportunamente e da par suo il contesto storico e letterario nel quale affondano i soggetti dei francobolli e le prose di Giuliani, aggiungendo ancora un’altra nota di interesse al libro.
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