Squinzi pessimista, la stagione nera non e' finita

ROMA - Qualcosa si muove ma "siamo lontani dal considerare chiusa la stagione nera dell'economia". Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che sceglie il suo intervento all'assemblea dell'Ance per tornare a chiedere al Governo di fare di piu'. "A un anno di distanza", dice il leader di viale dell'Astronomia, "i nostri auspici per un'inversione di rotta che mettesse fine alla recessione faticano a realizzarsi".

Qualche segnale di miglioramento c'e', ma non basta. "A fine anno la caduta dovrebbe rallentare tanto che nel 2014", rileva Squinzi, "dovremmo vedere un Pil con segno positivo. Segno modesto soprattutto se non faremo interventi necessari". Ma "questo", aggiunge, "e' un dato che non ci vede soddisfatti. Il nostro obiettivo e' una crescita stabile del 2%: ambizioso ma necessario per una ripresa".

E quanto la situazione sia dura lo testimoniano i dati resi noti proprio dall'Ance. "Le imprese", afferma il presidente Paolo Buzzetti in assemblea, "sono ridotte allo stremo: dal 2008 abbiamo perso 690.000 posti di lavoro considerando tutta la filiera delle costruzioni e si stima che 50.000-80.000 persone, oggi in Cassa integrazione guadagni, potrebbero non essere reintegrate". Dall'inizio della crisi, "11.200 imprese edili sono fallite, il 28-30% delle aziende non sono in condizioni di reggere un altro anno per mancanza di liquidita'.

Rispetto al 2007 il credito a sostegno delle imprese del settore e' diminuito di 77 miliardi". Per questo l'associazione dei costruttori chiede al Governo "una terapia shock per salvarci dalla deindustrializzazione", un vero e proprio "Piano Marshall per la ripresa".

Le imprese vogliono soprattutto garanzie sul pagamento dei debiti della P.a. "Anche grazie alla dura battaglia condotta dall'Ance, che e' valsa all'Associazione il riconoscimento di rapporteur al Parlamento europeo", sottolinea Buzzetti, "i primi pagamenti stanno arrivando. Ma e' necessaria la garanzia che le imprese vengano pagate anche nel 2014. Mancano ancora all'appello 12 miliardi per il settore". Inoltre, osserva ancora il presidente dell'Ance, "con la nuova Direttiva Europea che sancisce l'obbligo di pagare a 60 giorni, si sta attestando una progressiva ma lenta riduzione dei tempi di pagamento sui nuovi contratti. Tuttavia il rischio riscontrato e' che le amministrazioni, a corto di fondi, comincino a ridurre le gare pur di non avere l'obbligo del pagamento".

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