BARI - L’orrore, purtroppo, non ha fine. Ancora una volta al centro del nuovo scandalo, che ha per protagonisti involontari i randagi, è la Romania, dove a Mangalia, località di vacanza molto frequentata sul Mar Nero, sono riprese le stragi indiscriminate di queste povere creature. Per “pulire” le strade in contemporanea con l’inizio delle stagione balneare, il Sindaco, Cristian Radu, ha autorizzato un massacro “legalizzato” dei cani vaganti.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane ritiene insostenibile questa situazione. Sono infatti rimaste del tutto inascoltate le richieste di interrompere questa assurda mattanza da parte dell’Associazione Save the Dogs and Other Animals e del rappresentante della FNPA (Federazione Romena per la Protezione degli Animali). Lega del Cane invita quindi a unirsi alla protesta internazionale firmando la petizione lanciata da Save the Dogs rivolta al Sindaco di Mangalia affinché inizi un serio programma di trattamento (e non di maltrattamento) nei confronti dei cani. Allo stesso tempo invita i turisti italiani a non recarsi in questa località e a boicottare il turismo in Romania.
La Romania detiene il triste primato di essere il Paese dell’Unione Europea con il maggior numero di randagi. E, nonostante per legge le uccisioni dei cani vaganti siano proibite (legge 9/2008), nella realtà le autorità non si fanno scrupolo di non tenerne conto. Anzi, in tutta la Romania sono all’ordine del giorno avvelenamenti, rastrellamenti di randagi, trasferimenti di queste creature in strutture dalle quali non escono vivi. Nonostante questo Paese abbia aderito dal 2007 all’Unione Europea, non ha mai fatto proprie, se non formalmente, le dichiarazioni comunitarie.
L’Europarlamento ha approvato una dichiarazione scritta “sulla gestione della popolazione canina nell’Ue”. Con questo testo "si chiede agli Stati membri di adottare strategie globali di gestione della popolazione canina" tra cui "controllo, leggi anti-crudeltà e sostegno alle procedure veterinarie, comprese la vaccinazione antirabbica e la sterilizzazione". La Dichiarazione fa esplicito riferimento all’articolo 13 del Trattato di Lisbona, secondo il quale “gli animali sono esseri senzienti e asserisce che l’Unione Europea e i suoi Stati membri devono tenere pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali”. In Romania la dichiarazione è rimasta sulla carta.
“Sarebbe tempo - dichiara Piera Rosati presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane - che l’EU prenda una posizione netta nei confronti dei Paesi che non tengono conto di quanto approvato dall’Europarlamento”.
A riferirlo in una nota Manuela Arioli - Consulente Rapporti Esteri LNDC.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane ritiene insostenibile questa situazione. Sono infatti rimaste del tutto inascoltate le richieste di interrompere questa assurda mattanza da parte dell’Associazione Save the Dogs and Other Animals e del rappresentante della FNPA (Federazione Romena per la Protezione degli Animali). Lega del Cane invita quindi a unirsi alla protesta internazionale firmando la petizione lanciata da Save the Dogs rivolta al Sindaco di Mangalia affinché inizi un serio programma di trattamento (e non di maltrattamento) nei confronti dei cani. Allo stesso tempo invita i turisti italiani a non recarsi in questa località e a boicottare il turismo in Romania.
La Romania detiene il triste primato di essere il Paese dell’Unione Europea con il maggior numero di randagi. E, nonostante per legge le uccisioni dei cani vaganti siano proibite (legge 9/2008), nella realtà le autorità non si fanno scrupolo di non tenerne conto. Anzi, in tutta la Romania sono all’ordine del giorno avvelenamenti, rastrellamenti di randagi, trasferimenti di queste creature in strutture dalle quali non escono vivi. Nonostante questo Paese abbia aderito dal 2007 all’Unione Europea, non ha mai fatto proprie, se non formalmente, le dichiarazioni comunitarie.
L’Europarlamento ha approvato una dichiarazione scritta “sulla gestione della popolazione canina nell’Ue”. Con questo testo "si chiede agli Stati membri di adottare strategie globali di gestione della popolazione canina" tra cui "controllo, leggi anti-crudeltà e sostegno alle procedure veterinarie, comprese la vaccinazione antirabbica e la sterilizzazione". La Dichiarazione fa esplicito riferimento all’articolo 13 del Trattato di Lisbona, secondo il quale “gli animali sono esseri senzienti e asserisce che l’Unione Europea e i suoi Stati membri devono tenere pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali”. In Romania la dichiarazione è rimasta sulla carta.
“Sarebbe tempo - dichiara Piera Rosati presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane - che l’EU prenda una posizione netta nei confronti dei Paesi che non tengono conto di quanto approvato dall’Europarlamento”.
A riferirlo in una nota Manuela Arioli - Consulente Rapporti Esteri LNDC.
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