MOSCA - Tragico incidente nell'avvio della gara motociclistica della categoria Supersport a Mosca: è morto il pilota italiano Andrea Antonelli.
Il centauro è scivoltato a terra ed è stato investito dal connazionale Lorenzo Zanetti.
MORTO COME 'SIC' - Le modalità dell'incidente costato la vita al 25enne pilota di Castiglione del Lago richiamano alla mente quello nel quale perse la vita il 23 ottobre 2011 Marco Simoncelli sulla pista di Sepang in Malesia. A Mosca la caduta, forse dopo un urto, sulla pista resa scivolosa dalla pioggia, di Andrea Antonelli sulla sua Kawasaki, poi urtato dall'altro pilota italiano Lorenzo Zanetti, che se l'è improvvisamente trovato davanti e non ha potuto evitarlo. A Sepang, la caduta di Sic improvvisa, una scivolata in curva a 200 kmh, e dietro a pochi passi il sopraggiungere veloce di Colin Edwards e Valentino Rossi. In entrambi i casi impatto violentissimo, inevitabile. Un incidente simile a quelli di Antonelli e Simoncelli era accaduto anche il 5 settembre 2010, a Misano. Gara di Moto2, il 19enne giapponese Shoya Tomizawa cade in curva, e viene investito da due delle moto che lo seguono a distanza quasi ravvicinata a quasi 200 all'ora. Pochi giorni prima a Indianapolis un incidente mortale era capitato anche a un ragazzo-pilota di 13 anni, impegnato in una delle gare di contorno al motomondiale. Poco più di dieci anni fa (il 6 aprile del 2003) la tragedia del giapponese Daijiro Kato, grande promessa della Motogp. Faceva parte del team Gresini, lo stesso di Simoncelli. L'incidente avvenne sulla pista giapponese di Suzuka: Kato perse il controllo della sua moto e si schiantò violentemente contro un muretto di protezione lungo i bordi della pista, riportando ferite gravissime, e morì qualche giorno dopo in ospedale, senza mai riprendere conoscenza. Risale invece a quaranta anni fa (20 maggio 1973) la tragedia di Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. Fu proprio l'italiano a cadere per primo durante il Gp delle Nazioni (classe 250) sul circuito di Monza, coinvolgendo altri piloti nella caduta. Morirono lo stesso Pasolini e il finlandese Saarinen.
MELANDRI: OGGI NON SI DOVEVA CORRERE - "Oggi qui non si doveva correre. La gara non si doveva svolgere, in pista non si vedeva nulla e dovevamo fermarci". Marco Melandri, che a Mosca ha vinto gara-1 del Gp di Superbike, corso dopo che c'era stato l'incidente ad Andrea Antonelli nella classe Supersport, polemizza dai microfoni di Eurosport con chi ha deciso che oggi nella capitale russa si dovesse gareggiare, nonostante la forte pioggia. "Oggi la pista era impraticabile - dice ancora Melandri -, c'é un problema sicurezza ma è difficile fermare le corse". "La gara della Supersport non doveva partire - insiste Melandri -. Io ho cominciato ad alzare la mano e a chiedere la sospensione della gara di Sbk a due giri dalla fine per segnalare che c'era troppa pioggia: percorrevamo il rettilineo a metà gas. Purtroppo il problema è annoso e parte dal fatto che i piloti non vengono ascoltati dalla direzione di gara". "E' da quando sono sbarcato in Motogp che chiedo l'attuazione di una safety commission che si riunisca in ogni gara - sottolinea Melandri -, come avviene in MotoGp, e discuta in maniera seria e costruttiva della sicurezza. Purtroppo però non si sono mai fatti passi in avanti in questo senso e anzi io che continuo a battere su questo tasto vengo definito il classico rompiscatole. Spero che ora questa orrenda tragedia faccia aprire gli occhi a tutti, i piloti devono essere maggiormente tutelati...".
Il centauro è scivoltato a terra ed è stato investito dal connazionale Lorenzo Zanetti.
MORTO COME 'SIC' - Le modalità dell'incidente costato la vita al 25enne pilota di Castiglione del Lago richiamano alla mente quello nel quale perse la vita il 23 ottobre 2011 Marco Simoncelli sulla pista di Sepang in Malesia. A Mosca la caduta, forse dopo un urto, sulla pista resa scivolosa dalla pioggia, di Andrea Antonelli sulla sua Kawasaki, poi urtato dall'altro pilota italiano Lorenzo Zanetti, che se l'è improvvisamente trovato davanti e non ha potuto evitarlo. A Sepang, la caduta di Sic improvvisa, una scivolata in curva a 200 kmh, e dietro a pochi passi il sopraggiungere veloce di Colin Edwards e Valentino Rossi. In entrambi i casi impatto violentissimo, inevitabile. Un incidente simile a quelli di Antonelli e Simoncelli era accaduto anche il 5 settembre 2010, a Misano. Gara di Moto2, il 19enne giapponese Shoya Tomizawa cade in curva, e viene investito da due delle moto che lo seguono a distanza quasi ravvicinata a quasi 200 all'ora. Pochi giorni prima a Indianapolis un incidente mortale era capitato anche a un ragazzo-pilota di 13 anni, impegnato in una delle gare di contorno al motomondiale. Poco più di dieci anni fa (il 6 aprile del 2003) la tragedia del giapponese Daijiro Kato, grande promessa della Motogp. Faceva parte del team Gresini, lo stesso di Simoncelli. L'incidente avvenne sulla pista giapponese di Suzuka: Kato perse il controllo della sua moto e si schiantò violentemente contro un muretto di protezione lungo i bordi della pista, riportando ferite gravissime, e morì qualche giorno dopo in ospedale, senza mai riprendere conoscenza. Risale invece a quaranta anni fa (20 maggio 1973) la tragedia di Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. Fu proprio l'italiano a cadere per primo durante il Gp delle Nazioni (classe 250) sul circuito di Monza, coinvolgendo altri piloti nella caduta. Morirono lo stesso Pasolini e il finlandese Saarinen.
MELANDRI: OGGI NON SI DOVEVA CORRERE - "Oggi qui non si doveva correre. La gara non si doveva svolgere, in pista non si vedeva nulla e dovevamo fermarci". Marco Melandri, che a Mosca ha vinto gara-1 del Gp di Superbike, corso dopo che c'era stato l'incidente ad Andrea Antonelli nella classe Supersport, polemizza dai microfoni di Eurosport con chi ha deciso che oggi nella capitale russa si dovesse gareggiare, nonostante la forte pioggia. "Oggi la pista era impraticabile - dice ancora Melandri -, c'é un problema sicurezza ma è difficile fermare le corse". "La gara della Supersport non doveva partire - insiste Melandri -. Io ho cominciato ad alzare la mano e a chiedere la sospensione della gara di Sbk a due giri dalla fine per segnalare che c'era troppa pioggia: percorrevamo il rettilineo a metà gas. Purtroppo il problema è annoso e parte dal fatto che i piloti non vengono ascoltati dalla direzione di gara". "E' da quando sono sbarcato in Motogp che chiedo l'attuazione di una safety commission che si riunisca in ogni gara - sottolinea Melandri -, come avviene in MotoGp, e discuta in maniera seria e costruttiva della sicurezza. Purtroppo però non si sono mai fatti passi in avanti in questo senso e anzi io che continuo a battere su questo tasto vengo definito il classico rompiscatole. Spero che ora questa orrenda tragedia faccia aprire gli occhi a tutti, i piloti devono essere maggiormente tutelati...".